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Williams: senza il cambio in carbonio la risalita dal fondo sarà più dura

La Mercedes aveva offerto al team di Grove la possibilità di montare sulla FW42 anche la trasmissione delle frecce d'argento, oltre alla power unit, ma la mancanza di budget ha bloccato Paddy Lowe. E così la Williams deve provare a crescere solo con le sue (poche) forze.

Robert Kubica, Williams FW41

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

George Russell, Robert Kubica, Nicholas Latifi, Williams Martini Racing
Robert Kubica, Williams FW41
Paddy Lowe, Williams Racing
George Russell, Williams FW41
George Russell, Williams FW41
George Russell, Williams Racing
Claire Williams, Vice Team Principal Williams, nella foto di gruppo del team Williams Racing
Lance Stroll, Williams FW41
Un meccanico Williams Racing con il cartello
Sergey Sirotkin, Williams FW41

La Williams ha toccato il fondo. Nel senso che la squadra di Grove è sprofondata in fondo alla classifica del mondiale Costruttori nel 2018, rivelando tutta la debolezza della sua struttura finanziaria e tecnica.

La squadra di Sir Frank ha colto il peggior risultato della sua storia, dal momento che la FW41 si è rivelata una monoposto completamente sbagliata e i due giovani piloti, Lance Stroll e Sergey Sirotkin, sono riusciti a mettere nel carniere solo sette punti in due.

Un bottino pessimo, se si considera che la Williams è precipitata in fondo alla classifica dei Costruttori dopo quattro stagioni dell’era ibrida nelle quali è stata terza, a sorpresa, e che non è mai scesa sotto al quinto posto.

Poi il tracollo del 2018 che ha avuto effetti devastanti non solo dal punto di vista sportivo e tecnico, ma anche economico. La struttura di Grove ha perso Lawrence Stroll, papà di Lance, che è stato una vera gallina dalle uova d’oro.

Il canadese, disperato dalla Williams, ha preferito comprarsi la Force India per dare una chance al figlio di mostrare il suo vero potenziale, piuttosto che rimanere legato a una squadra che cerca giorno per giorno le sostanza per continuare a vivere.

Non solo, ma ha perso anche la Martini, sponsor principale che non è ancora stata sostituito con un altro finanziatore. Insomma il futuro sembra ancora molto difficile, anche se il direttore tecnico, Paddy Lowe, sia convinto che la squadra sia a un punto di svolta…

"Il 2018 è stata una stagione molto dura per il team, ma anche per me personalmente, direi uno degli anni più difficili che ho vissuto in Formula 1”.

“Abbiamo toccato il fondo in fatto di prestazioni, ma ci siamo resi conto di tutti i problemi e il gruppo si è unito per cercare di risolverli. Questo processo credo che possa essere salutare per il team per il lungo termine”.

Claire Williams, vice team principal, avvalora la tesi del tecnico inglese, ammettendo i gravi errori che sono stati commessi…
"Non è stato l'anno migliore per noi, certamente non è stato quello che speravamo o che ci aspettavamo, per cui la caduta è stata davvero pesante. Ma a questo punto dobbiamo cancellare gli aspetti negativi e prendere quelli positivi: diciamo che il nostro team riparte da zero, dopo un’attenta analisi nella quale abbiamo messo in evidenza tutti gli errori commessi, per evitare che si possano ripetere”.

“Tutto è stato messo in discussione: l’organizzazione del personale, la qualità delle strutture, i processi, le procedure. Questo ci porterà ad avere una buona macchina in futuro".

Il futuro è rappresentato da due nuovi piloti: Robert Kubica e George Russell. Il polacco si è meritato la promozione a titolare dopo un anno in “panchina” a far da tutor ai due pivelli, Stroll e Sirotkin.

Robert ha potuto constatare con mano quale sia basso il valore tecnico della Williams attuale, ma è stato “adottato” da Claire come una sorta di consulente personale e dai suoi consigli dovrebbero arrivare le indicazioni per ricominciare a crescere.

Kubica al suo fianco avrà un pupillo di Toto Wolff. Il campione di F2, che è parte del programma junior della Mercedes, si è meritato un posto nei GP e arriva nel Circus dalla porta principale con una buona dote della Casa tedesca. Oltre allo sconto per la fornitura della migliore power unit del Circus, il britannico ha portato anche qualche soldo.

Stupisce che Paddy Lowe non abbia spinto per avere l’intero retrotreno della Mercedes, come fa la Force India: la FW42, infatti, sta nascendo ancora con un cambio che ha la scatola in acciaio, mentre la tendenza è da anni di passare ai materiali compositi. Oltre a essere più leggera, la trasmissione in carbonio assicura una maggiore rigidità al retrotreno, cancellando magari uno dei principali difetti dell’ultima Williams che era inguidabile con qualsiasi assetto.

L’anello debole della Williams pare sia proprio Paddy Lowe per l’inconcludenza delle sue scelte: c’è chi ne farebbe volentieri a meno, ma il dt ha una quota azionaria della squadra (è stato trattato come un “principe” all’uscita dalla Mercedes) e non ci sono i soldi per liquidarlo.

Con il cambio in carbonio, per esempio, la risalita della Williams sarebbe stata più rapida visto che può disporre del motore certamente più competitivo di Renault e Honda. E, invece, Paddy ha preferito risparmiare dei soldi che trattare in modo più risoluto con Toto Wolff…

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