Willis: "Nel 2019 si andrà più piano ma si studiano nuovi vortici aerodinamici"
L'esperto ingegnere che è direttore nel team Mercedes della trasformazione digitale della factory di Brackley, teme la Ferrari nella lotta per il titolo 2018: "Abbiamo ancora due o tre sviluppi per la W09, ma in galleria si lavora solo sulla monoposto per le nuove regole".
Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images
Lewis Hamilton ha vinto il GP d’Italia rivelando una volta di più le sue doti di fuoriclasse che è riuscito a mettere in scacco i due piloti della Ferrari, ma la SF71H anche a Monza ha dato la sensazione di essere la monoposto di riferimento. La prima fila tutta Rossa è stata sovvertita dal successo del leader del mondiale nel “Tempio della Velocità”.
Per Geoff Willis, direttore nel team Mercedes della trasformazione digitale della factory di Brackley, la sfida è apertissima e per niente definita…
“Bisogna trovare un buon bilanciamento tra la potenza e la resistenza. A Spa, per esempio, la Ferrari aveva trovato un vantaggio nelle curve a bassa velocità e in accelerazione. Non so se fosse capace di sfruttare questa superiorità in ogni giro del Gran Premio o se solo una o due volte durante il weekend, ma era evidente”.
“Sia noi che loro stiamo sviluppando delle soluzioni per sfruttare i sistemi che sono sempre più raffinati e continuiamo a trovare nuove strade per l’evoluzione della macchina che sono quasi miracolose. Troviamo ogni anno nuovi concetti per il telaio, l’aerodinamica, il motore e l’ibrido che ci fanno crescere: sembra sempre di essere giunti al limite e poi si aprono nuove strade…”.
E come andrà a finire la sfida con la Ferrari?
“Alla fine la spunterà la Mercedes. Perché abbiamo una macchina forte, ma abbiamo commesse alcuni errori. Non posso nascondere che abbiamo avuto dei problemi di affidabilità che ci hanno fatto perdere un sacco di punti. Ovviamente non sono convinto al 100% di vincere, ma vogliamo provarci fino in fondo perché abbiamo programmato degli sviluppi sulla macchina, anche se a Brackley si sta disegnando la monoposto 2019”.
“Negli anni passati abbiamo avuto dei problemi di adattamento della macchina ad alcune piste come Singapore, l’Ungheria o Monte Carlo. Quest’anno si è visto a Budapest che le cose sono andate molto meglio per noi, mentre a Monza, dove avevamo dominato nel 2017, sono state più difficili. Abbiamo due piloti molto forti e una squadra che funziona bene, ma non sarà facile perché la Ferrari ci ha messo sotto pressione”.
Le monoposto sono molto vicine, saranno i piloti a fare la differenza?
“E’ difficile da dire. Le macchine sono così vicine, così come i due piloti, anche se hanno caratteristiche molto diverse. Ma sono un ingegnere e, quindi, (ride) non posso dire che il titolo si giocherà solo sulle capacità dei piloti. Anche se considero Lewis superiore a Sebastian…”.
Avrete altri sviluppi sulla W09?
“Dopo il pacchetto dedicato a Monza porteremo altre novità con un programma di sviluppi che magari non arriverà fino all’ultimo GP, ma ci consentirà di mettere in pista almeno due o tre pacchetti”.
La ricerca aerodinamica è stata completata sulla W09?
“Sì, il gruppo aerodinamico è tutto concentrato sulla monoposto 2019, ma ci sono anche altre soluzioni che sono in arrivo”.
Come mai togliete le termocoperte dalle gomme posteriori in anticipo?
“E’ una questione di bilanciamento. A Spa abbiamo accusato dei problemi di blistering. La comprensione delle gomme è molto difficile: questo è uno dei temi in cui ci si gioca il mondiale”.
Forse avete più carico aerodinamico della concorrenza e sollecitate di più gli pneumatici posteriori…
“Forse, ma direi che il livello di carico fra noi, Red Bull e Ferrari non è molto diverso. Forse abbiamo un piccolo vantaggio perché siamo più veloci nelle curve ad alta velocità. Lo vedremo a Suzuka e Austin. Ma è vero che i problemi sulle gomme si vedono prima su di noi…”.
Vi aspettavate una SF71H così competitiva?
“C’era da aspettarselo. Non si devono sottostimare la Ferrari che ha bravi ingegneri, un gran budget e molta esperienza, oltre a piloti forti. Sarei stato sorpreso se non fossero arrivati”.
Le regole 2019 cambieranno i valori in campo?
“Per lo più si tratta di cambiamenti aerodinamici che potranno avere qualche influsso perché si andrà più piano rispetto a quest’anno. Quanto non lo so. A ogni macchina nuova ci diamo un target da raggiungere e questa volta non è facile definire con precisione l’obiettivo perché l’andamento dei flussi intorno all’ala anteriore sarà diverso, così come intorno alle ruote posteriori. Cambiano i vortici che si generano: è incredibile perché in galleria una settimana non si trova niente e poi all’improvviso si trova una buona via di sviluppo e si fa un grande salto. Per cui fare delle previsioni non sarà facile”.
La nuova monoposto sarà destinata a cambiare molto?
“Quando sono state definite le regole 2019 pensavamo di ridisegnare le sospensioni posteriori e il cambio che invece avranno solo degli sviluppi, perché è più importante esplorare il nuovo sistema di raffreddamento e l’interazione dell’ala anteriore con le diverse bargeboard”.
Rinuncerete al passo lunghissimo?
“No, non credo proprio che cambierà molto…”.
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