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Yuki Tsunoda: il piccolo samurai che ha stregato la Red Bull

Dopo appena due stagioni di gare in Europa la famiglia Red Bull ha deciso di promuovere Tsunoda in Formula 1 il prossimo anno. Come ha fatto il giapponese a conquistare Helmut Marko e Franz Tost?

Yuki Tsunoda, Jenzer Motorsport

Yuki Tsunoda, Jenzer Motorsport

Joe Portlock / Motorsport Images

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Dopo una assenza durata ben 7 anni il Giappone tornerà ad avere un pilota in Formula 1. L’AlphaTauri, infatti, ha annunciato l’ingaggio di Yuki Tsunoda per la prossima stagione confermando così le voci che erano iniziate a circolare già da qualche mese di un salto di categoria per il piccolo samurai.

Chi pensa che Tsunoda sia arrivato in Formula 1 solo per volontà della Honda, nonostante l’addio del costruttore giapponese a fine 2021, si sbaglia. Yuki ha meritato il salto nella massima serie grazie ad una crescita impressionante vista nelle ultime due stagioni ed a delle qualità di guida che lo hanno reso unico.

Uno scricciolo senza paura

A vederlo fuori dall’abitacolo Tsunoda fa quasi tenerezza. Un pilota in miniatura, dal volto pulito e dai modi gentili. L’altezza di 1 metro e 59 e quel viso senza un filo di barba lo fanno sembrare ancora più giovane di quei 20 anni che in realtà ha, ma quando infila i guanti ed indossa casco e tuta Yuki si trasforma.

Quel ragazzo gentile ed educato una volta seduto all’interno dell’abitacolo della propria monoposto diventa una furia, non sa cosa sia la paura, si getta in ogni duello con grande intelligenza senza rischiare mai di andare oltre il limite e, soprattutto, annichilisce gli avversari con una capacità di staccare al limite quasi contraria alle leggi della fisica.

Il debutto di Tsunoda nel panorama automobilistico europeo risale al 2019. Dopo aver conquistato l’anno precedente il titolo nella F4 giapponese, la Honda prepara lo sbarco di Yuki nel Vecchio Continente e lo affida al vivaio della Red Bull.

La academy diretta da Helmut Marko decide di mettere alla prova Tsunoda sia in Formula 3 che nell’Euroformula Open.

Gli inizi nella serie marchiata FIA sono incoraggianti nonostante la squadra, il team Jenzer, non sia di primissima fascia.

Yuki è costantemente in top ten nei primi due appuntamenti della stagione (Spagna e Francia) e conferma questi risultati anche a Silverstone, in Gara 2, in Ungheria ed in Gara 1 a Spa-Francorchamps.

E’ però in Gara 2 sulla pista belga che Tsunoda offre al mondo un assaggio delle sue qualità. In un weekend segnato dalla tragedia di Hubert, il giapponese mette in scena tutto il suo repertorio fatto di staccate al limite e sorpassi senza paura per conquistare un incredibile quanto inatteso secondo gradino del podio.

La settimana successiva, a Monza, Tsunoda riesce a stupire daccapo tutti. In Gara 1 il giapponese artiglia il terzo gradino del podio, ma è in Gara 2 che il piccolo samurai lascia davvero senza parole.

Su un tracciato reso insidioso dalla pioggia caduta sino alle prime ore del mattino, Yuki ottiene il suo primo successo nella categoria scioccando il pubblico in pista ed a casa per il modo in cui è maturata questa vittoria.

Yuki Tsunoda, Jenzer Motorsport. A Monza, nel 2019, il giapponese ha sbalordito tutti conquistando la sua prima vittoria in F3

Yuki Tsunoda, Jenzer Motorsport. A Monza, nel 2019, il giapponese ha sbalordito tutti conquistando la sua prima vittoria in F3

Photo by: Joe Portlock / Motorsport Images

Scattato con le gomme da bagnato, Tsunoda risale immediatamente dalla sesta posizione di partenza sino alla seconda alle spalle di Jake Hughes per poi lasciare attonito l’inglese quando, al giro 15, lo affianca alla staccata della prima variante per frenare 10 metri dopo nonostante gli pneumatici wet ormai consumati dall’asfalto praticamente asciutto.

Quella staccata implacabile diventa un suo marchio di fabbrica ed è lo stesso giapponese a spiegare come sia riuscito a diventare uno dei piloti più temibili in frenata.

“Questo stile di guida mi è stato insegnato da mio padre. Quando ho iniziato a correre in kart, a pista libera, mettevamo delle barriere alla fine dei rettilinei e dopo essere partito dall’ultima curva dovevo frenare più forte che potevo e fermarmi il più vicino possibile alle barriere”.

 “A pensarci bene adesso può sembrare un cosa folle, ma prima di partire mio padre mi diceva di non guidare in modo conservativo, di cercare subito il limite e di non preoccuparmi se fossi andato a sbattere”.

E’ il debutto europeo in kart, però, che cambia completamente la visione di gara di Tsunoda.

“Quando ero piccolo e correvo in kart Giappone non ero così aggressivo perché non volevo andare a sbattere. Tutto, però, è cambiato la prima volta che ho disputato un gara in Europa, a Le Mans per la precisione. Ho visto molti piloti che guidavano in modo molto diverso in gara, come se fosse una guerra. Non si preoccupavano di sbattere ma cercavano solo di guadagnare più posizioni possibili. Sono rimasto impressionato da tutto ciò. Fino alle qualifiche sono sceso in pista con timore, ma poi ho cambiato modo di guidare. In gara stavo andando bene ma poi al giro finale sono andato a sbattere. Dopo la corsa, però, ho capito che avrei dovuto correre in un modo differente”.

La consacrazione in F2

Il 2020 è l’anno della consacrazione per Tsunoda. Chiamato al salto di categoria in Formula 2, Yuki è il pilota che impressiona di più al debutto stagionale mettendo il proprio autografo in cima alla lista dei tempi sin dalle prime prove libere in Austria.

Il piccolo samurai mostra subito una velocità di apprendimento della nuova monoposto e delle Pirelli da 18’’ semplicemente impressionante.

Sul giro secco è un fulmine, mentre in gara paga ancora una mancanza di esperienza che, insieme a qualche problema di affidabilità di troppo, si rivelerà determinante a fine stagione nella lotta per il titolo.

La qualità principale di Yuki, la staccata al limite, non viene però intaccata dalle nuove Pirelli da 18 pollici. Il giapponese si trova a proprio agio con cerchi e gomme che la Formula 1 adotterà a partire dal 2022 ed in poco tempo diventa uno dei migliori interpreti delle coperture realizzate dalla Casa italiana.

Sono le ultime due gare della stagione a far capire perché quel ragazzino di 1 metro e 59 meriti il salto in Formula 1.

Yuki Tsunoda, Carlin. Al debutto in Formula 2 è in grado di conquistare 4 pole e 3 vittorie

Yuki Tsunoda, Carlin. Al debutto in Formula 2 è in grado di conquistare 4 pole e 3 vittorie

Photo by: Formula Motorsport Ltd

Dopo aver sbalordito tutti 7 giorni prima nella Feature Race in Bahrain con una incredibile rimonta dal fondo della griglia (a causa di un suo errore in qualifica) sino al sesto posto, Yuki nel tracciato esterno di Sakhir è una furia.

Tsunoda è il più rapido sia nelle libere che in qualifica ed in gara si prende un successo netto dopo aver gestito al meglio le sue Pirelli e non aver alzato il piede dal gas quando Mazepin gli chiude la porta in faccia in modo durissimo sul rettilineo principale.

Senza paura, come sempre, Yuki ha tenuto l’acceleratore schiacciato a tavoletta sfruttando l’ultimo millimetro di asfalto a disposizione per poi frenare ancora più tardi del russo senza mai bloccare le ruote anteriori ed andare a conquistare il successo numero 3 della stagione.

Il terzo posto finale in classifica gli consente di portare a casa il trofeo dedicato ad Anthoine Hubert come rookie dell’anno. Un riconoscimento che tocca le corde dell’animo del piccolo samurai.

Al primo assaggio di F1 conquista Tost

E’ il 4 novembre 2020, però, la data rimarrà impressa a fuoco nel libro dei ricordi di Tsunoda. Sul tracciato di Imola il pilota giapponese si cala per la prima volta all’interno di una monoposto di Formula 1, la Toro Rosso STTR12 del 2018 decorata per l’occasione con la livrea AlphaTauri.

Nei box è presente Franz Tost che vuole vedere da vicino come quel ragazzino dai modi gentili e dal volto pulito si comporterà al volante di una monoposto decisamente più impegnativa rispetto ad una Formula 2.

Yuki scende in pista al mattino con gomme wet “demo” a causa dell’asfalto ancora umido, poi, quando la pista si asciuga, monta le slick ed inizia in maniera incessante ad abbassare i tempi sino ad accumulare a fine giornata 72 tornate.

Yuki Tsunoda, Honda Formula Dream Project. Al primo assaggio di Formula 1, con una Toro Rosso del 2018, strega Franz Tost

Yuki Tsunoda, Honda Formula Dream Project. Al primo assaggio di Formula 1, con una Toro Rosso del 2018, strega Franz Tost

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

Il colpo di fulmine scatta immediatamente. Tost, solitamente algido, è colpito ed affascinato da quanto fatto da Yuki in quei soli 352 Km a disposizione e si scioglie.

“Sebbene le condizioni fossero complesse, Yuki è riuscito a entrare subito in confidenza con la monoposto. Quando siamo passati alle gomme da asciutto ha migliorato molto i suoi tempi sul giro ed è stato piuttosto impressionante”.

“Dopo la pausa pranzo abbiamo continuato a girare con nuovi set di gomme ed è riuscito a migliorarsi ulteriormente, mostrando di trovarsi sempre meglio al volante della monoposto giro dopo giro".

"Ci ha dato importanti feedback tecnici riguardo il comportamento della monoposto, in linea con quanto ci attendevamo. Nell'ultima parte della giornata ha fatto una simulazione di gara, mostrando di essere molto consistente, chiaro segno di quanto avesse tutto sotto controllo”.

In sole due stagioni in Europa Yuki è riuscito a coronare il suo sogno di guidare in Formula 1 e replicare nella vita reale quanto fatto da Capeta, il manga divorato da bambino. Adesso anche i piloti della categoria regina sono pronti a fare la conoscenza del piccolo samurai senza paura.

 

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