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Vettel ricorda Enzo Ferrari: "Il suo spirito è presente ovunque a Maranello. Avrei voluto conoscerlo"

Il pilota della Scuderia del Cavallino Rampante dedica un pensiero e un ricordo al fondatore della Ferrari, scomparso a Modena 30 anni fa, il 14 agosto del 1988.

Il vincitore della gara Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia nel parco chiuso

Il vincitore della gara Sebastian Vettel, Ferrari, festeggia nel parco chiuso

Simon Galloway / Motorsport Images

La Formula 1 sta osservando la pausa estiva del Mondiale 2018, con questa che terminerà a fine mese con il Gran Premio del Belgio che sarà disputato come al solito sul tracciato di Spa-Francorchamps, uno dei più amati e attesi dell'intero calendario del Circus iridato.

Oggi, 14 agosto 2018, a Maranello è una giornata da dedicare al ricordo della persona più importante per il Cavallino Rampante, ovvero a Enzo Ferrari, fondatore della Scuderia che ha sede a Maranello e della Casa automotive che da anni è uno dei punti di riferimento della categoria.

Sul sito ufficiale del quotidiano La Stampa sono apparse oggi delle dichiarazioni di Sebastian Vettel, pilota Ferrari che si sta giocando il titolo mondiale - che manca a Maranello dall'ormai lontano 2007 - assieme al rivale della Mercedes Lewis Hamilton.

Il 30enne 4 volte iridato ha voluto rilasciare un pensiero per Enzo Ferrari. Nonostante Sebastian sia nato nel 1987, dunque un anno prima della scomparsa del Drake, ha speso parole importanti per lui, ma anche per ciò che ha lasciato ai suoi eredi, che in questi 30 anni hanno dato tante soddisfazioni sportive, ma anche legate al prodotto che nasce negli stabilimenti del paese modenese.

"Dal primo giorno in cui sono entrato in Ferrari, alla fine del 2014, ho sentito che lo spirito del fondatore, lo spirito di Enzo Ferrari, era presente ovunque a Maranello", ha esordito Vettel.

"Io sono nato nel 1987, solo un anno prima della morte di Ferrari, per cui naturalmente non ho mai potuto conoscerlo di persona, e oggi posso solo immaginare come sarebbe stato il nostro incontro. Ma so che avrei davvero voluto conoscerlo, perché secondo me era una persona speciale, un uomo con una visione: e questa visione è ancora presente oggi nell’azienda e nella Scuderia che lui ha fondato".

"La gente che lavora qui, indipendentemente dal ruolo che svolge, sente questa presenza e lavora con più passione. È questo che rende speciale guidare per la Ferrari, che rende il Cavallino diverso da ogni altro team: la Ferrari è un mito per tutti, per me lo è stato da quando giocavo da bambino, e la macchinina rossa era sempre la mia preferita; o più avanti nel tempo, quando seguivo le gare di Schumacher con la Rossa".

"La Ferrari è un mito, e i volanti Ferrari in Formula 1 sono solo due, per cui considero un privilegio e un onore essere un pilota titolare della Scuderia.

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