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Wolff: "Ignorato da Lewis un ordine di squadra. Ne riparleremo a freddo!"

Toto Wolff è stato duro con Hamilton: "Un pilota che sta mettendo se stesso davanti alla squadra. E l'anarchia non funziona in qualsiasi squadra o in qualsiasi società, anche se capisco che sia venuto fuori l'anima del campione".

Toto Wolff, Azionista e Direttore Esecutivo Mercedes AMG F1 e Thomas Weber, Membro del consiglio di

XPB Images

Toto Wolff, azionista e Direttore Esecutivo Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1; Toto Wolff, Mercedes AMG F1 Shareholder and Executive Director; Nic
Il secondo classificato Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 festeggia il suo Titolo Mondiale sul podio
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 festeggia il suo Titolo Mondiale con la moglie Vivian Rosberg e il team
Il podio: il secondo classificato Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 festeggia il suo Titolo Mondiale con il vincitore della gara e compagno di squadra Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
David Coulthard, consigliere Red Bull Racing e Scuderia Toro / Commentatore Channel 4 F1 con il Camp
Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 con il compagno di squadra Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 nella conferenza stampa FIA
Il vincitore della gara Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W07 Hybrid prende la bandiera a scacchi alla
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W07 Hybrid precede Nico Rosberg, Mercedes AMG F1 W07 Hybrid

La Mercedes l’ha presa male, e potrebbero essere presi provvedimenti interni contro la condotta di gara di Lewis Hamilton vista ieri ad Abu Dhabi. A difesa di Hamilton sono arrivati molti addetti ai lavori, soprattutto piloti, che hanno sottolineato (preferibilmente a microfoni spenti) che Lewis “cosa altro avrebbe potuto fare?”. Ma Toto Wolff la pensa diversamente, al punto da non escludere un’azione mirata a sanzionare lo stesso Hamilton.

“Tutto è possibile – ha spiegato Wolff – anche che si decida di cambiare le nostre regole nel prossimo campionato, perché a quanto pare non ha funzionato tutto bene in queste corse più critiche. Potremmo decidere di continuare a lasciare i piloti liberi, oppure potremmo diventare più duri quando sentiamo che ciò che abbiamo deciso non è stato rispettato. Ci sono due possibilità, e non sappiamo ancora da che lato andremo”.

“Nella gara di ieri abbiamo visto che è stato ignorato un ordine di squadra – ha proseguito Wolff - un atto pubblico contro tutte le persone che lavorano a Brackley e Brixworth, e Daimler. Vuol dire che un pilota sta mettendo se stesso prima della squadra. E l’anarchia non funziona in qualsiasi squadra o in qualsiasi società. Ma l’altra metà di me dice che era la sua unica possibilità di vincere il campionato, ed in queste fasi non si può pretendere che un pilota che è uno dei migliori, se non il migliore in pista, si comporti come un cane da guardia, di rispettare una situazione che va contro il suo istinto di racer. Ora avremo tempo per pensare a quanto accaduto, e valuteremo una soluzione”.

L’impressione è che questa volta la Mercedes, forse per la prima volta nell’arco del campionato, abbia commesso un errore. Il tandem Wolff-Lauda è stato esemplare nella gestione di altre situazioni critiche, come ad esempio il post-incidente fratricida di Barcellona. Ma questa volta il problema lo hanno di fatto creato loro.

Con il Mondiale Costruttori già in tasca da tempo (e ricordiamo quanto questo titolo venga tirato in ballo ogni volta che si opera “nell’interesse del team”), avrebbero potuto lasciar correre i piloti senza assumere ancora una volta il ruolo di arbitri via-radio.

Fa sorridere quando viene descritto uno scenario in cui la vittoria è stata messa a rischio, perché non è quello che abbiamo visto a Yas Marina. Può essere un problema di atteggiamento (di Hamilton), ma di fatto cosa avrebbe fatto Niki Lauda quarant’anni fa in quella situazione?

In un’ultima gara in cui l’unico verdetto da emettere era quello del Mondiale Piloti, con una stagione per Mercedes trionfale e ben diciotto Gran Premi su venti già vinti, beh, per una volta il microfono avrebbe potuto anche restare spento, lasciando il palco a Lewis e Nico (unico eventualmente autorizzato a lamentarsi). Evitando quel “Lewis, this is Paddy” che riporta un pilota “eroe” in pieno dramma sportivo in una veste meno romantica di impiegato “cazziato” dal capo.

Non sono ovviamente situazioni che si vedono di frequente, ma non sono neanche inedite. In piena bagarre mondiale Jacques Villeneuve fece lo stesso “tappo” su Michael Schumacher a Suzuka nel 1997, lasciando scappare Eddie Irvine e formando alle sue spalle un trenino con il resto dello schieramento.

Se ci fosse stato un problema regolamentare, c’è pur sempre un Collegio di Commissari che sorveglia la gara con il regolamento FIA in mano. E sorprende non poco che mentre a fine gara lo stesso Nico Rosberg abbia astutamente sorvolato sull’accaduto, a tornarci su siano stati proprio i vertici del team Mercedes, ridando fiato al caso tranne poi concludere con queste parole di Wolff:

“Abbiamo visto una gara molto divertente, con tanti argomenti post gara di cui parlare, e tanto da scrivere a proposito. Non è quello che vorremmo alla fine di ogni Gran Premio?”. Appunto...

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