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F2 | Silverstone è il festival delle prime volte e dei brividi

Sul tracciato inglese Jack Doohan e Logan Sargeant ottengono il primo successo in F2, ma a tenere banco è il violento incidente tra Nissany e Hauger dove si è rivelata determinante la presenza dell'halo.

Logan Sargeant, Carlin

Logan Sargeant, Carlin

FIA Formula 2

Si dice che la prima volta non si scordi mai e sicuramente Jack Doohan e Logan Sargeant ricorderanno a lungo questo weekend. L'australiano del vivaio Alpine e lo statunitense della Academy Williams sono riusciti a scrivere il loro nome nell'albo dei vincitori a Silverstone offrendo prestazioni convincenti.

Soprattutto Sargeant ha disputato un weekend decisamente solido, iniziato al meglio con la pole e concluso alla grande con il successo in una Feature Race nella quale ha gestito con freddezza la pressione di Theo Pourchaire nel finale.

Un discorso a parte merita, invece, quanto accaduto nei giri iniziali della gara principale quando Roy Nissany ha pagato a caro prezzo una manovra - l'ennesima - senza senso e solo grazie alla presenza dell'halo è riuscito ad uscire indenne da uno scontro con Hauger che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche.

F2, Silverstone: Doohan perfetto nella Sprint Race, Iwasa rosica

Jack Doohan e Ayumu Iwasa. Sono stati loro i protagonisti della Sprint Race di Silverstone partita in condizioni di bagnato e conclusa su un asfalto che è andato rapidamente asciugandosi.

L’australiano del team Virtuosi ha conquistato il primo successo in Formula 2, celebrando come da tradizione sul primo gradino del podio con lo shoey, mentre il giapponese della DAMS ha forse perso le possibilità di ottenere la sua prima vittoria nella categoria avendo lanciato l’assalto a Doohan troppo tardi.

Il pilota del vivaio Alpine, però, non ha rubato niente, anzi. Jack è stato l’autentico dominatore della gara grazie ad un assetto perfetto scelto dal suo team. Dopo essersi sbarazzato rapidamente di un Daruvala in precoce crisi di gomme e di un Fittipaldi per nulla irresistibile, Doohan ha imposto un ritmo inarrivabile a tutti gli avversari viaggiando come un treno.

Soltanto Iwasa è sembrato in grado di poter creare qualche grattacapo all’australiano. Nelle battute finali il giapponese, bravissimo nel gestire le Pirelli wet su un asfalto praticamente asciutto, è stato incitato dal team a dare il massimo ed ha iniziato a recuperare decimi su decimi. A due giri dal termine il gap di poco superiore ai 2 secondi è sceso rapidamentee Doohan, con le coperture ormai alla frutta, ha dovuto mantenere la calma per evitare errori e riuscire a transitare sotto la bandiera a scacchi con un vantaggio di appena nove decimi.

La prima vittoria per il pilota del vivaio Alpine arriva al momento giusto. Sembrava infatti che Doohan si fosse perso dopo un inizio di stagione convincente ed il successo può e deve fornire morale ad un ragazzo che lo scorso anno era stato in grado di contendere il titolo in Formula 3 a Dennis Hauger sino all’ultima gara.

Iwasa, invece, sta continuando a crescere bene. Velocissimo sul giro secco, il giapponese della Academy Red Bull deve ancora migliorare nella gestione delle Pirelli in gara, ma sta mostrando quelle qualità che già nel 2021 si erano viste in Formula 3 e che hanno convinto Helmut Marko a portarlo subito in Formula 2 rischiando un azzardo alla Yuki Tsunoda.

Jack Doohan, Virtuosi Racing, Ayumu Iwasa, DAMS e Enzo Fittipaldi, Charouz Racing System

Jack Doohan, Virtuosi Racing, Ayumu Iwasa, DAMS e Enzo Fittipaldi, Charouz Racing System

Photo by: Formula Motorsport Ltd

Oltre ai due protagonisti, la Sprint Race di Silverstone ha visto ancora una volta Felipe Drugovich brillare per costanza. Il leader del campionato ha guidato in versione ragioniere. All’inizio è sembrato non voler prendere rischi e portare a termine la gara, ma quando ha capito che i suoi rivali avevano chiesto troppo alle proprie gomme ha deciso che si poteva tentare la rimonta.

Con il quinto posto ottenuto alle spalle di Théo Pourchaire, Drugovich ha fatto capire al francese che servirà molto di più in questa intensa fase di stagione per provare a scalzarlo dalla prima posizione in classifica.

Il transalpino della ART Grand Prix non si è tirato indietro quando si è trattato di lottare ruota a ruota ed ha regalato gran bei sorpassi che hanno portato il pubblico in pista rendergli i dovuti applausi. È mancato però, come già in altre occasioni, quel guizzo che avrebbe consentito a Pourchaire di ottenere una prestazione memorabile. Per insidiare un Drugovich in forma campionato serve molto di più.

F2, Silverstone: Sargeant si sblocca nella Feature Race, Nissany salvato dall’halo

Il weekend delle prime volte di Silverstone si è concluso con il successo nella Feature Race di Logan Sargeant. L’americano del team Carlin, autore in qualifica della pole, ha gestito la seconda gara inglese in modo esemplare, facendo vedere nuovamente quel talento già emerso in modo netto in Formula 3 negli scorsi anni anche con vetture non all’altezza.

C’è però un episodio che ha caratterizzato la Feature Race di Silverstone e che poteva avere conseguenze ben peggiori. Protagonisti Roy Nissany e Dennis Hauger.

Nelle battute iniziali della gara l’israeliano della DAMS, come già visto in più occasioni, ha compiuto una manovra sporca chiudendo completamente la traiettoria al pilota della PREMA in procinto di superarlo alla Vale per poi colpirlo nell’anteriore destra.

Captura de Pantalla 2022-07-03 a las 12.52.49

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Hauger, ormai senza direzionalità, ha provato ad arrestare la corsa della sua vettura ma una volta finito sull’erba non è riuscito a decelerare ed è decollato sul salsicciotto posto all’interno del cordolo.

La prema del norvegese è letteralmente decollata in aria finendo col colpire la vettura di Nissany all’altezza dell’abitacolo. Lo scontro è stato cruento, duro, e solo grazie alla presenza dell’halo che ha protetto il capo dell’israeliano non ci sono state conseguenze peggiori.

Entrambi i piloti sono riusciti ad uscire con le proprie gambe dai rottami delle rispettive monoposto, ma due considerazioni devono essere fatte: è tempo che la FIA si decida nel rimuovere i dissuasori dalle piste perché, come già visto nel 2019 con Peroni a Monza, l’effetto trampolino è assicurato; Nissany deve iniziare a capire che in pista non può fare quello che vuole e se oggi può raccontare quanto successo deve ringraziare la FIA ed il lavoro svolto negli anni per incrementare la sicurezza delle monoposto.

Tornando alla gara, anche a Silverstone a deludere è stato Pourchaire. Il secondo gradino del podio nella Feature Race non è il risultato cui puntava il francese della Sauber Academy.

Ci si aspettava un Pourchaire in grado di dominare questo campionato dopo le ottime premesse viste nella passata stagione, ed invece il francese non riesce mai a fornire quell’acuto che gli consentirebbe di mettere pressione ad un Drugovich in grado di ottenere sempre il massimo dalla sua monoposto.

Anche oggi il brasiliano ha gestito al meglio le gomme soft al via ritardando la sosta sino al dodicesimo passaggio per poi montare le Pirelli hard, ed è stato paziente nell’aspettare il momento opportuno per mettere alla frusta le proprie coperture e beffare Vesti nel giro conclusivo salendo così in quarta piazza.

Anche da questi particolari, dalla capacità di sapere puntare all’obiettivo massimo quando la vettura non può garantire il successo, si capisce come Drugovich quest’anno abbia una marcia in più.

Pourchaire torna a casa sicuramente deluso. Il francese, autore di una partenza perfetta, aveva annusato l’odore di benzina dagli scarichi di Sargeant ed aveva sperato di poter sopravanzare lo statunitense nei giri conclusivi, ma il pilota della Carlin –che inspiegabilmente non viene mai considerato come papabile per un passaggio in F1 - ha gestito da veterano le Pirelli nelle battute finali chiudendo in bellezza un weekend semplicemente perfetto.

Grazie al quarto posto acciuffato all’ultimo giro Felipe Drugovich mantiene comodamente la prima posizione in classifica con 148 punti, mentre Pourchaire è sempre secondo ma con un ritardo di 42 punti dal brasiliano.

I prossimi appuntamenti di Spielberg, Le Castellet e Budapest saranno determinanti per indirizzare la lotta per il titolo.

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