Analisi: Markelov ha recuperato 16"495 in VSC, ma senza inganni
Il russo è stato fortunato, perché con questo tipo di neutralizzazione si può perdere o guadagnare in base al punto della pista in cui ci si trova quando comincia e finisce. Però gli va il merito di aver gestito le gomme soft per 37 giri ad un gran ritmo.
Alla fine il più sorpreso è sembrato proprio lui, Artem Markelov, russo di ventuno anni alla sua terza stagione nella GP2 Series. Il suo stupore è stato più che giustificato, così come la commozione sul podio, perché non capita spesso di vincere una gara a Montecarlo partendo dalla quindicesima posizione della griglia di partenza. A favore di Markelov hanno giocato quattro fattori: una passo veloce e costante nel lunghissimo primo stint di gara, una strategia perfetta, un pit-stop velocissimo e i tre congelamenti della corsa in regime di Virtual Safety Car.
Markelov in pista ha effettuato due soli sorpassi: Galael nel corso dell’ottavo giro, e De Jong nella ventitreesima tornata. Al giro numero 20 in testa alla corsa c’era Norman Nato, e Markelov era risalito in decima posizione transitando a 20”501 da leader. Nelle successive venti tornate Markelov ha guadagnato sul francese 5”431 in pista, 3”058 nella velocità del pit-stop, e ben 16”495 durante gli ultimi due periodi di Virtual Safety Car. Ma come è stato possibile recuperare terreno durante il periodo di congelamento della corsa?
Questione di fortuna. Quando la direzione gara decide di attivare il periodo di Virtual Safety Car, ai piloti viene imposto di rallentare alla velocità di 80 km/h, che devono poi mantenere fino a nuovo ordine. La differenza la fa il punto della pista in cui il pilota si trova nel momento in cui viene imposto il rallentamento. Chi si trova in un tornantino, per esempio alla Rascasse, si troverà quasi al limite della velocità imposta, ma se un pilota si trova a velocità sostenuta, ad esempio a metà del Tunnel, impiegherà più tempo a rallentare. E tutta la distanza che percorrerà prima di arrivare a raggiungere la velocità imposta, andrà a suo vantaggio.
Discorso inverso nella ripartenza. Un pilota che riceve il messaggio di termine del periodo VSC in uscita da un punto lento, potrà accelerare senza perdere tempo, al contrario di chi si trova in un punto veloce, che impiegherà diversi secondi a raggiungere la velocità normalmente percorsa in quel punto. Le differenze diventano più accentuate, come abbiamo visto a Monaco, se il periodo di congelamento non coincide con un giro completo di pista per tutti i piloti. In questo caso chi percorre ad andatura ridotta un tratto di pista più lento è di fatto favorito rispetto a chi si trova in regime VSC in un tratto dall’alta velocità di percorrenza.
Al termine della gara GP2 disputata oggi a Monaco non sono mancate discussioni e polemiche. Ma resta di base la differenza fatta dalla strategia del team Russian Time, che ha effettuato il cambio gomme a tre tornate dal termine della corsa, e la capacità di Markelov di gestire un set di pneumatici dal via al giro 37 (dei 40 complessivi) mantenendo un passo veloce e costante. La sua vittoria, al di là della fortuna derivata dalle circostanze, è stata meritata grazie ad una condotta molto intensa ed immune da errori. Cosa non semplice, soprattutto a Montecarlo.
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