Vettel non si arrende: "Posso ancora diventare campione del mondo e mi piacerebbe chiedere consigli a Schumi"
Nonostante i 40 punti da recuperare su Lewis Hamilton, il tedesco crede ancora fermamente nel potenziale suo e della Ferrari. Inoltre nell'intervista concessa a Sport Bild ha rivelato che se Michael Schumacher stesse bene gli chiederebbe di essere il suo consigliere.
Sebastian Vettel, Ferrari
Mark Sutton / Motorsport Images
Le ultime due gare sono state una mazzata per le ambizioni mondiali di Sebastian Vettel. Nonostante 40 punti da recuperare su Lewis Hamilton, però il pilota della Ferrari non ne vuole sapere di arrendersi, stando a quanto ha dichiarato a Sport Bild.
"Primo perché lo posso fare e l'ho dimostrato quattro volte; poi perché abbiamo una macchina alla pari della Mercedes e con cui posso giocarmela. Il terzo posto di Singapore non ha aiutato, ma posso ancora diventare campione del mondo da solo e continuerò a lottare" ha detto il pilota tedesco, che crede ancora nei suoi mezzi e nelle possibilità di portarsi a casa la quinta corona iridata.
Tra le altre cose, Sebastian ha rivelato che gli piacerebbe ricevere i consiglio di un amico speciale: "Se Michael Schumacher stesse bene, vista la sua esperienza in Ferrari, gli chiederei molte cose, non necessariamente sul modo di guidare, ma sul dietro le quinte, il lavoro dentro il team, le politiche della F1".
Nelle ultime settimane sono finiti al centro delle critiche il suo stile aggressivo, al quale veniva imputato il contatto con Hamilton, che le strategie del muretto del Cavallino, come nel caso di Singapore. Vettel però ha detto chiaramente di non rinnegare nulla, perché è proprio grazie al suo stile che ha vinto tanto, aggiungendo anche che farlo è impossibile senza rischiare.
"Il mio stile di guida mi ha già dato quattro titoli mondiali e 52 vittorie. Tutti hanno paura di fallire, mi piacerebbe incontrare una persona che non ne abbia: naturalmente, so che con una certa dose di rischio a volte qualcosa può andare storto, ma se lasci che la paura ti condizioni troppo, questa ti paralizza e non ti diverti più".
"Il concetto vale anche per le strategie rischiose come quelle a Singapore: difenderò sempre il mio team. La F.1 è uno sport di squadra: si vince e si perde insieme" ha concluso.
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