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F2: si sacrificherà la pole per giocare di strategia?

Il nuovo format del weekend di gara sembra aver tolto dignità alla lotta per la pole ed i team dovranno capire se giocare di strategia per avere un vantaggio nelle Sprint Race piuttosto che nella Feature Race.

Liam Lawson, Hitech GP

Liam Lawson, Hitech GP

Red Bull Content Pool

C’era una volta la qualifica. Si potrebbe iniziare così l’analisi di quello che sarà il nuovo format del weekend della Formula 2 che ha letteralmente stravolto un sistema collaudato ed apprezzato da piloti, team e pubblico per andare a sperimentare una novità che ha lasciato tutti con l’amaro in bocca e mille dubbi.

Già da questo weekend, in Bahrain, si avrà un assaggio di questa rivoluzione, ma i punti interrogativi sono tanti. Uno, in particolare, riguarda proprio la qualifica. Avrà senso lottare per la pole per partire dalla prima casella soltanto nella terza gara del fine settimana?

Rivoluzione indigesta

Il format adottato sino allo scorso anno vedeva i piloti della Formula 2 impegnati in pista il venerdì mattina per il consueto turno di libere di 45 minuti per poi tornare nuovamente ad aggredire l’asfalto nel pomeriggio della stessa giornata e disputare il turno di qualifiche di 30 minuti.

I tempi ottenuti in quest’ultima sessione determinavano la griglia di partenza della Feature Race del sabato, mentre per la Sprint Race della domenica mattina si applicava l’inversione dell’ordine d’arrivo dei primi otto.

Da quest’anno, invece, la rivoluzione è totale. Con la separazione tra Formula 2 e Formula 3 si è resto disponibile uno slot per ospitare una terza gara per entrambe le categorie e gli organizzatori dei due campionati hanno così deciso di raddoppiare le Sprint Race al sabato e di spostare la ben più prestigiosa Feature Race la domenica mattina.

 

Photo by: Trident

Gara 1 e Gara 2 avranno una durata, rispettivamente, di 120 Km o 45 minuti, mentre Gara 3, quella della domenica, avrà una durata di 170 Km e prevederà, così come in passato, l’obbligatorietà del pit stop.

Ciò che cambia davvero è la determinazione della griglia di partenza per le tre gare, e qui gli organizzatori hanno adottato un meccanismo fin troppo complesso.

I tempi ottenuti nella sessione di qualifica saranno adottati per formare lo schieramento della Feature Race della domenica, mentre la griglia di partenza della prima Sprint Race del sabato sarà determinata con l’inversione dei tempi dei primi dieci. La griglia di partenza della seconda Sprint Race del sabato, infine, sarà determinata dall’ordine di arrivo di Gara 1 con i primi 10 che si schiereranno nelle rispettive caselle in ordine inverso.

Semplice? No. Chiaro? Nemmeno.

Si giocherà di strategia?

Nel proseguire questa analisi è fondamentale avere ben chiaro il sistema di attribuzione dei punti in vigore anche per questa stagione.

Così come in passato l’autore della pole sarà premiato con 4 punti, mentre 2 saranno i punti attribuiti all’autore del giro più veloce in ciascuna gara purché abbia tagliato il traguardo tra i primi dieci.

Le Sprint Race del sabato metteranno in palio per i primi otto classificati i seguenti punti: 15, 12, 10, 8, 6, 4, 2, 1. Ben più ricco è il bottino per la Feature Race della domenica che, come da tradizione, premierà i primi dieci piloti al traguardo con il seguente punteggio: 25, 18, 15, 12, 10, 8, 6, 4, 2, 1.

Alla luce di tutto ciò viene lecito chiedersi se abbia senso puntare alla pole, ed ai 4 punti in palio, per essere costretti a partire dalla decima piazza in Gara 1 col rischio di dover scattare sempre da metà schieramento, se non peggio, anche in Gara 2 qualora si venga coinvolti in un incidente.

Per rispondere a questa domanda non si può non prendere in considerazione il calendario di quest’anno della Formula 2.

Oltre all’appuntamento del Bahrain, i piloti della categoria cadetta saranno impegnati a Monaco, Baku, Silverstone, Monza, Sochi, Jeddah (che qualcuno ha definito una Suzuka con i muretti quando in realtà sembra una serie di muretti senza Suzuka ndr.) e Yas Marina. In ben 5 degli 8 circuiti i muretti a bordo pista saranno una presenza costante che aumenterà le occasioni di rischio in fase di sorpasso, mentre a Sakhir si dovrà trovare il giusto compromesso tra la necessità di rimonta e l’usura degli pneumatici, fattore che da sempre ha condizionato  il risultato finale in quel del Bahrain.

 

Photo by: James Gasperotti

Mettiamo per ipotesi che avvenga un contatto con conseguente danneggiamento dell’auto nel corso di Gara 1. In questo caso il pilota, magari scattato proprio dalla decima casella a causa dell’inversione dei tempi di qualifica, si vedrà penalizzato ingiustamente anche per Gara 2 perché dovrà prendere il via dal fondo della griglia, mentre avrà la possibilità di scattare dalla pole soltanto nella Feature Race con l’incognita relativa all’affidabilità del motore Mecachrome (il propulsore turbo transalpino reggerà per 3 gare a weekend?).

I piloti maggiormente indiziati di giocarsi il campionato preferiranno quindi alzare il piede in qualifica e giocare di strategia, magari puntando ad una partenza dalla terza fila che non sarà estremamente penalizzante in Gara 1, o prevarrà sempre l’istinto nella lotta contro il cronometro?

I dubbi di Bruno Michel

Chi ha fiutato il pericolo che questi timori siano fondati è stato Bruno Michel. Il patron della categoria ha cercato di gettare acqua sul fuoco prima del via della stagione 2021, ma le sue parole sembrano confermare i dubbi che sin dall’inizio hanno accompagnato questo nuovo format.

"Abbiamo esaminato la questione molto attentamente per assicurarci che non ci siano scappatoie, perché l'ultima cosa che vogliamo è che un pilota rallenti volontariamente per avere un vantaggio. Penso che sia impossibile che i team decidano di giocare di strategia e se lo facessero sarebbe stupido".

"Non vedo alcuna ragione per cui un pilota non abbia interesse ad essere in pole position. Dubito completamente che ci sarà qualcosa del genere, ma ovviamente avrà un impatto sulle strategie dei team e dei piloti durante un weekend di gara”.

Citando Mao Tse-tung:  “Grande è la confusione sotto il cielo, quindi la situazione è eccellente!”.

In realtà di eccellente c’è ben poco.

 

Photo by: Red Bull Content Pool

I vertici della F2 avrebbero potuto prendere esempio dal sistema adottato in Formula Regional European Championship sino allo scorso anno o anche in Euro F3 sino al 2018. Disputare due sessioni di qualifiche per determinare le griglie di partenza di Gara 1 e 2 ed utilizzare i secondi migliori tempi della seconda sessione per stilare la griglia di Gara 3.

Così facendo i piloti avrebbero avuto la possibilità di trascorrere più tempo in pista (magari portando a 45 minuti il turno di qualifica) e si sarebbe preservata la dignità della lotta per la pole.

Si è invece scelta ancora una volta la via dell’artificialità in nome di uno spettacolo da offrire ad ogni costo al pubblico.

Se l'esperimento dovesse rivelarsi fallimentare, e far così dubitare della decisione anche i vertici della F1 che utilizzano la categoria cadetta come banco di prova, l'augurio è che si possa avere il coraggio di ammettere l'errore e tornare alle scelte del passato.

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