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Analisi

Vivaio Red Bull: il problema, ora, è l'abbondanza di talenti

Il vivaio della Red Bull ha vissuto negli scorsi anni dei periodi di magra, ma adesso sono molti i talenti presenti nella Academy del team 4 volte campione del mondo. Riuscirà Helmut Marko a non bruciarli tutti?

Liam Lawson, Hitech Grand Prix e Jehan Daruvala, Carlin

Liam Lawson, Hitech Grand Prix e Jehan Daruvala, Carlin

Mark Sutton / Motorsport Images

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La Academy della Red Bull è da sempre una delle più ambite, ma allo stesso tempo anche una delle più temute dai piloti emergenti. Se da un lato, infatti, talenti del calibro di Sebastian Vettel, Daniel Ricciardo, Max Verstappen e Carlos Sainz sono riusciti ad arrivare in Formula 1 proprio grazie al vivaio gestito da Helmut Marko, dall’altro lato è altrettanto vero che molti sono stati bruciati prematuramente a causa di una gestione spesso scriteriata.

Oggi la Academy del team 4 volte campione del mondo sta vivendo una seconda giovinezza. Dopo anni dove sembrava che il tocco magico del superconsulente austriaco sembrava fosse svanito, già dal 2020 è apparso chiaro come il vivaio della scuderia anglo-austriaca sia tornato a recitare un ruolo da protagonista.

Forse è proprio l’abbondanza di giovani promesse il problema maggiore che dovrà affrontare Helmut Marko nei prossimi anni visto che di piloti marchiati Red Bull con il destro particolarmente pesante attualmente ce ne sono parecchi in giro sulle piste di mezza Europa.

Liam Lawson

Il neozelandese classe 2002 è stata senza dubbio la sorpresa dell’inizio di stagione della Formula 2. Negli anni passati Lawson ha sempre mostrato una velocità pura che spesso non è andata di pari passo con una lucidità nella gestione delle gare.

Il voler vincere a tutti i costi in molte occasioni lo ha portato ad assalti all’arma bianca conclusi con mesti ritiri (basti guardare come si è conclusa Gara 2 a Spielberg in Formula 3 nel 2020 ndr.).

Quest’anno, però, Lawson sembra aver iniziato la stagione con una mentalità diversa. La velocità è rimasta immutata, ma a cambiare è stato il carattere e la prova è arrivata in Bahrain, appuntamento inaugurale del campionato di Formula 2.

Liam Lawson, Hitech Grand Prix, precede Felipe Drugovich, Uni-Virtuosi

Liam Lawson, Hitech Grand Prix, precede Felipe Drugovich, Uni-Virtuosi

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Il pilota della Hitech GP è riuscito ad imporsi al debutto nella prima Sprint Race del weekend grazie ad una partenza perfetta dalla terza casella per poi gestire come un veterano il degrado gomme e resistere alla pressione crescente di Daruvala.

Lawson avrebbe potuto puntare al podio anche in occasione della seconda Sprint Race se non fosse stato coinvolto in un contatto nel quale non aveva colpe, ma si è subito riscattato nella Feature Race artigliando un terzo gradino del podio che non è assolutamente passato inosservato agli occhi dei vertici della Red Bull Academy. Sarà lui il prossimo nome a debuttare in Formula 1?

Juri Vips

L’estone è ormai da qualche anno parte del vivaio Red Bull, ma la buona sorte sembra avergli voltato le spalle. Dopo un 2018 di grandissimo spessore nella Formula 3 Europea, Vips ha compiuto il salto in FIA F3  nel 2019 passando al team Hitech GP e restando in lotta per il titolo sino all’appuntamento di Monza.

Le ottime prestazioni hanno spinto Helmut Marko a mandare Vips in Giappone per prendere parte alla Super Formula piuttosto che fargli proseguire la sua esperienza in Europa al volante di una F2. Contemporaneamente il consulente della Red Bull ha deciso di promuovere a sorpresa proprio nella categoria cadetta Yuki Tsunoda.

Lo scoppio della pandemia ha giocato a sfavore dell’estone che non è mai riuscito a prendere parte ad una gara ed è praticamente restato alla finestra per tutto il 2020. Qualche apparizione in F2, per sostituire l’infortunato Gelael in DAMS, e qualche gara in Formula Regional con i colori del KIC Motorsport sono state le uniche esperienze compiute da Vips nella passata stagione.

Juri Vips, Hitech GP

Juri Vips, Hitech GP

Photo by: Red Bull Content Pool

Dopo un anno di attesa, Juri ha finalmente avuto modo di iniziare il 2021 con maggiore stabilità. La sua presenza in Formula 2 è sembrata la scelta corretta da parte della Red Bull, ma il primo round stagionale non è andato secondo i piani. Vips, infatti, nonostante una velocità evidente, non è riuscito a raccogliere nemmeno un punto ed è finito più volte nel mirino dei commissari che lo hanno punito ripetutamente.

Se riuscirà a trovare quella tranquillità mentale mancata in Bahrain, siamo certi che potrà creare qualche grattacapo a Marko.

Dennis Hauger

Il rullo compressore visto nel 2019 nel campionato italiano di Formula 4 era misteriosamente naufragato al suo esordio in Formula 3 la passata stagione. Quello che sembrava essere uno dei più interessanti candidati al titolo non era riuscito mai a trovare la confidenza con il team e la vettura ed aveva chiuso la stagione con un solo podio raccolto in Ungheria.

Subito dopo la fine del campionato, Hauger ha deciso di mettersi al volante di una monoposto del team Van Amersfoort in Formula Regional ed immediatamente quel rullo compressore visto sino all’anno precedente è tornato. In sole 8 gare Dennis ha raccolto 1 vittoria, 2 pole e 6 podi e soprattutto ha mostrato a tutti che il suo piede destro era ancora ben pesante.

Il vincitore della gara Dennis Hauger, Prema  Racing

Il vincitore della gara Dennis Hauger, Prema Racing

Photo by: Formula Motorsport Ltd

Il passaggio al team Prema per il 2021 è sembrato la scelta logica per puntare al titolo in Formula 3 ed i fatti, sino ad ora, lo stanno confermando. Hauger è stato il vero protagonista del round di Barcellona conquistando la pole ed il successo in Gara 3 in maniera netta, anche se nel suo weekend resta la macchia del grave errore commesso in Gara 2 quando ha provato un sorpasso azzardato nei confronti di Nannini finito con lo scontro tra le due monoposto.

Nonostante l’errore la sensazione è che in casa Red Bull si abbia tra le mani l’ennesimo talento cristallino.

Jack Doohan

Anche in questo caso, così come visto per Hauger, il cambio di team ha giovato ad un talento che sembrava perso. Se il 2020 in Formula 3 del figlio d’arte si era concluso con zero punti, quando Jack ha deciso di legarsi al team Trident si è capito subito che la storia sarebbe andata diversamente.

Sin dai test di fine stagione il pilota australiano ha trovato quel feeling che era mancato in precedenza con HWA Racelab ed in occasione del primo round di Barcellona Doohan ha mostrato tutte le sue qualità.

Jack Doohan, Trident

Jack Doohan, Trident

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

In Gara 1, complice una partenza disastrosa dall’undicesima casella per via della griglia invertita, il pilota del team Trident ha chiuso fuori dai punti, ma la storia è stata ben diversa in Gara 2, quando Doohan ha mantenuto la lucidità necessaria per rimontare sino all’ottavo posto.

In Gara 3, poi, Doohan è finalmente riuscito ad artigliare il primo podio nella categoria dopo aver avuto la meglio di Martins e Nannini. Se solo fosse riuscito a liberarsi prima dei suoi rivali, forse avremmo assistito ad un duello tutto marchiato Red Bull per la vittoria della domenica.

Jonny Edgar

La sorpresa del weekend è stata senza dubbio il pilota inglese della Carlin. Vincitore del titolo nella F4 tedesca del 2020, Edgar sembrava essere destinato ad un ruolo da comprimario in questa stagione vista la volontà di Marko di dirottarlo in un team che mai negli anni passati si è rivelato competitivo.

Jonny Edgar, Carlin Buzz Racing

Jonny Edgar, Carlin Buzz Racing

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Edgar, invece, è riuscito a ribaltare i pronostici nel primo weekend stagionale. Sì, ha sofferto nella gestione delle Pirelli soprattutto nella prima gara dell’anno, ma è riuscito comunque a difendersi con i denti dagli assalti di Caldwell sino a chiudere in quinta piazza. Altrettanto di spessore è stata la sua prestazione in Gara 2 chiusa in sesta posizione davanti all’altro portacolori del vivaio Red Bull, Ayumu Iwasa. Resta il dubbio di cosa potrebbe fare se avesse tra le mani una monoposto di un team di primo livello.

Jak Crawford

Ultimo esponente di spicco del vivaio Red Bull è il pilota americano che nella passata stagione si è messo in luce nelle sporadiche apparizioni in Formula 4 italiana e rivale diretto di Edgar nella serie tedesca.

Crawford aveva ben figurato nei test pre-stagionali, mostrando una grande confidenza con la monoposto della Hitech GP, ma in Spagna è mancato quando si è trattato di fare sul serio in qualifica. La partenza dalla ventesima piazza non lo ha aiutato in Gara 1, conclusa in tredicesima posizione, mentre in Gara 2, complici anche i molteplici incidenti al vertice, è riuscito a marcare i primi punti in carriera concludendo in nona posizione davanti a Juan Manuel Correa.

Jak Crawford, Hitech Grand Prix

Jak Crawford, Hitech Grand Prix

Photo by: Formula Motorsport Ltd

L’impressione è che il potenziale per far sorridere Helmut Marko ci sia, basta soltanto riuscire a mettere a posto qualche dettaglio e sfruttare appieno il potenziale di una vettura gestita da uno dei team di spicco della serie.

Insomma, se fino a qualche tempo fa sembrava che il vivaio Red Bull fosse carente di talenti, oggi la situazione sembra essersi invertita e l’impressione è che il problema sia addirittura l’abbondanza. Riuscirà Helmut Marko a gestirli tutti o qualcuno andrà inevitabilmente bruciato?

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