Wolff: "Mercedes si evolve e non frena il talento che emerge"
Il team principal della Mercedes ha spiegato che, seppur all'insegna della stabilità, c'è stata una continua evoluzione che ha permesso di centrare sei doppi Mondiali consecutivi. Il 2019 però è stato anche un anno duro per la perdita di Niki Lauda.
Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images
Alla vigilia dello stop delle attività per le festività natalizie, Toto Wolff ha fatto il punto sulla trionfale stagione 2019 lanciando un’occhiata anche al futuro, nel medio e lungo periodo.
Al netto del valore aggiunto garantito dai piloti, i primi trionfi dell’era Mercedes ‘ibrida’ esaltarono il lavoro svolto sulla power unit, poi negli anni è emerso il ruolo di una monoposto diventata un riferimento, e negli ultimi tempi anche il lavoro corale di una squadra forse non celebrata nel suo complesso come merita.
Una struttura che è alla base dei dodici titoli Mondiali conquistati in sei anni dalla Mercedes, sviluppandosi nel tempo con l’innesto di nuovi arrivi e assorbendo senza scossoni la partenza di figure di spicco.
"Penso che ci sia una ragione se, come confermano i numeri, è sempre molto difficile vincere molti titoli Mondiali consecutivi – ha spiegato Wolff - ovviamente è importante mantenere la squadra unita e compatta, ma allo stesso tempo bisogna considerare che un team è una struttura dinamica che deve evolversi, e come tale credo che diventi cruciale saper esaminare i livelli di motivazione ed energia di ciascun componente".
"È importante mantenere nella squadra l'anzianità e il know-how, inteso come esperienza, ma allo stesso modo non bisogna creare un collo di bottiglia che rischia di frenare il talento che emerge. Credo che su questo punto siamo riusciti nel tempo a fare un buon lavoro, soprattutto considerando che è qualcosa che non è mai stato fatto prima perché effettivamente molto difficile da mettere in pratica".
"Poi c’è l’aspetto motivazionale – ha proseguito Wolff - a partire dal 2014, ogni anno abbiamo cercato di fissare degli obiettivi ambiziosi, in grado di motivarci. Alla vigilia del 2019 il target era quello di vincere un sesto doppio titolo Mondiale consecutivo, impresa che non era mai stata fatta prima in Formula 1, e credo, se non sbaglio, neanche in altri sport a livello Mondiale. Questo era l'obiettivo che ci ha spronato ad andare avanti anche nei giorni difficili, nei fine settimana che non si sono svolti come ci aspettavamo. Ed è qualcosa che ci ha davvero tenuti motivati per tutto l'anno".
I giorni difficili non sono mancati, ad iniziare dalla débâcle di Hockenheim davanti al board Mercedes presente al completo, fino alla ripresa dell’attività dopo la pausa estiva, che ha visto una ‘tripletta’ Ferrari. "Dopo quei weekend si è sentita subito la differenza dell'umore in fabbrica – ha ammesso Wolff - è sorprendente, ma si sente un forte ronzio nei reparti. Dopo i fine settimana difficili tutto hanno sentito di dover spingere ancora di più e lavorare nella giusta direzione".
Il vuoto lasciato da Lauda
"Niki era molto malato dall'estate 2018, ma quando siamo stati informati della sua scomparsa non eravamo comunque pronti ad accettare che non sarebbe stato più con noi. Penso a lui ogni giorno ed è surreale che non faccia più parte della squadra. Nel 2019 abbiamo vinto due titoli Mondiali, ma per noi sarà sempre l'anno in cui abbiamo perso Niki". Il legame tra Wolff e Lauda è andato oltre i ruoli professionali, diventando un altro passaggio importante nella definizione dell’organigramma del team Mercedes F1.
"Il rapporto tra me e Niki è cresciuto anno dopo anno, e alla fine era il mio più stretto confidente, l’amico e lo sparring partner. Mi manca molto, dal viaggiare insieme per andare in pista al sapere che avrei sempre potuto avere la sua opinione su qualsiasi faccenda. Col tempo il gruppo assorbirà questa perdita, ma l’amico mi mancherà per sempre".
Hamilton-Bottas, la coppia perfetta
"Sappiamo bene che un pilota affronta una stagione perseguendo l’obiettivo di tutti i top-driver: vincere il campionato del mondo di piloti. E un aspetto che a volte può creare tensione perché gli obiettivi non sono sempre allineati con quelli della squadra, ed è per questo che sono orgoglioso di essere riuscito negli ultimi anni a portare l’obiettivo del team davanti a tutto e tutti. Ci sono stati alti e bassi, ovviamente, ma il contributo arrivato dai nostri piloti nel raggiungimento degli obiettivi è stato molto importante".
"Valtteri e Lewis lavorano davvero bene insieme, si spingono a vicenda e abbiamo visto che entrambi nel 2019 abbiamo concluso una buona stagione. Ovviamente solo Lewis è il campione del Mondo piloti, ma Valtteri è sempre stato li, ha vinto gare e penso che sia cresciuto come pilota. Questa è una dinamica davvero positiva per il team, non facile da ottenere, ed ha contribuito molto al raggiungimento dei nostri obiettivi".
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