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Analisi

Williams: è la fine della F1 a conduzione famigliare

Claire Williams, con il pieno consesno di Sir Frank, ha ceduto la squadra di F1 a un fondo d'investimento americano, Dorlington Capital, che è specializzato in ristrutturazioni. La famiglia Williams che deteneva il 52,2% delle azioni ha venduto per una cifra stimata in 150 milioni di euro. Il team inizia un nuovo ciclo chiudendo una storia iniziata nel 1975 con Arturo Merzario e Jacques Laffite nel GP d'Argentina sulla FW01.

Jacques Laffite, Williams FW04

Jacques Laffite, Williams FW04

LAT Images

La F1 perde una famiglia, ma, forse, ritrova una squadra. Sir Frank ha chinato il capo: la sua creazione è stata ceduta a un gruppo d’investimento americano subito dopo la firma del Patto della Concordia. Ha dato l’ok alla figlia Claire dopo che a inizio estate la Williams è stata messa in vendita per ristrutturare il debito che se la stava mangiando un po’ alla volta, accelerando la decadenza di un team storico che vanta 738 presenze nei GP.

Ci si aspettava l’ingresso nel capitale di papà Latifi e, invece, la squadra di Grove è stata mantenuta in vita grazie ai prestiti che l’imprenditore canadese è riuscito a garantire nel momento più difficile, quello del lockdown causato dal COVID-19, mentre i nuovi proprietari arrivano da New York con 150 milioni di euro e la voglia di ridare lustro a un marchio che ha conquistato 114 vittorie e 16 titoli mondiali (9 Costruttori e 7 piloti).

Ma l’ultimo alloro iridato risale al 1997 con Jacques Villeneuve e l’ultimo successo è datato 2012 nel GP di Spagna con Pastor Maldonando. Si chiude un’era iniziata con Arturo Merzario e Jacques Laffite nel GP d’Argentina del 1975 con la FW01. Frank ha cominciato da meccanico a Modena da De Tomaso senza arte né parte, ma spinto da una passione che gli ha fatto superare qualsiasi problema.

La squadra si è trasformata in una “macchina da guerra” quando Patrick Head è entrato nel 1977 a far parte del sodalizio, trasformando la piccola factory in un top team che per primo ha attratto i capitali arabi, compresi quelli della famiglia Bin Laden.

L’incidente stradale al Paul Ricard nel 1986 ha costretto Frank, tetraplegico, a vivere in sedia a rotelle, ma non per questo ha rinunciato a condurre la squadra finché se l’è sentita. Poi ha ceduto la gestione alla figlia Claire e sono stati dolori, con una picchiata che ha obbligato a vendere l’Engineering prima della squadra corse.

La famiglia Williams deteneva il 52,2% della società che adesso passa nelle mani di Dorlinton Capital. Si tratta di un fondo d’investimento americano che ha comprato il team, senza alcuna attinenza con il mondo della F1. Non deve stupire perché gli ingressi del mondo della finanza nello sport, lo insegna il calcio ma non solo, sono all’ordine del giorno.

I bene informati sostengono che gli americani, specializzati in ristrutturazioni aziendali, sapranno rendere appetibile la Williams a nuovi acquirenti, per cui non è da escludere che questa sia solo una fase di passaggio, per quanto Dorlington Capital abbia assicurato alla famiglia Williams di non trasferire la factory di Grove, né di tagliare il personale, cercando anzi di dare continuità alla storia della squadra, mantenendo il nome e le sigle dei telai in una genealogia che non si andrà perdendo.

La Williams ha buone strutture, una galleria del vento propria, e un contratto pluriennale con la Mercedes per la fornitura della power unit che è una garanzia. Nella gestione di Claire è piombata in fondo alla classifica del mondiale Costruttori. Ora c’è la speranza che, senza debiti, possa iniziare una risalita dove il marchio merita. Ma l’era della gestione famigliare si chiude definitivamente. E si apre un capitolo nuovo…

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