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Vettel: "Penso a vincere le singole gare con una grande Ferrari!"

Il tedesco che è arrivato in Canada con 25 punti di vantaggio su Hamilton non vuole sentire parlare di mondiale, ma ammette che la SF70-H è una monoposto che si adatta a tutte le piste e che sarà competitiva anche a Montreal.

Sebastian Vettel, Ferrari

Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H, race winner
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Ferrari SF70H
Maurizio Arrivabene, Team Principal Ferrari e Sebastian Vettel, Ferrari
Race winner Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Race winner Sebastian Vettel, Ferrari celebrates on the podium with the trophy
Nico Rosberg, Mercedes-Benz Ambassador talks to race winner Sebastian Vettel, Ferrari and Daniel Ric
Il vincitore della gara Sebastian Vettel, Ferrari con Riccardo Adami, ingegnere di pista Ferrari e l
Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Il vincitore della gara Sebastian Vettel, Ferrari
Il vincitore della gara Sebastian Vettel, Ferrari

Quello di Montreal sa tanto di un crocevia in chiave Mondiale. La vigilia del Gran Premio del Canada mette sul piatto diversi interrogativi a caccia di una risposta che vanno oltre la possibile vittoria sul circuito Gilles Villeneuve.

Se la SF70-H riuscirà a superare brillantemente anche l’esame di Montreal, la corsa al Mondiale da parte della Ferrari diventerebbe di fatto un traguardo alla portata, qualcosa da giocarsi contro quei rivali, leggi Mercedes, che tre mesi fa sembravano inattaccabili.

Siamo in casa “Hamilton”, mattatore su questa pista sin dall’esordio (vincente) del 2007. Nelle ultime nove edizioni disputate è stato Lewis a salire cinque volte sul gradino più alto del podio, ovvero una statistica che lo ha visto vincitore in più del cinquanta per cento delle sue partecipazioni.

La Ferrari, forte dei venticinque punti in classifica che Seb vanta su Hamilton, può permettersi anche una tappa da giocare in difesa, me l’impressione è che se le Rosse riusciranno ad ottenere la quarta vittoria stagionale, il morale della Mercedes (dopo tre anni di dominio assoluto) potrebbe accusare il colpo.

Sebastian, la tua monoposto finora è andata bene su tutti i tracciati in cui si è corso. Se dovessero arrivare ottimi riscontri anche qui a Montreal, credi che sarà così in tutte le restanti tappe in calendario?
“Questa pista è diversa da quelle precedenti, questo è vero. Arriviamo da un paio di gare con buoni riscontri, e la cosa importante è che siamo stati competitivi in tutti i circuiti su cui abbiamo fatto tappa finora".

"Barcellona di solito è considerata la pista che fornisce le migliori indicazioni sulla bontà di una monoposto, e a Montmelò non abbiamo dovuto lavorare molto sul set-up per arrivare ad avere una buona performance. Nel complesso la cosa più importante è che la monoposto sembra essere veloce ovunque, quindi se verificheremo anche qui un buon potenziale, sarà una notizia fantastica. Ma sappiamo anche che la stagione è davvero lunga, e che i valori in campo possono cambiare, intendo come sviluppi tecnici ed aggiornamenti che vengono portati di gara in gara”.

Conosci molto bene la sensazione che prova chi corre per il titolo Mondiale. Hai questa percezione?
“Non so… è passato un po’ di tempo! Tendo a dimenticare le cose, è per questo che ho la tendenza a scrivere. In passato non ho preso nota di questa particolare percezione, quindi non so darti una risposta corretta. Comunque a questo punto della stagione non mi preoccupo molto del campionato".

"È importante raccogliere punti, lo so, ma sono concentrato sul vincere le singole gare, abbiamo la possibilità farlo grazie ad una grande monoposto, e non credo sia necessario essere un genio per capire che se vinci un sacco di gare porti a casa un sacco di punti. Questo è l'approccio al momento, forse più avanti nella corso della stagione ragioneremo di più in chiave campionato”.

E’ determinante guadagnare punti sulla Mercedes ora che sembrano avere delle difficoltà maggiori del previsto?
“È giusto dire che non hanno avuto un gran weekend a Monaco, mentre noi abbiamo disputato un fine settimana eccellente. Quanto sia importante lo sapremo a fine stagione, perché con così tante gare in calendario mi aspetto che ci saranno anche dei ritiri, così come dei weekend molto buoni. Di solito le gare che fanno la differenza sono quelle in cui credi di trovare delle difficoltà ed invece ne vieni fuori bene. Ma, ripeto, in un calendario con così tante gare capiterà a tutti qualche battuta d’arresto”.

Confermi che la vostra forza finora è stata quella di disporre di una monoposto facile da assettare?
"Non è del tutto giusto, facciamo sempre un sacco di lavoro. A Barcellona venerdì abbiamo commesso degli errori, e abbiamo recuperato per sabato in modo molto buono. Non so cosa accade alle altre monoposto, ho sentito che altre vetture sono veramente difficili da guidare, ma non è mai facile andare veloce, non è mai facile ottenere il meglio dalla macchina, c'è sempre qualcosa che avresti voluto in modo differente. Non credo sia facile trovare il set up perfetto, abbiamo abbondanza di scelte, questo è il problema. Se avessimo avuto solo due parametri sarebbe facile trovare il miglior compromesso, ma ci sono tante scelte che si possono fare. Siamo tranquilli e cerchiamo di fare il nostro lavoro”.

A Montreal hai avuto spesso alti e bassi…
“Si. È un posto veramente bello, ma se guardo al passato forse avrei dovuto vincere più di un Gran Premio. Ma mi piace venire qui, la gente è entusiasta di avere la Formula 1 nella loro città, ci sono grandi tribune e già dal mattino vedi tanti spettatori. Mi piace molto questa pista, che potrebbe sembrare un po’ noiosa ma ha un bel ritmo, grandi frenate, chicane impegnative e tanti cordoli”.

Hamilton ha detto che la Ferrari ha deciso che tu sei la prima guida…
“Non è così. Si dicono sempre un sacco di cose, credo che si stesse riferendo all’ultima gara, ma credo che si dovrebbe essere onesti. Non voglio dare una spiegazione lunga sulla gara (di Monte Carlo) ma se mi viene offerta la possibilità di effettuare il pit-stop per primo, io la accetto volentieri, perché di solito è il miglior modo per vincere una gara".

"A Monaco, per qualche motivo, non è stato così. Quando Kimi ha effettuato la sua sosta per difendersi da Bottas, Ricciardo ha guadagnato terreno ad un ritmo molto forte. Se ci mettiamo nei panni della squadra, se io fossi entrato immediatamente ai box, Ricciardo potenzialmente avrebbe potuto vincere la corsa in caso di un ingresso in pista della safety car. Abbiamo fatto quello che si doveva fare in quel momento".

"Era stato concordato che Kimi avrebbe avuto la priorità, si è parlato tanto, ma alla fine non c’è stato nulla di strano. È normale che se concludi in seconda posizione una corsa che vuoi vincere non sei felice, è una reazione normale, ma poi la gente ci soffia sopra…”.

Hai chiesto al team di essere la prima guida?
“A questo punto dell'anno è una richiesta che non ha senso, perché abbiamo ancora un sacco di gare da disputare. Non sprechiamo energia su quello che alcune persone pensano, stiamo facendo del nostro meglio e, come ho detto, abbiamo una politica chiara”.

Come commenti le dichiarazioni del Presidente Marchionne?
“Per prima cosa grazie. Troveremo il tempo per sederci e parlare, ma sono sicuro che non potrò decidere tutto io”.

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