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Mick Schumacher alla Gazzetta dello Sport: "Voglio arrivare alla F1 il prossimo anno"

Il figlio di Michael, campione Euro F3 a 19 anni, si prepara a disputare la F2 con la Prema. A Luigi Perna in una bella intervista ha rivelato qual è il percorso che lo porterà ai GP anche se "...mio padre è il migliore e lo resterà sempre, ma sarà bello far parte di questa storia".

Mick Schumacher, PREMA Racing

Foto di: FIA Formula 2

Mick Schumacher, PREMA Racing
Il Campione Mick Schumacher, PREMA Theodore Racing Dallara F317 - Mercedes-Benz, con la madre Corinna Schumacher
Mick Schumacher, PREMA Racing
Mick Schumacher, PREMA Racing
Mick Schumacher, PREMA Racing
Mick Schumacher, SJM Theodore Racing by PREMA
Mick Schumacher, SJM Theodore Racing by PREMA
Mick Schumacher, SJM Theodore Racing by PREMA
Champion Mick Schumacher, PREMA Theodore Racing Dallara F317 - Mercedes-Benz
Mick Schumacher, PREMA Theodore Racing Dallara F317 - Mercedes-Benz
Champion 2018, Mick Schumacher, PREMA Theodore Racing Dallara F317 - Mercedes-Benz

È già arrivato alle porte della F1. Forse avrebbe potuto già entrarci se il suo staff guidato dall’immancabile Sabine Kehm, fedele addetta stampa del papà Michael, e da mamma Corinna, non avesse programmato una crescita graduale che dovrebbe portarlo nei mondo dei GP dopo aver fatto tutta la gavetta delle serie addestrative.

L’Europeo di F3 lo ha vinto battendo Dan Ticktum, il pupillo che Helmut Marko, che ha ancora qualche speranza di debuttare in F1 nel corso del prossimo anno, mentre Mick Schumacher a 19 anni non ha alcuna intenzione di prendere dello scorciatoie per arrivare a coronare il suo sogno che poi è lo stesso del padre Michael.

Solitamente tenuto a debita distanza dai giornalisti, questa volta si è concesso in una bella chiacchierata con Luigi Perna della Gazzetta dello Sport, dalla quale emerge la grande motivazione che ha spinto Mick a seguire le orme del padre. Ma senza talento non si vincono le gare…

“Con la Prema siamo riusciti a vincere l’Euro F3 che è uno dei campionati più difficili dal quale provengono tanti piloti arrivati in F1 e battere i migliori mi ha dato una convinzione che mi aiuterà nel resto della carriera”.

La svolta della stagione è stata a Spa…
“In realtà avevamo il passo giusto dall’inizio del campionato, ma nelle prime gare non riuscivo a esprimere il mio potenziale in qualifica. La svolta c’è stata a Spa con la pole e la prima vittoria. Da quel momento sono quasi sempre riuscito a piazzare la macchina davanti e vincere, perché in gara vado forte. Il mio obiettivo in F2 è migliorare in ogni aspetto per diventare a fine stagione un pilota completo”.

In molti si domandano se la spinta per iniziare a correre sia arrivata da papà…
“Ho chiesto io di cominciare. E mio padre ha assecondato il desiderio. Ricordo l’emozione che cresceva quando abbiamo cominciato ad andare alle competizioni internazionali, in mezzo a tanti piloti di talento che poi ho ritrovato più avanti”.

Qual è il pilota di esempio?
"Mio padre. È il migliore e lo resterà sempre. Potermi paragonare a lui in qualche maniera è fantastico. E allo stesso modo è bellissimo fare parte di questa storia e osservare come si sta sviluppando”.

Qual è l’obiettivo?
“Arrivare in F1. Sarebbe stupendo se succedesse già alla fine del prossimo anno, ma prima bisognerà vedere come andrà il 2019. La F2 è l’anticamera della massima serie e il livello è molto alto come gli ostacoli”.

Ad Abu Dhabi ha spiato Vettel nel garage della Ferrari…
“Interessante, motivante ed emozionante. Vedere questi campioni da vicino è un’opportunità unica e una grande esperienza. Mi è venuta la voglia di essere in mezzo a loro e gareggiare nei GP”.

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Alla Race of Champions farà coppia con Sebastian, che era il compagno preferito di papà: cosa ti aspetti?
“Per me sarà una prima volta speciale da compagni di squadra. Ne abbiamo parlato e ho detto a Seb che non vedo l’ora. Cercherò di apprendere qualche segreto”.

È mai stato a Maranello?
“Ci sono stato molte volte, ma ero troppo piccolo, mi stavo appena avvicinando al karting e le emozioni che provavo erano completamente diverse da quelle che avrei oggi se visitassi la Ferrari”.

Quanto è importante restare umile per uno che si chiama Schumacher?
“Credo che sia la chiave in tutti i campi della vita. Più si hanno i piedi per terra, più è possibile raggiungere il successo in ciò che fai. Guai a ignorarlo”.

La più grande lezione di papà?
“Lavorare con la quadra e farlo come se fosse una famiglia: bisogna avere la fiducia gli uni negli altri al 100%. Sono alla Prema dal 2016, ho visto tanti piloti cambiare in fretta, mentre qui abbiamo costruito una realtà unita”.

C’è molta attenzione della gente e dei media?
“E’ sempre stata parte della mia vita e di quella della mia famiglia. Perciò è diventato normale. Crescendo ho avuto il tempo di abituarmi, anche se i microfoni e le telecamere attorno a me sono sempre di più. Ma è divertente e imparo ogni giorno”.

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