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Analisi

Vettel sei anni senza mondiale F1: ma Seb può eguagliare Brabham e anticipare Lauda

Il tedesco della Ferrari non vince un titolo iridato dal 2013: solo l'inutile attesa di Alonso è stata più lunga, tant'è che lo spagnolo è uscito dai GP, mentre il ferrarista può far pari con Sir Brabham a "secco" dal 1960 al 1966 e può anticipare il settennato di Lauda dal 1977 al 1984.

Sebastian Vettel, Ferrari

Sebastian Vettel, Ferrari

Jerry Andre / Motorsport Images

Sebastian Vettel è a bocca asciutta dall’inizio dell’era ibrida. Il tedesco l’ultimo titolo mondiale lo ha vinto nel 2013 con la Red Bull RB9. Poi più niente, consumandosi in un’attesa che lo sta sfibrando perché il quattro volte iridato non si è più ritrovato fra le mani una monoposto vincente. Competitiva sì, da titolo no. Almeno a sentire lui.

Sebastian Vettel, Ferrari

Sebastian Vettel, Ferrari

Photo by: Jerry Andre / Sutton Images

Altri si sarebbero già arresi, non Vettel che crede nel suo potenziale e in quello della SF90. Sebastian fa bene a insistere perché se si guarda alla storia del mondiale piloti non mancano gli esempi di chi c’è riuscito a tornare in cima all’Olimpo della Formula 1 dopo sei anni senza corona iridata.

Il Campione del Mondo di F1 2013 Sebastian Vettel, Red Bull Racing

Il Campione del Mondo di F1 2013 Sebastian Vettel, Red Bull Racing

Photo by: Steve Etherington / LAT Images

Se Fernando Alonso ci ha provato per dodici stagioni prima di arrendersi alla fine del campionato 2018, Sebastian è meno cocciuto dello spagnolo che in carriera ha alternato periodi positivi, (quanti rammarichi per il titolo 2010 sfuggito con la Ferrari nell’ultima gara ad Abu Dhabi, proprio a favore di Sebastian Vettel) a fasi negative come l’ultimo desolante quinquennio con la McLaren.

Se l’iberico è rimasto inchiodato al ricordo dei due mondiali conquistati nel 2005 e 2006 con la Renault condotta da Flavio Briatore, non si può dire altrettanto di Lewis Hamilton che il periodo di “cattività” l’ha vissuto all’inizio della sua sorprendente carriera.

Iridato con la McLaren MP4-25 nel 2008 ha dovuto aspettare la Mercedes F1 W05 Hybrid per iniziare un ciclo di successi che lo ha portato a diventare un penta-campione come Juan Manuel Fangio. Il britannico, spinto da Bernie Ecclestone e Niki Lauda, ha lasciato il team di Woking in netta fase calante, per sposare il progetto della Stella.

All’inizio era sembrata una scommessa sconsiderata e, invece, si è rivelato una scelta azzeccatissima e vincente! Il lungo periodo di attesa per Lewis è stato foriero di un lungo dominio (o quasi) nella F1 moderna.

Jack Brabham, Brabham BT19

Jack Brabham, Brabham BT19

Photo by: Sutton Images

La storia di Jack Brabham è completamente diversa: il burbero australiano è stato iridato nel 1960 con la Cooper T53 Climax, doppiando il titolo dell’anno precedente: l’australiano alla soglia dei quarant’anni si è aggiudicato il terzo mondiale nel 1966 con la Brabham BT20-Repco centrando un fatto storico: Sir Jack è stato il primo e unico pilota nella storia della F1 a vincere il mondiale guidando una propria monoposto!

Niki Lauda, McLaren MP4\2 TAG

Niki Lauda, McLaren MP4\2 TAG

Photo by: LAT Images

L’attesa più lunga, comunque, spetta a Niki Lauda con sette anni: l’austriaco, vinto il secondo mondiale nel 1977 con la Ferrari 312 T2, lascia il Commendatore e passa alla Brabham che nel frattempo è stata rilevata da Bernie Ecclestone, ma solo nel 1984 ritorna a laurearsi campione battendo di appena mezzo punto su Alain Prost, suo compagno di squadra alla McLaren con la MP4-2 dotata del motore 6 cilindri turbo Tag-Porsche. Niki in mezzo si era anche ritirato per due anni, dando vita alla sua compagnia aerea, la Lauda Air.

Ron Dennis, Alain Prost, , Niki Lauda, vincitore con la McLaren MP4/2-TAG Porsche, nel GP del Portogallo 1984,  e Ayrton Senna

Ron Dennis, Alain Prost, , Niki Lauda, vincitore con la McLaren MP4/2-TAG Porsche, nel GP del Portogallo 1984, e Ayrton Senna

Photo by: LAT Images

Se il campione austriaco si era anche “distratto” dalla F1 con un primo ritiro, non si può dire lo stesso per Sebastian Vettel che è sempre stato molto determinato nel voler riportare la Ferrari al titolo dopo l’ultimo del Cavallino firmato da Kimi Raikkonen nell’ormai lontano 2017.

Il tedesco è consapevole che l’incedere del tempo non si ferma, tanto più che ora in squadra c’è un certo Charles Leclerc che non sembra troppo propenso ad aspettare a lungo che giunga il suo momento. In realtà cinquanta anni fa un certo Gilles Villeuneve si mise in coda a Jody Scheckter, accettando di fare il “gregario” del sudafricano che nel 1979 centrò il mondiale con la Ferrari 312 T4, la prima Rossa a effetto suolo con tanto di minigonne.

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Sebastian Vettel, Ferrari SF90

Photo by: Steven Tee / LAT Images

Saprà Sebastian Vettel rinverdire quei momenti a mezzo secolo di distanza, prima che l’oblio della storia ne appanni l’immagine per qualcuno già compromessa?

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