Villeneuve: "Lo show non si misura solo con i sorpassi"
Jacques Villeneuve, ex campione del mondo di F.1 e commentatore di Sky, ritiene che il GP di Spagna sia stato entusiasmante anche con pochi sorpassi: "E' l'imprevedibilità di un risultato o l'intensità di un duello che appassionano la gente"
Jacques Villeneuve, Venturi Formula E Team
Fabian Lujan/ASN Media
Il Gran Premio di Spagna dello scorso fine settimana ha raccolto consensi molto importanti. I dati di ascolto delle televisioni sono stati elevati, ed anche tra gli stessi addetti ai lavori è stata unanime il giudizio: gara entusiasmante.
Eppure a ben vedere di sorpassi in corsa ce ne sono stati pochi, e la gara è vissuta più sull’incertezza legata alle strategie che sui cambi di posizione in pista. Ed è un aspetto che Jacques Villeneuve sostiene da tempo.
Il canadese, che non ha mai amato il DRS, da anni sostiene che non sia il numero di sorpassi a determinare la spettacolarità di un Gran Pemio.
“Se prendiamo una partita di calcio – ha spiegato l’ex campione del Mondo F.1 – non assistiamo ad un gioco che offre dieci goal in ogni incontro. I momenti clou solitamente sono due o tre goal, ma lo spettacolo è proprio quello: ci deve essere un momento esclusivo, atteso, ma non per questo frequente".
"In Formula 1 molta gente crede che lo show sia proporzionale al numero dei sorpassi, ma non sono d’accordo. Abbiamo visto domenica uno spettacolo molto bello ed appassionante, senza necessariamente essere caratterizzato da una quantità enorme di “finti” sorpassi come quelli che avvengono grazie all'ala mobile del sistema DRS”.
“Lo show è l’imprevedibilità dell’esito di una gara, o l’intensità di un duello, anche a distanza – ha proseguito Villeneuve - come abbiamo visto domenica scorsa tra Verstappen e Raikkonen e tra Vettel e Ricciardo. Non mi sembra che il Gran Premio di Cina, nel quale abbiamo assistito a decine e decine di sorpassi grazie al DRS, sia stato intenso come quello spagnolo”.
Nonostante sia ormai al sesto anno di utilizzo, il sistema DRS non ha mai convinto del tutto diversi addetti ai lavori, proprio per aver trasformato le gare con lunghi rettilinei in una terra di conquista per i sorpassi ad ala spalancata, dal ridotto valore tecnico.
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