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F2 | Drugovich ha meritato, ma paga la "sindrome" da 3° anno

Il brasiliano ha conquistato con un round di anticipo un titolo ampiamente meritato, ma a renderlo poco appetibile agli occhi dei team principal è l'esserci riuscito alla terza stagione.

Felipe Drugovich

Foto di: Dutch Photo Agency

Alla fine Felipe Drugovich non ha dovuto nemmeno completare il primo giro della Sprint Race di Monza per aggiudicarsi il titolo 2022 della Formula 2.

Il vantaggio in classifica del brasiliano su Théo Pourchaire era tale che anche con un ritiro dopo pochi metri il pilota della MP Motorsport è riuscito ad avere la matematica certezza della conquista del campionato, complice l’arrivo fuori dalla zona punti del rivale della ART Grand Prix che ha provato di tutto per tenere accese le speranze.

Drugovich è stato sicuramente il più costante in questa stagione. Ha sfruttato al massimo la sua vettura nelle fasi iniziali della stagione, quando il vantaggio tecnico della MP Motorsport era netto rispetto alla concorrenza, e si è difeso con le unghie e con i denti nella parte centrale quando tutta la squadra ha accusato un netto calo di forma.

Tuttavia la sua mancata promozione in Formula 1 dopo la conquista del campionato non farà gridare allo scandalo.

Nulla contro Felipe, che è riuscito ad imporsi con un team che in passato era stato in grado di puntare a successi di tappa ma mai al titolo, ma la conquista del campionato dopo 3 anni nella stessa serie non lo rende particolarmente appetibile agli occhi degli osservatori.

Felipe Drugovich

Felipe Drugovich

Photo by: Dutch Photo Agency

Nelle passate stagioni siamo stati deliziati da fenomeni del calibro di Charles Leclerc, George Russell e Oscar Piastri capaci di mettere le mani sul titolo al debutto nella categoria e di regalare statistiche impressionanti sia per il numero di vittorie che di pole.

Drugovich fa invece parte di quella schiera di piloti bravi ed anche vincenti ma non fenomenali e per questo poco inclini ad accendere i desideri dei team principal.

Felipe adesso dovrà guardarsi intorno e capire quale sarà l’opzione migliore per il suo futuro. Considerando le porte praticamente chiuse della Formula 1, ed escludendo che voglia trascorrere i prossimi anni vestendo i panni del pilota di riserva (sarebbe oggettivamente uno spreco), l’alternativa validissima potrebbe essere il WEC (magari sperando di diventare un pilota ufficiale) oppure seguire le orme di Christian Lundgaard e Callum Ilott e provare l’assalto alla IndyCar.

Chi dovrà scegliere con attenzione che strada seguire il prossimo anno è anche Théo Pourhcaire.

Inutile negarlo: il francese è il grande sconfitto di questa stagione. Partito con i favori del pronostico Pourchaire ha deluso le aspettative con prestazioni spesso non all’altezza del suo talento, ma c’è anche da dire che la dea bendata non lo ha certo aiutato.

Il guasto tecnico rimediato nei giri iniziali della Feature Race di Spa-Francorchamps ha rappresentato la fine della sua rimonta in classifica. Dopo essersi portato a soli 19 punti di distacco da Drugovich in Ungheria – approfittando del lungo momento negativo vissuto dal brasiliano – il problema patito in Belgio ha distrutto le speranze del francese  e si è presentato proprio nel momento in cui Felipe è tornato competitivo come ad inizio stagione.

L’appuntamento successivo di Zandvoort ha poi visto Drugovich tornare al successo dopo un’astinenza da primo gradino del podio che durava addirittura da Monaco ed al termine della trasferta olandese è sembrato chiaro che il brasiliano avesse ormai ipotecato il campionato.

Monza è stata semplicemente il palcoscenico dove Felipe ha potuto festeggiare un titolo meritato.

F2, Monza, Sprint Race: Drugovich campione, Vips si riscatta

La prima gara del weekend di Monza ha visto subito un colpo di scena. Poco dopo il via Felipe Drugovich si è trovato costretto al ritiro con la sospensione anteriore destra KO a seguito di un contatto con Cordeel.

Chi si aspettava di vedere un Drugovich imbufalito ai box è rimasto deluso. Il brasiliano, infatti, si è accomodato al muretto ed ha guardato con interesse la gara per capire se Pourchaire sarebbe riuscito a tenere aperti i giochi.

Il francese ha provato in tutti i modi a risalire dalla quattordicesima posizione di partenza, ma non è stato fortunato ed alla fine, dopo molti duelli al limite ed un rimonta che stava entusiasmando, ha chiuso in ultima piazza ed ha così avuto la matematica certezza dell’addio.

A Pourchaire resta l’amaro in bocca per non aver concretizzato quel potenziale emerso in modo palese sia nella stagione di debutto in Formula 3 che in quella di Formula 2, ma quest’anno – sfighe a parte – non è sembrato lo stesso pilota visto nel 2020 e nel 2021.

In molte occasioni non è sembrato in sintonia con la vettura e questo appannamento si è rivelato decisivo quando si è trattato di tirare le somme.

Théo Pourchaire, ART Grand Prix

Théo Pourchaire, ART Grand Prix

Photo by: DPPI

Ora bisognerà capire cosa vorrà fare il francese il prossimo anno. Una terza stagione in Formula 2, nonostante la giovanissima età, rischierebbe di avere un effetto controproducente ma di alternative valide in monoposto ce ne sono poche…

Una menzione speciale per quanto accaduto nella Sprint Race la merita Juri Vips. L’estone è finalmente riuscito ad ottenere il primo successo nel 2022 correndo senza commettere mai alcuna sbavatura.

La vittoria segna la fine di un periodo nerissimo per Juri iniziato con numerosi errori nella prima parte di stagione e completato con la controversa vicenda dell’allontanamento dalla Red Bull Academy per commenti ritenuti razzisti nel corso di una partita online alla Playstation.

Juri ha trovato supporto soltanto dal suo team, la HitechGP, che ha deciso di non allontanarlo in un momento psicologicamente ed umanamente complesso e la scelta si è rivelata corretta anche contro il parere degli organizzatori del campionato autori di un vergognoso comunicato contrario alla decisione della squadra.

Il politically correct si conferma il male dei nostri tempi.

F2, Monza, Feature Race: il caos regna sovrano

Con il titolo già assegnato al sabato, l’unico motivo di interesse per seguire la Feature Race era relativo alla lotta per la conquista del secondo e terzo posto in classifica.

Se Théo Pourchaire sembra ormai certo di concludere la stagione come vicecampione, complice anche un comodo cuscinetto di punti sugli inseguitori, Logan Sargeant, Jack Doohan e Liam Lawson sono i nomi di peso che si trovano in lotta per occupare l’ultimo gradino del podio della classifica generale.

I quattro protagonisti, però, hanno vissuto una Feature Race da incubo. Poco dopo il via un incidente multiplo innescato da Ralph Boschugn ha messo KO Pourchaire, mentre alcuni secondi dopo un errore in frenata da parte di Doohan, finito contro l’incolpevole Sargenat a causa di un problema al volante, ha costretto al ritiro sia il pilota del team Virtuosi che lo statunitense della Carlin.

Del caos ne avrebbe potuto beneficiare Lawson, ma il neozelandese del vivaio Red Bull ha vissuto una gara da incubo condizionata da una sosta supplementare per la rottura dell’ala anteriore.

Alla fine a vincere, per la prima volta in stagione, è stato Jehan Daruvala davanti a Vesti ed Iwasa e grazie a questo risultato l’indiano si è inaspettatamente rilanciato nella lotta per il terzo posto in classifica.

Si sarebbe pure potuto rilanciare anche Iwasa, ma il giapponese della DAMS è stato squalificato per eccessiva usura del fondo riscontrata sulla sua monoposto a fine gara.

Ayumu Iwasa, Dams

Ayumu Iwasa, Dams

Photo by: Red Bull Content Pool

Incredibile poi quanto accaduto a Juri Vips. Il pilota estone, protagonista di un contatto con Liam Lawson dove ad avere la peggio è stato il portacolori del team Carlin spedito in testacoda, è stato punito con uno stop and go di 10 secondi, ma ore dopo la fine della corsa è arrivato un comunicato dove veniva evidenziato un errore amministrativo nell’infliggere questa penalità che, invece, avrebbe dovuto essere solo di 10’’.

I commissari si sono scusati con Vips e la Hitech GP per l’accaduto, ma l’episodio ha del grottesco considerando il livello del campionato.

Adesso toccherà attendere sino a novembre per sapere come si concluderà una stagione che ha visto molti rookie interessanti che in più occasioni hanno oscurato la marcia trionfale di Drugovich.

Doohan, Sargeant ed Iwasa hanno fornito sì prestazioni altalenanti, ma hanno fatto vedere di avere qualcosa di speciale che con tutta probabilità potrà concretizzarsi al secondo anno nella categoria in attesa di ritrovare quel Dennis Hauger apparso la brutta copia del rullo compressore ammirato in Formula 3 nel 2021.

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