Williams: una stagione fra (pochi) alti e (tanti) bassi
Il team di Grove ha galleggiato al quinto posto del mondiale Costruttori: dopo un inizio positivo la FW40 non è cresciuta e restano solo alcuni sprazzi come il podio di Stroll a Baku. Massa richiamato al posto di Bottas ha fatto la sua parte.
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
LA SQUADRA
Una stagione tra altri e bassi, quella della squadra inglese, conclusa con la quinta posizione nella Classifica Costruttori confermando il risultato ottenuto nel 2016. Ad un primo approccio è un bilancio più che sufficiente per la Williams, che si è vista in extremis privata di Valtteri Bottas a causa della chiamata arrivata dalla Mercedes.
Le cifre principali dicono che la squadra inglese ha saputo reagire alla perdita di un pilota di comprovata esperienza, confermando il risultato del Mondiale precedente, ma scendendo nei dettagli il 2017 del team di Grove non è stato all’altezza della stagione 2016.
Nel bilancio finale ci sono 50 punti in meno, e soprattutto uno sviluppo della monoposto che si è bloccato nella seconda metà di campionato. Fino al Gran Premio di Azerbaijan Felipe Massa in qualifica si è sempre confermato nella top-10, ad eccezione della tappa di Monte Carlo, poi a partire dal weekend del Red Bull Ring le cose si sono complicate.
L’unico podio stagionale è arrivato grazie a Stroll (la terza piazza di Baku), al termine di una gara caotica che ad un certo punto avrebbe anche potuto vedere un clamoroso successo di Massa. Dopo la trasferta in Azerbaijan il Mondiale ha preso un’altra piega, e solo nella penultima tappa in Brasile, Felipe ha avuto una monoposto che gli ha consentito una gara significativa conclusa in settima posizione.
La Williams ha perso la sfida con la Force India (a parità di power unit) e nel confronto tra i due team non ci sono poi grandi differenze di budget. A Grove è arrivato un nome di grido come Paddy Lowe, ma per ora si naviga a vista, accontentandosi di qualche exploit in giornate favorevoli.
Il 2018 sarà cruciale contro McLaren e Renault a caccia di rivincite.
I PILOTI
Massa
Dopo il ritiro più breve dell’intera storia della Formula 1, il Massa 2.0 non ha lasciato per strada nulla rispetto a quello che aveva concluso il Mondiale 2016 salutando tutti.
E’ mancato il podio, ma per il resto Massa ha fatto ciò che il team si attendeva da lui, mantenendo velocità e professionalità fino all’ultima bandiera a scacchi di Abu Dhabi. Avendo come compagno di squadra un esordiente, Massa si è caricato sulle spalle il lavoro di “feedback” tecnici, e la squadra ha apprezzato.
Felipe ha rischiato di vincere a Baku, perdendo un successo arrivato a portata di mano per colpe non sue, ma sarebbe stata una vittoria di circostanza. Dopo 271 Gran Premi disputati, Massa può essere orgoglioso di quanto fatto, compreso un finale dove non ha recitato il ruolo dell’ex in pista, confermandosi competitivo fino all’ultimo metro della sua carriera nel Circus.
Stroll
Sei gare da incubo, dalla tappa d’esordio di Melbourne fino a Monte Carlo, poi la stagione di Stroll in quindici giorni ha virato in modo deciso quanto inatteso. I primi punti sono arrivati Gran Premio del Canada, a Montreal, poi due settimane dopo è salito sul podio di Baku.
Alla fine della sua prima stagione in Formula 1 il bilancio di Stroll è decisamente migliore di quanto si era supposto alla vigilia, visto che il canadese ha saputo cogliere le chance più importanti che gli si sono presentate (compresa quella della qualifica conclusa in prima fila sotto la pioggia di Monza) confermandosi un pilota in grado di gestire i momenti di tensione.
Ora per Stroll inizierà il passaggio più difficile della carriera: provare a togliersi di dosso l’etichetta del pay-driver, ovvero il ruolo che ha accompagnato il suo ingresso in Formula 1. Nel 2018 sarà molto probabilmente affiancato da Sirotkin, un esordiente, e su Lance arriverà una mole di lavoro molto più gravosa rispetto a quella svolta nella stagione d’esordio. Un ostacolo da superare, ma allo stesso tempo anche una chance per crescere.
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