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Macao: la classe 2016 della Formula 3 è rimandata

Da Costa e Rosenqvist hanno piegato la concorrenza delle nuove leve. Il portoghese, con la vittoria odierna, ha chiuso un weekend perfetto. Lo svedese ha dato spettacolo con una grande rimonta. Tra i giovani si salva soltanto Sergio Sette Camara.

António Felix da Costa, Carlin Dallara Volkswagen

António Felix da Costa, Carlin Dallara Volkswagen

Alexander Trienitz

António Felix da Costa, Carlin Dallara Volkswagen
George Russell, Hitech GP Dallara Mercedes
Daniel Juncadella, Hitech GP Dallara Mercedes
António Felix da Costa, Carlin Dallara Volkswagen
Sérgio Sette Camara, Carlin Dallara Volkswagen
Sérgio Sette Camara, Carlin Dallara Volkswagen
Sérgio Sette Camara, Carlin Dallara Volkswagen
António Felix da Costa, Carlin Dallara Volkswagen
Podio: il vincitore della gara António Felix da Costa, Carlin Dallara Volkswagen
António Felix da Costa, Carlin Dallara Volkswagen
António Felix da Costa, Carlin Dallara Volkswagen

La classe 2016 della Formula 3 è rimandata. A dirlo è il verdetto del Gran Premio di Macao, che ha visto i due cavalli di ritorno Antonio Felix Da Costa e Felix Rosenqvist dominare la scena. Il portoghese, tornato al volante di una Formula 3 dopo ben tre anni dall’ultima corsa disputata (Macao 2013), ha ridimensionato molto la caratura dei protagonisti stagionali della categoria.

Quella di Da Costa è una storia di chi ad un certo punto della carriera avrebbe potuto puntare ai piani alti, ma quando si sposa la causa Red Bull non basta vincere e convincere. Servono anche circostanze favorevoli, e a fine 2013 Helmut Marko preferì al portoghese Daniil Kvyat. Il russo finì in Toro Rosso, Da Costa tornò a casa. Sono arrivate chance professionali, come la Formula E ed il DTM, poi qualche settimana fa la telefonata di Trevor Carlin: “Vieni a Macao?”.

“Trevor mi ha detto che non aveva sponsor – ha raccontato Da Costa appena sceso dal podio – ma gli ho detto che non c’erano problemi. A Macao non rinuncio, e così, dopo due giornate di test sono arrivato qui”. Quattro anni dopo il primo successo, Da Costa è tornato sul gradino più alto del podio di Macao, la stessa emozione, le stesse lacrime viste quattro anni fa quando ha sentito l’inno portoghese.

Ma non è stato tutto uguale al 2012. “Quattro anni fa ero ancora in corsa per la Formula 1 – ha confermato Da Costa – dovevo vincere. Questa volta è stato diverso, sono arrivato più rilassato, anche ieri nella manche di qualifica ero molto tranquillo, mi sono goduto la guida su questa pista fantastica. Ma oggi, quando mi sono alzato, ho sentito la pressione. Poi in mattinata Tiago (Monteiro, il suo manager) ha vinto la gara TCR, e ci eravamo detti che dovevamo vincere entrambi. Così alla fine sono arrivato sulla griglia di partenza con la carica agonistica di chi deve puntare ad un solo risultato. Onestamente, non credevo che avrei vissuto queste emozioni, mi sto godendo di più questa vittoria”.

Dietro un successo a Macao spesso c’è una storia, e quella di Da Costa ripercorre un copione già visto a volte in passato. Il circuito Da Guia regala rivincite, anche se impressione sentire un ragazzo di 25 anni parlare quasi da ex: “Il DTM è un campionato bellissimo, ma quando sei abituato a vincere ed in certi weekend ti ritrovi ad essere lentissimo senza che nessuno di sappia spiegarti i motivi, è un po’ frustrante. Essere venuto qui, insieme a tanti giovani che puntano alla Formula 1, e vincere, beh, è una bella soddisfazione, non lo nego di certo. Non cambierà nulla nel mio futuro, questa è la mia ultima gara di Formula 3, non penso più alla Formula 1 e magari tornerò qui con i “veterani” che corrono nel GT”.

Sul podio Da Costa ha abbracciato il coetaneo Felix Rosenqvist, compagno di avventure in Formula E. Due vincitori “bis” di Macao, due storie simili. Anche per lo svedese Macao non era nei programmi, ma è arrivata la convocazione della Prema per sostituire Lance Stroll, che ha salutato la Formula 3 dopo il titolo Europeo in direzione Williams.

Anche a Rosenqvist il ritorno a Macao ha regalato una bella soddisfazione, non proprio quella sperata, ma molto vicina. “Abbiamo iniziato il weekend un po’ in salita – ha spiegato – non abbiamo trovato subito la strada giusta con le gomme Pirelli, ma dopo la mance di qualifica le modifiche sono state perfette, ed oggi avevo un gran ritmo. Scattando dalla sesta posizione sapevo che per la vittoria sarebbe stata dura, ma comunque credo sia stata una gran gara. Un paio di giri in più e avrei avuto modo di giocarmela, ma Antonio ha meritato la vittoria”.

Nella pattuglia dei piloti di “ruolo” hanno sorriso solo Jake Hughes (sesto alla sua seconda partecipazione al volante di una Formula 3) e soprattutto Sergio Sette Camara. Il diciottenne brasiliano del vivaio Red Bull ha sportivamente riconosciuto il passo dei primi due classificati, ma un terzo posto per lui è oro, soprattutto perché arrivato dopo una stagione poco positiva nella Formula 3 Europea. Per tutti gli altri è tempo per riflettere.

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