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Le migliori gare del 2021: Piastri chiude da star ad Abu Dhabi

Nell'ultima gara della stagione Oscar Piastri ha dimostrato con forza di meritare ampiamente il salto in Formula 1 ma, nonostante la conquista del titolo, nel 2022 dovrà accontentarsi del ruolo di terzo pilota Alpine mentre Zhou debutterà con la Sauber.

Oscar Piastri, Prema Racing

Oscar Piastri, Prema Racing

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“Voglio mantenere la attenzione su di me ed assicurarmi di essere presente nel paddock per fare in modo che la gente non si dimentichi di me. La Formula 1 è il mio obiettivo finale, non è più un sogno”.

Con queste parole Oscar Piastri ha celebrato il titolo conquistato in Formula 2 al termine di una stagione nella quale si è rivelato assolutamente irraggiungibile per gli avversari.

Complice un calendario pessimo, figlio del nuovo format di gara e con attese anche di oltre due mesi tra i vari round, l’attenzione di fan, media ed addetti ai lavori sulla seconda categoria è inevitabilmente calata, ma l’australiano del vivaio Alpine ha fatto di tutto per tenere i riflettori accesi sulle sue prestazioni.

Arrivato in Formula 2 dopo la conquista del titolo in Formula Renault Eurocup nel 2019 ed in Formula 3 nel 2020, in pochi avrebbero scommesso 1 euro sul terzo successo consecutivo di Piastri nella stagione di debutto.

Ad avere ragione, invece, è stato l’australiano. Aver proseguito la sua carriera per il secondo anno di fila con il team Prema si è rivelato cruciale. Oscar, però, ci ha messo molto del suo lavorando sulle lacune emerse in Formula 3.

Oscar Piastri, Prema Racing

Oscar Piastri, Prema Racing

Photo by: Formula Motorsport Ltd

Se nel 2020 non era mai riuscito ad ottenere un pole, e neanche una partenza dalla prima fila, nel 2021 Piastri ha completamente ribaltato la situazione.

Cinque pole consecuitve hanno rappresentato un record assoluto. Da Silverstone fino ad Abu Dhabi è stato lui l’unico attore protagonista sul giro secco, mentre i suoi rivali si sono dovuti accontentare di recitare il ruolo delle comparse.

Alle prestazioni in qualifica, poi, hanno fatto seguito anche i successi. Le Feature Race di Monza, Sochi, Jeddah (anche se la gara ha assegnato punteggi dimezzati per i vari incidenti avvenuti) ed Abu Dhabi hanno sempre visto Piastri occupare il gradino più alto del podio con una facilità disarmante.

Se fino all’appuntamento di Silverstone il pilota della Prema aveva mostrato una costanza di risultati che si era rivelata fondamentale per restare agganciato ai piani alti della classifica, dal round di Monza in poi il talento del vivaio Alpine ha rotto gli indugi trovando sempre un feeling perfetto con la sua monoposto.

La vera forza di Piastri in gara è emersa nell’ultimo appuntamento della stagione, la Feature Race di Abu Dhabi. Con il titolo già in tasca da Gara 1, Piastri ha corso senza particolari pressioni ma ha voluto che tutti si ricordassero di lui prima di congedarsi definitivamente dalla serie.

Partenza perfetta, gestione gomme impeccabile, passo gara inavvicinabile. Piastri ha ottenuto il successo transitando sotto il traguardo con oltre 3 secondi di vantaggio su Guanyu Zhou lanciando un messaggio chiaro: avrebbe meritato più del cinese il passaggio in F1.

Oscar Piastri, Prema Racing

Oscar Piastri, Prema Racing

Photo by: Formula Motorsport Ltd

L’esplosione improvvisa del suo talento ha senza dubbio messo in crisi la Alpine. Il costruttore francese, dopo aver rinnovato con Alonso ed Ocon, si è trovato impreparato nel gestire l’improvvisa crescita dell’australiano e non ha potuto far altro che offrirgli per il 2022 un ruolo da terzo pilota in attesa che nel 2023 si possa trovare un sedile libero.

“Ho fatto tutto quello che era in mio potere per presentarmi al mondo della Formula 1. Ovviamente è un po' deludente non essere in Formula 1 il prossimo anno e spero davvero di avere un sedile nel 2023. Sarei seccato se non riuscissi ad essere in griglia nel 2023 perché credo di aver fatto di tutto per dimostrare di meritare un posto”.

Forse ad Oscar è mancata soltanto una valigia carica di soldi per riuscire ad essere un pilota titolare il prossimo anno. Il messaggio che ha lanciato ad Abu Dhabi, sia in pista che fuori, è stato però chiaro: la filiera funziona davvero solo se chi merita può avere una chance per arrivare in Formula 1.

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