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Analisi

Saranno famosi: i migliori talenti della Formula 2 2020

La stagione appena conclusa della Formula 2 ha regalato non solo un campionato equilibrato, ma anche numerosi talenti che già dal prossimo anno saranno protagonisti in F1.

Robert Shwartzman, Prema Racing

Joe Portlock / Motorsport Images

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Quello appena concluso è stato un campionato di Formula 2 ad alto contenuto di qualità. Sono stati molti i piloti a brillare in una stagione stravolta dalla pandemia confermando quel talento già visto nelle altre categorie propedeutiche dove avevano partecipato. Ad imporsi è stato Mick Schumacher, il più costante, ma il tedesco non è stato l’unico ad essersi fatto notare in questo 2020.

Mick Schumacher

Al secondo anno nella categoria il tedesco è riuscito a ripetere quanto fatto nell’Euro Formula 3 nel 2018 portandosi a casa il titolo al termine di una intensa lotta a distanza con Callum Ilott. Schumacher è stato senza dubbio il pilota più concreto tra quelli presenti in griglia ed ha capito subito come la costanza di risultati sarebbe stata l’arma in più per trionfare.

Mick ha colto due vittorie, entrambe nelle Feature Race di Monza e Sochi, ed ha portato a casa un bottino di 215 punti, ma soltanto al termine dell’ultimo, intenso, appuntamento di Sakhir ha avuto la certezza di essere campione.

Mick Schumacher, Prema Racing. Il tedesco ha conquistato il titolo grazie ad una costanza impressionante

Mick Schumacher, Prema Racing. Il tedesco ha conquistato il titolo grazie ad una costanza impressionante

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Ad osservare la sua stagione si può notare come il punto debole del tedesco sia stata la qualifica. Nel 2020, infatti, Mick non è mai riuscito a brillare sul giro secco, una lacuna importante in un campionato dove la pole vale 4, ma è spesso riuscire a mettere una pezza a questa mancanza con partenze semplicemente perfette.

A Monza, ad esempio, Schumacher dopo essere finito contro le barriere all’uscita della Ascari in qualifica, ed aver chiuso il turno con il settimo tempo, è stato autore di uno scatto impressionante al via che l’ha subito proiettato in seconda piazza alle spalle di Ilott.

La comprensione delle Pirelli da 18’’ pollici, poi, è stato un altro elemento chiave in questa stagione trionfale. A differenza del suo rivale principale, Mick raramente è andato in crisi nella gestione delle gomme, capendo sempre quando preservare le coperture e quando chiedere il massimo.

La promozione in Formula 1 non è un regalo giunto soltanto per via del cognome, ma è stata meritata sul campo.

Yuki Tsunoda

La sorpresa della stagione 2020 è senza dubbio Yuki Tsunoda. Il piccolo giapponese cresciuto nel vivaio Honda ed in quello Red Bull è stato un assoluto protagonista del campionato e con le sue prestazioni ha convinto Helmut Marko ad affidargli il volante dell’AlphaTauri per il 2021.

Giunto nella categoria tra la perplessità di molti, Tsunoda ha subito fatto intravedere il proprio talento sin dalla prima sessione di prove libere in Austria quando è riuscito a firmare il miglior tempo.

Le quattro pole e le tre vittorie non raccontano forse appieno il percorso di crescita del giapponese. Sono stati gli ultimi due appuntamenti del Bahrain a far capire al mondo quanto Tsunoda fosse pronto alla Formula 1.

Yuki Tsunoda, Carlin. Velocissimo sul giro secco, aggressivo in gara. Con queste qualità il giapponese è stato il rookie dell'anno

Yuki Tsunoda, Carlin. Velocissimo sul giro secco, aggressivo in gara. Con queste qualità il giapponese è stato il rookie dell'anno

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Nel corso della penultima qualifica dell’anno Yuki ha commesso un errore che lo ha costretto a scattare dal fondo della griglia, ma questo non ha impedito a Tsunoda, supportato anche da una grande strategia adottata dal team Carlin, di metterei in mostra una rimonta furiosa che lo ha portato sino al sesto posto.

Nell’ultimo appuntamento dell’anno, sull’atipico tracciato di Sakhir, Yuki ha messo in scena tutto il suo repertorio. Miglior tempo nelle libere, miglior tempo in qualifica, vittoria netta nella Feature Race e rimonta dall’ottavo sino al secondo posto nella Sprint Race anche in questo caso grazie ad una gestione delle Pirelli impeccabile.

 La scelta di Helmut Marko di promuoverlo in AlphaTauri non è legata soltanto alla presenza della Honda come motorista (nonostante sia l’ultimo anno in F1), ma è dovuta soprattutto al talento di un ragazzo che ha confermato, ancora una volta, tutta la bontà del vivaio Red Bull.

Robert Shwartzman

Il campione 2019 della Formula 3 si è presentato in F2 ad inizio stagione facendo subito vedere di che pasta fosse fatto.

Pronti via e lo zar ha centrato il terzo posto nella Feature Race dell’Austria per poi salire sul gradino più alto del podio 7 giorni dopo, ripetersi in Ungheria, sempre nella Feature Race, ed indossare così i gradi del favorito per la conquista del titolo.

Qualcosa, però, si è inceppata a Silverstone. Lo Shwartzman squalo visto sino all’appuntamento dell’Hungaroring svanisce in Inghilterra per poi riapparire brevemente soltanto a Barcellona, con il secondo posto nella Feature Race, ed Spa con il ritorno al successo nella Sprint Race.

Forse le voci di un suo approdo in Formula 1 in Haas, al fianco di Mick Schumacher, hanno distratto eccessivamente lo zar ed anche negli appuntamenti di Monza, del Mugello e di Sochi Robert non è quel pilota perfetto visto in precedenza.

Robert Shwartzman, Prema Racing. Il russo è partito fortissimo in stagione per poi ritrovarsi soltanto nelle gare finali

Robert Shwartzman, Prema Racing. Il russo è partito fortissimo in stagione per poi ritrovarsi soltanto nelle gare finali

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

La lunga pausa fino al doppio round del Bahrain si è rivelata fondamentale per Shwartzman. Nella penultima Sprint Race della stagione lo zar torna al successo in modo convincente, firmando la quarta vittoria dell’anno, per poi chiudere il campionato con un quarto e quinto posto nell’appuntamento di Sakhir ed artigliare la quarta piazza in classifica piloti.

Lo zar tornerà all’assalto del titolo il prossimo anno, sempre con Prema, e siamo certi che sarà il favorito d’obbligo.

Christian Lundgaard

In casa Renault c’è un talento cristallino. Classe 2001 Christian Lundgaard è senza dubbio uno di quei piloti dotati di un piede destro estremamente pesante che negli ultimi due anni, però, ha raccolto meno di quanto meritato.

L’esordio in Formula Renault Eurocup, nel 2018, lo pone subito al centro dell’attenzione per via di prestazioni di grandissimo livello e soltanto uno sfortunato penultimo appuntamento della stagione ad Hockenheim gli impedisce di conquistare il titolo (finito poi nelle mani di Fewtrell).

Nel 2019 debutta in Formula 3 con la ART Grand Prix è riesce a vincere al debutto anche se subito dopo aver tagliato il traguardo viene retrocesso in seconda posizione per non aver rispettato la velocità imposta in regime di virtual safety car.

In una stagione disastrosa per il team francese Lunudgaard dovrà attendere sino all’Ungheria per portare a casa il trofeo del vincitore, ma il suo destino è segnato e nel 2020 compie il salto in Formula 2.

Fino a Silverstone è incredibilmente costante nei risultati ed in Stiria centra il primo successo nella Sprint Race. Poi un black out tra Barcellona e Spa-Francorchamps lo taglia fuori dalla lotta per il titolo.

I talenti, però, hanno la capacità di riemergere con forza soprattutto nelle situazioni difficoltà ed al Mugello, sempre nella Sprint Race, Lundgaard domina la gara e conquista la seconda vittoria stagionale.

Christian Lundgaard, ART Grand Prix. In soli due anni è passato dalla Formula Renault Eurocup alla F2 mostrando un talento cristallino

Christian Lundgaard, ART Grand Prix. In soli due anni è passato dalla Formula Renault Eurocup alla F2 mostrando un talento cristallino

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

I troppi alti e bassi, soprattutto i bassi degli ultimi 3 round, lo costringono a chiudere il campionato in ottava posizione in classifica, ma se si guarda il confronto interno con il suo compagno di team, Marcus Armstrong, si può notare chi abbia davvero fatto la differenza nella scuderia francese in questa stagione.

Nonostante non sia stato invitato dalla Renault a partecipare ai test di Abu Dhabi, sacrificato per fare spazio ad Alonso ed a Zhou, la scuderia diretta da Cyril Abiteboul continua a coccolarsi un pilota che potrà condurre il team in futuro.

 

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