Wolff: "I problemi alle gomme non dipendono dal mancato uso dei cerchi forati"
Il capo di Mercedes Motorsport chiarisce la decisione di non utilizzare i cerchi forati in Brasile: "Volevamo chiudere il Mondiale Costruttori senza strascico. Se ci fosse stato un reclamo avremmo dovuto attendere l’esito per settimane, lasciando il risultato sub-judice”.
Foto di: LAT Images
È stato un post-gara di grandi celebrazioni nel box brasiliano della Mercedes. Lewis Hamilton ha vinto un Gran Premio che sembrava compromesso (per quanto riguarda la lotta per la prima posizione) e insieme alla decima vittoria è arrivata anche la conquista del quinto titolo Mondiale Costruttori consecutivo.
Una giornata perfetta, ma terminate le celebrazioni il team è tornato all’attività abituale, e sulla scrivania di Toto Wolff è ancora presente una ‘pratica’ da risolvere: cosa sta succedendo alla W09?
La monoposto campione del Mondo per la terza gara consecutiva ha accusato una gestione degli pneumatici non ottimale, confermandosi alle spalle della Red Bull come performance ed a tratti in difficoltà anche con la Ferrari.
Ovviamente l’analisi del problema non può che iniziare dal tormentone dei cerchi forati. La Mercedes sperava di archiviare in fretta la questione decidendo di schierarsi al via del Gran Premio degli Stati Uniti senza la discussa soluzione, ma la pista ha confermato che da quel momento la gestione delle gomme non è più la stessa della precedente parte di stagione.
“Innanzitutto vorrei chiarire la decisione di non utilizzare i cerchi forati in Messico è stata legata alla volontà di chiudere il discorso Mondiale Costruttori senza alcun strascico. Se ci fosse stato un reclamo avremmo dovuto attendere l’esito per settimane, lasciando il risultato sub-judice”.
La decisione Mercedes conferma che la questione è ancora del tutto aperta. Il potenziale reclamo della Ferrari è stato tutt’altro che escluso, e da qui la decisione di non rischiare un post-gara animato.
“La seconda cosa che ci tengo a sottolineare – ha proseguito Wolff - è che le nostre valutazioni escludono che i problemi che abbiamo riscontrato nelle ultime tre gare siano legati ai buchi contestati. È un quadro più generale, ed abbiamo visto in Brasile che molte altre monoposto hanno avuto problemi nella gestione degli pneumatici, ad iniziare da Vettel. Kimi ne ha avuti di meno, ma la sua situazione non è stata molto migliore”.
La spiegazione di Wolff in questo caso non è così convincente. Il team principal della Mercedes ha provato a lanciare la palla nel campo della Pirelli, cercando di far passare la linea che tutte le monoposto hanno accusato problemi nella gestione degli pneumatici ad esclusione della Red Bull.
Non è proprio così. Nessun altro pilota di vertice ha sofferto i problemi evidenziati dalle due Mercedes, e nel caso di Vettel a mettere in crisi la guidabilità della monoposto è stato un problema ad un sensore che ha compromesso il normale funzionamento del differenziale.
“Il primo set di pneumatici è andato molto bene e sono stato soddisfatto – ha invece confermato Raikkonen - ma poi l'ho rovinato un po' cercando di superare la Mercedes. Una volta cambiate le gomme, la macchina andava decisamente bene. Sapevamo che, fatto il pit stop, avremmo potuto superare i nostri avversari. In seguito il comportamento della vettura è rimasto buono, ma a quel punto era già tardi, ci avevamo messo troppo per trovarci in quella posizione”.
Che c'entrino o meno i fori, qualcosa sulla Mercedes è stato modificato. I problemi di blister ad Interlagos non sono comparsi solo sull’asse posteriore, ma anche la gomma anteriore sinistra di Hamilton ha evidenziato lo stesso problema.
Il successo sotto la bandiera a scacchi ha nascosto il problema, ma in Mercedes sanno bene che senza la manovra incomprensibile di Ocon, la Red Bull di Max Verstappen avrebbe vinto con margine, e senza i problemi differenti accusati da Vettel e Ricciardo, forse il ritorno alla vittoria di Hamilton sarebbe stato rimandato.
“La Red Bull è l'unica squadra che sembra poter avere un ritmo molto veloce in gara – ha concluso Wolff - ma allo stesso tempo sembrano deboli in qualifica, forse è il compromesso che hanno raggiunto”.
Nel box Red Bull sorridono, facendo notare in quali punti perdono tempo in qualifica.
“Ma quale compromesso, tutto è fin troppo chiaro”, ha commentato un loro ingegnere, indicando i rettilinei dove Mercedes e Ferrari capitalizzato l’utilizzo della mappatura da qualifica delle loro power unit.
Wolff prova a spostare l’area del problema, probabilmente per nascondere il motivo reale che ha reso la Mercedes così aggressiva sugli pneumatici. E mancando solo un weekend al termine della stagione, c’è il rischio che il mistero ‘gomme’ della W09 finisca in archivio insieme ai due titoli Mondiali conquistati dalla monoposto disegnata da James Allison ed Aldo Costa.
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