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A Macao muore la F3: quattro proposte perché la gara cinese possa continuare

La terza serie chiude il suo ciclo di vita e, al di là del terribile botto di Sophie Floersch, l'appuntamento sull'anacronistico circuito cittadino di Macao deve trovare quale sarà la categoria del futuro che potrà occupare il posto GP di Formula 3 dopo 35 edizioni. Scopriamole...

Partenza

Foto di: Malcolm Griffiths

Sophia Flörsch, Van Amersfoort Racing
L'incidente di Sophia Flörsch, Van Amersfoort Racing
L'incidente di Sophia Flörsch, Van Amersfoort Racing
L'incidente di Sophia Flörsch, Van Amersfoort Racing
L'incidente di Sophia Flörsch, Van Amersfoort Racing
L'incidente di Sophia Flörsch, Van Amersfoort Racing
Dettaglio della curva dopo l'incidente
Podio: il vincitore della gara Dan Ticktum, Motopark Academy
Il vincitore della gara Dan Ticktum, Motopark Academy
Ralf Aron, SJM Theodore Racing by PREMA
Sacha Fenestraz, Carlin
Mick Schumacher, SJM Theodore Racing by PREMA
Sacha Fenestraz, Carlin

Dan Ticktum ha aggiunto un’altra pagina al libro di storie del Gran Premio di Macao. Un’opera che va ben oltre l’albo d’oro, passando attraverso rivincite e delusioni, carriere lanciate e resuscitate con copioni che sembrano sceneggiature cinematografiche.

La scorsa domenica sera l’atmosfera nel paddock asiatico non era la solita che segue l’ultimo appuntamento di una stagione lunga ed impegnativa.

Mentre i meccanici smontavano i box e caricavano le casse da imbarcare verso casa, molti addetti ai lavori si chiedevano quale futuro sarà riservato a questa gara straordinaria, perché Macao, per come la si è vista fino ad oggi, di fatto è terminata. Trentacinque edizioni del Gran Premio di Formula 3, ovvero la gara clou del fine settimana, sono giunte al termine.

Questo perché la bandiera a scacchi dell’edizione 2018 ha decretato la fine della gara di Formula 3, la categoria propedeutica per eccellenza nel mondo delle monoposto, condannata a morte dal virus della mono-fornitura dilagato in modo irrefrenabile negli ultimi quindici anni.

Il prossimo anno ci sarà una rivoluzione nella fascia centrale delle formule propedeutiche, e il nome Formula 3 sarà acquisito dall’attuale GP3 Series (come campionato Internazionale) e da una serie di campionati ‘Regional’ con vetture che in realtà sono più vicine al concetto di Formula 4 maggiorate che a quello originale di Formula 3. Ma attenzione: a sopravvivere sarà il nome, non il concetto e le linee guida della categoria.

La morte della Formula 3 costringe anche Macao a dover ripensare ad un futuro che si preannuncia non proprio semplice. Quando nel 1983 l’organizzatore Barry Bland decise di portare nel protettorato portoghese la Formula 3, venne istituito un sistema ad inviti, ovvero l’accesso alla gara era riservato ai migliori team/piloti delle varie serie nazionali della categoria.

Così è stato per vent’anni, poi con l’ascesa della Formula 3 Europea di fatto la griglia è stata un mix di rappresentanti della serie continentale e Giappone, ma con la libertà di poter richiamare piloti passati nel frattempo alle categorie superiori, sempre pronti a tornare sul circuito da Guia per una rivincita.

Macao ha sempre proposto griglie di partenza inedite, ma sempre livellate verso l’alto in termini di qualità di piloti, una caratteristica fortemente a rischio in futuro.

Quattro ipotesi per il futuro

Nella giornata di ieri si è tenuto a Macao un incontro che ha coinvolto gli organizzatori locali ed alcuni rappresentanti di addetti ai lavori (ma non la FIA) per valutare le varie opzioni da seguire in futuro. Quattro gli scenari possibili.

Macau F3 potrebbe diventare una delle tappe del calendario della F3 International 2019, ma serve l’omologazione del tracciato come “grade 2” (adesso è “grade 3”) e gli organizzatori locali non vedono proprio di buon occhio il rischio che gli interventi FIA possano snaturare il tracciato. È però un passaggio obbligato, poiché la nuova monoposto Formula 3 International, concettualmente altro non è che la GP3 attuale, con Halo e qualche aggiornamento aerodinamico, quindi con prestazioni superiori all’attuale Formula 3.

Se Macao diventasse una prova di campionato F3 International ne risentirebbe anche lo storico format del weekend, poiché la F3 dovrebbe seguire il programma degli altri weekend stagionali. Quindi una sessione di prove libere, una qualifica e le due gare, con la seconda corsa a griglia invertita.

Diverso sarebbe se la F3 International decidesse di far tappa a Macao per una prova extra campionato. Resterebbero da risolvere le problematiche legate all’omologazione della pista, ma non quelle sportive, poiché come gara spot il format potrebbe essere allineato a quello attuale.

L’alternativa alla F3 International è l’utilizzo della Formula 3 Regional, con la possibilità di avere al via team della serie Europea e Cinese, che hanno scelto lo stesso pacchetto tecnico Tatuus con motori Alfa Romeo.

Una soluzione che si avvicina più allo spirito dell’evento, che ha sempre visto al via piloti e squadre provenienti da serie e nazioni differenti ed abbinamenti team/piloti inediti. Ma una possibilità che spaventa un po' gli organizzatori, poiché il livello dei piloti sarebbe indubbiamente più acerbo rispetto a quello visto da sempre a Macao.

Il profilo sarebbe quello di giovani ancora nella prima metà del loro percorso propedeutico, e non alle soglie del fatidico passaggio in Formula 1 come è spesso stato finora.

L’ultima proposta esaminata dal comitato organizzatore prevede la possibilità di tornare in pista tra dodici mesi con una gara spot da disputare con l’attuale parco monoposto/motori. Un’idea valida sul fronte tecnico, ma che cozza un po' con la programmazione delle attività delle squadre, che lavoreranno per tutto l’anno con vetture differenti.

Ed in alcuni casi le squadre di vertice dell’attuale F3 hanno già venduto le attuali vetture a collezionisti e privati, facendo diventare un punto interrogativo la possibilità di poter mantenere una griglia di partenza di 28 monoposto come quella attuale. Se arriveranno le garanzie da parte delle squadre, potrebbe essere un modo per posticipare la decisione finale di dodici mesi, in attesa di capire quale sarà la linea da scegliere nel lungo periodo.

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