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F2, Jeddah | Weekend nero per Pourchaire e la direzione gara

Nel fine settimana di Jeddah è stato Felipe Drugovich a brillare, mentre Théo Pourchaire non è riuscito a raccogliere neanche un punto. Malissimo la direzione gara nella Sprint Race con Hauger beffato due volte.

La Safety Car precede Dennis Hauger, Prema Racing

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

Il secondo appuntamento della stagione ha visto i piloti della Formula 2 confrontarsi sull’ostico tracciato di Jeddah, ed al termine del round dell’Arabia Saudita è apparso chiaro come il campionato 2022 sia ancora alla ricerca del suo padrone.

Se è vero, infatti, che Liam Lawson è sembrato fino ad ora il pilota più costante, è altrettanto vero che la sfortuna ha colpito indistintamente sia il neozelandese della Carlin che il suo diretto rivale Théo Pourchaire.

Lawson, dopo il convincente successo nella Sprint Race, è stato costretto ad alzare bandiera bianca nella gara della domenica a causa di un errore al pit determinato dall’addetto al lollipop che ha dato il via per ripartire quando il dado dell’anteriore sinistra non era stato ancora avvitato.

Pourchaire, invece, ha vissuto un weekend decisamente in salita sin dalle libere quando è andato ad impattare violentemente contro le barriere, per poi non riuscire a giocarsi le proprie chance di pole in qualifica quando il motore della sua ART Grand Prix è andato in fumo. Ancora peggio il risultato della Feature Race per il francese conclusa con un mesto ritiro ai box per problemi alla trasmissione. Bottino complessivo per Théo: zero punti. Un disastro.

F2, Gran Premio di Jeddah: Drugovich beffa tutti in qualifica

Come da tradizione i colpi di scena a Jeddah sono arrivati sin dalle qualifiche. In questa occasione sono state ben tre le bandiere rosse esposte che hanno complicato i piani di team e piloti. Le prime due interruzioni sono state provocate da Sargeant, finito a muro, e da Théo Pourchaire, come detto fermo col motore in fiamme, mentre l’ultima è stata decretata per una ricognizione in pista della medical car.

Soltanto pochi piloti sono riusciti a tornare sul tracciato quando al termine del turno mancavano poco più di 4 minuti ed a svettare con un giro perfetto è stato Felipe Drugovich. Il brasiliano del team MP Motorsport ha sfruttato al meglio la gomma nuova per fermare il cronometro sul tempo di 1’40’’642 rifilando 2 decimi ad un Richard Verschoor vero faro del team Trident e ben 6 decimi ad un Jack Doohan poi squalificato poiché nella sua vettura non è stato trovato il quantitativo minimo di carburante richiesto.

“Credo che il tempo sul giro sia stato decisamente inferiore a quanto pensassi. Nel primo settore non ho guardato il cruscotto per vedere se stessi andando bene o meno ed ho pensato soltanto a spingere per l’intero tentativo” ha dichiarato il polesitter Drugovich.

Felipe Drugovich, MP Motorsport

Felipe Drugovich, MP Motorsport

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

“Avevo molta pressione addosso perché fino ad allora avevo il quindicesimo tempo e sapevo che mi serviva un tentativo pulito. Fortunatamente non ho trovato trafficato e la nostra strategia di attendere sino all’ultimo ha pagato”.

“Mentalmente è stata una sessione molto difficile. Pregavo che non fosse esposta una quarta bandiera rossa nel corso del mio tentativo. Questo è un tracciato dove è molto complesso mettere insieme un giro perfetto. Sono davvero contento”.

F2, Gran Premio di Jeddah: regna il caos nella Sprint Race

Anche la prima corsa del weekend non è stata esente dalla confusione, sia in pista che in direzione gara. In prima posizione in griglia si è schierato Dennis Hauger grazie alle numerose penalità fioccate dopo le qualifiche.

Il pilota del team Prema è stato autore di un avvio perfetto a differenza di Jake Hughes, ma la battaglia in pista è stata neutralizzata già al secondo giro a causa del crash di Cordeel che ha richiesto l’intervento della safety car.

Alla ripartenza, avvenuta al sesto giro, si è verificato un violento scontro tra Sargeant e Doohan, con l’australiano del team Virtuosi che ha tamponato nel retrotreno la Carlin dello statunitense per un grave errore di valutazione quando tutte le monoposto erano ancora incolonnate prima del restart.

La safety car è stata costretta così ad intervenire nuovamente, ma in questo momento la direzione gara ha combinato un pasticcio che ha finito col penalizzare in modo palese Dennis Hauger. Al muretto PREMA, infatti, è giunta comunicazione di percorrere la pit lane dato che in pista erano presenti ben due trattori per rimuovere le monoposto incidentate.

Gli ingegneri della squadra italiana hanno chiesto per ben due volte conferma ed hanno ottenuto in entrambi i casi risposta affermativa. Quando Hauger, però, ha imboccato la corsia box è stata improvvisamente chiusa la pit lane con il risultato che il norvegese è scivolato dalla prima alla dodicesima piazza non essendo stato imitato dal resto del gruppo.

Come se non bastasse per Hauger è arrivata anche la beffa. Il campione 2021 della F3 è stato infatti punito con uno stop and go di 10 secondi proprio per essere entrato in pit lane quando la corsia era chiusa.

Il team italiano, subito dopo la gara, ha proposto reclamo contro la decisione dei commissari vedendo però respinta la protesta.

Alla ripartenza è stato Lawson a prendere il comando delle operazioni scavalcando Hughes al diciottesimo passaggio per poi transitare indisturbato sotto la bandiera a scacchi, mentre alle sue spalle è stata infuocata la lotta tra l’inglese del Van Amersfoort Racing e Juri Vips con l’estone bravo nello sfruttare al meglio la trazione in uscita dell’ultima curva ed il vantaggio offerto dal DRS per beffare Hughes al fotofinish e salire sul secondo gradino del podio.

La vittoria di Lawson è stata figlia anche di una scelta strategica intelligente. Il neozelandese, infatti, ha optato per montare le Pirelli medie al via. Una mossa rischiosa, specie considerando i pochi giri percorsi in regime di bandiera verde, ma rivelatasi vincente a causa dell’improvviso crollo delle soft costate a Hughes ed al Van Amersfoort Racing il primo successo nella categoria.

Il vincitore di gara 1 Liam Lawson, Carlin sul podio

Il vincitore di gara 1 Liam Lawson, Carlin sul podio

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

“Per un buon 70% della gara si è trattato di sopravvivere” ha dichiarato Lawson al termine della Sprint Race. “Alla seconda ripartenza mi trovavo in terza piazza e sono stato in grado di conquistare la vetta in pochi giri. La macchina era davvero veloce e devo ringraziare il team Carlin per l’ottimo lavoro svolto”.

Per Hughes la beffa è stata doppia perché parecchie ore dopo la conclusione della Sprint Race la sua vettura non ha passato le verifiche tecniche a causa di una usura eccessiva del fondo. La squalifica dell’inglese ha così consentito a Felipe Drugovich di ereditare il trofeo riservato al terzo classificato.

Ancora una volta, come già visto in Bahrain, si è messo in luce Ayumu Iwasa. Il rookie giapponese è stato uno dei protagonisti delle battute iniziali e non si è mai tirato indietro quando si è trattato di lottare ruota a ruota con i rivali, ma le circostanze eccezionali – che a Jeddah diventano normalità – lo hanno fatto scivolare sino alla settima piazza.

F2, Gran Premio di Jeddah: Hauger furioso

Tra i delusi del sabato c’è senza dubbio Dennis Hauger. L’incredibile confusione creata dalla direzione gara, che ha dapprima comunicato il transito delle monoposto in pit lane per poi cambiare idea poco dopo, è costata al pilota del team PREMA la possibilità di lottare per il primo successo nella categoria.

“Ho effettuato una buona partenza dalla pole ed ho cercato di prendere un po' di margine nei primi giri senza spingere al 100%” ha dichiarato il norvegese. “La prima ripartenza non è stata una delle migliori, ma sono riuscito a restare al comando. Poi la safety car è tornata nuovamente in pista e quello che è successo è stato frustrante”.

“Abbiamo avuto la conferma dalla direzione gra che saremmo dovuti transitare attraverso la pit lane. Lo abbiamo fatto ed abbiamo ricevuto una penalità per aver seguito le indicazioni. Sembra un po' ingiusto, specie perché ho perso la possibilità di lottare per la mia prima vittoria in F2”.

Certo, c’è da dire che Hauger – a differenza dei rivali alle sue spalle – non ha tenuto in dovuta considerazione i pannelli luminosi che segnalavano l’effettiva chiusura della pit lane, ma in questa vicenda è da biasimare soltanto una direzione gara per nulla lucida nella gestione degli eventi.

F2, Gran Premio di Jeddah: Drugovich nella monotonia della Feature Race

Ciò che ha maggiormente sorpreso nella Feature Race di Jeddah è stata l’assoluta ed imprevedibile linearità della seconda corsa del weekend. La direzione gara non è stata costretta ad intervenire nemmeno con una virtual safety car ed i piloti hanno potuto affrontare i 27 giri previsti senza particolari imprevisti se non quelli legati al degrado praticamente nullo delle mescole medie.

Ad imporsi, e mettere così la ciliegina sulla torta ad un weekend convincente, è stato Felipe Drugovich. Il brasiliano della MP Motorsport, dopo essere scattato dalla pole, ha sofferto nelle battute iniziali per una gestione delle Pirelli soft non ottimale, ma si è poi riscattato in modo netto una volta effettuata la sosta obbligatoria.

Montate le gomme medie Drugovich è riuscito a tenere a bada un Richard Verschoor che si è confermato ancora una volta il miglior acquisto compiuto dal team Trident. Costante, preciso, veloce, l’olandese sta finalmente consentendo alla squadra italiana di mettersi in luce anche in Formula 2 dopo i successi ottenuti in Formula 3.

Verschoor ha provato a beffare Drugovich con l’overcut decidendo di entrare ai box per montare le medie al giro 10, una tornata dopo il brasiliano, ma la scelta non ha pagato. Il secondo gradino del podio, però, è stato salutato con soddisfazione dagli uomini della Trident che sanno di avere tra le mani un ottimo finalizzatore del loro duro lavoro.

“Sono super felice del risultato, non avrei potuto chiedere di più” ha dichiarato un entusiasta Drugovich a fine gara. “Pole position, un podio ieri e una vittoria oggi. Adesso sono in testa al campionato dopo un weekend perfetto”.

Torna a sorridere anche Jehan Daruvala. L’indiano della PREMA è stato autore di una gara solida corsa tutta in rimonta dalle retrovie ed agevolata da una ottima strategia decisa dal team che gli ha consentito di chiudere in terza piazza. Senza il disastro in qualifica forse l'indiano sarebbe stato della partita per la vittoria... 

Jehan Daruvala, Prema Racing, Calan Williams, Trident

Jehan Daruvala, Prema Racing, Calan Williams, Trident

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Da segnalare, infine, i primi punti messi a segno da Dennis Hauger al termine di una Feature Race convincente. Il norvegese è scattato con mescola media ed ha gestito al meglio le coperture riuscendo a girare su tempi decisamente competitivi.

Il pit per montare le Pirelli soft è stato effettuato quando mancavano solo 5 giri al termine. Un azzardo, quello della PREMA, che non ha pagato. Forse il team italiano ha temporeggiato in attesa di una safety car che non è mai entrata, ma il sesto posto ottenuto da Hauger fa morale specie dopo la controversa direzione gara del sabato.

Al termine del secondo round del campionato la classifica vede Felipe Drugovich al comando con 45 punti seguito da Lawson a quota 34 e Richard Verschoor terzo con due sole lunghezze di distanza dal neozelandese.

La battuta a vuoto di Théo Pourchaire è costata cara al francese della ART Grand Prix che è scivolato dal primo al quinto posto alle spalle anche di Juri Vips.

La Formula 2 si prende adesso un mese di pausa e tornerà in pista ad aprile sullo splendido tracciato di Imola.

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