Wolff: "Abbiamo dato un cartellino giallo. E al secondo..."
Toto Wolff non spiega quali sono i deterrenti della Mercedes per evitare che Rosberg e Hamilton si tocchino di nuovo, ma fa capire che le conseguenze possono essere sia di natura sportiva che finanziaria. In ballo anche una squalifica.
Foto di: XPB Images
Al termine del lungo pomeriggio di Silverstone, in cui il Mercedes “affair” è stato al centro dell’attenzione del paddock, l’impressione è che tutti i provvedimenti presi dalla squadra anglo-tedesca dopo il fattaccio del Red Bull Ring siano riassumibili in un ultimo avviso.
“Abbiamo preso atto di un aumento di contatti tra i nostri due piloti nelle ultime gare – ha spiegato Toto Wolff - ed è stato necessario intervenire. E’ stato un po’ come esporre un cartellino giallo, nella speranza che questo cambi un po’ il modo di affrontare le prossime gare. Perché si sa cosa accade ad un calciatore se viene esposto un secondo cartellino giallo… ed è uno scenario che noi non ci auguriamo”.
La grande domanda è una: quali sarebbero questi deterrenti varati dalla Mercedes al fine di poter tenere sotto controllo i propri piloti? Toto Wolff ha spiegato perché non saranno rivelati...
“Abbiamo deciso che non saranno rese pubbliche queste regole, perché si tratta di informazioni interne alla squadra mirate ad evitare che si verifichi nuovamente quanto accaduto tra i nostri due piloti. È come un dettaglio contrattuale”.
Ma poi Wolff è andato oltre:
“Stiamo parlando di possibili conseguenze sportive o finanziarie ma non voglio entrare nel dettaglio”.
Lo scenario che se ne deduce è quello di possibili provvedimenti (per chi si rendesse responsabile di un incidente dannoso per il team) mirati a gare di sospensione, e questo spiegherebbe quelle che Wolff ha indicato come sanzioni sportive. Se poi la squadra dovesse subire danni nel Mondiale costruttori, potrebbero scattare anche sanzioni economiche.
Quando è stato chiesto se la squadra potrebbe fermare per una o più gare uno dei suoi piloti, Wolff ha commentato così:
“Se dovessi rispondere a questa domanda dovrei entrare nei dettagli... I piloti sono gli eroi di questo sport, le stelle dello spettacolo. Non voglio sminuirli e nel rispondere a questa domanda c'è il rischio di farlo. Ma abbiamo dato un avvertimento, ed è l’avvertimento finale”.
“Il contatto tra compagni di squadra – ha proseguito Wolff - è qualcosa che è molto difficile da gestire per un team. Non vogliamo passare giornate all'interno della squadra ad analizzare quanta colpa possiamo attribuire a uno dei due piloti. Dopo ogni incidente ci sono cinque o sei versioni differenti, alla fine parliamo di Motorsport, e questo è nel DNA della corse. Ma non possiamo accettare tre contatti in cinque gare”.
Wolff ha concluso confermando la sua fiducia sull’efficienza del messaggio lanciato ai suoi piloti:
“Ci credo perché assistiamo quasi sempre a sorpassi che si concludono con uno scambio di posizioni, e non con un contatto. I piloti sono i primi a sapere i rischi che corrono, e che un contatto è sempre un rischio elevato di mettere fine anticipatamente ad una gara. Considerando le capacità e l’esperienza dei nostri due piloti, credo che siano in grade di correre in modo pulito”.
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