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Vettel: "Non serve una gara fortunata, ma un successo meritato"

Vettel è convinto che il potenziale della SF16-H sia migliore della monoposto 2015. Il tedesco non si sente sotto pressione e derubrica la discussione con Kvyat dopo il contatto in Cina, ma è convinto che la Mercedes sia ancora davanti.

Sebastian Vettel, Ferrari, ispeziona il circuito con la squadra

Foto di: XPB Images

Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari ispeziona il circuito con il team
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari, ispeziona il circuito con la squadra
Sebastian Vettel, Ferrari fans in the grandstand
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Sebastian Vettel, Ferrari con i media

L’imperativo per Sebastian Vettel, e non solo per lui, è completare un weekend senza imprevisti. Non solo per mettersi alle spalle quanto accaduto nelle prime tre gare della stagione, ma soprattutto per capire quale sia il vero valore della Ferrari SF16-H.

Potrebbe arrivare anche una doccia fredda, qualora sotto la bandiera a scacchi di Sochi dovessero esserci due Mercedes in lontananza, ma almeno le gerarchie saranno più chiare. O magari potrebbe esserci una buona notizia, ed è quello che si augurano in Ferrari. Intanto il tedesco guarda avanti, negando di essere sotto pressione e confermando quanto detto a Kvyat prima del podio di Shanghai. Forse ritratterebbe un po’ i modi, ma non la sostanza...

Facciamo un passo indietro al Gran Premio della Cina. Pensi di essere stato verbalmente un po’ duro con Kvyat nella vostra discussione prima della cerimonia del podio?
“Sono passate due settimane, e sono sorpreso che questo episodio sia ancora oggetto di discussione. Volevo chiarire con lui l’accaduto, e l’occasione è arrivata nella saletta prima di salire sul podio. Non sapevo di essere ripreso dalle telecamere in quel momento, ma questo non cambia nulla".

"Dopo la gara l’adrenalina è sempre un po’ alta, non è come sedersi qui adesso e confrontarsi con calma moderando i toni e le parole. Ma comunque non credo di aver detto nulla di sbagliato… Alla fine è stato un incidente di gara, ovviamente è andata meglio a Kvyat rispetto a me e Kimi”.

Nico Rosberg continua a sottolineare che la Ferrari è molto vicina alla Mercedes. Cosa ne pensi?
“Nelle prime tre gare non abbiamo concretizzato ciò che avremmo potuto ottenere e Nico, rispetto a noi, ha concretizzato il massimo possibile nella sua posizione. Non credo che possiamo dire che siamo molto molto vicini".

"Abbiamo bisogno di concludere un weekend senza inconvenienti di nessun tipo, e solo allora avremo un riferimento preciso sulla nostra posizione. Ma sappiamo di non essere ancora vicini alla Mercedes come vorremmo. Comunque aspettiamo la gara di domenica, e credo che avremo una visione più chiara”.

Nelle prime tre gare della stagione non hai ottenuto i risultati sperati. Ti senti un po’ sotto pressione?
“Nulla di più della pressione che c’è di solito. Ci sono state delle gare che mi hanno soddisfatto, ed altre in cui ho capito di non aver fatto il miglior lavoro possibile. Le aspettative che ci sono all’esterno del team non sono maggiori di quelle che abbiamo internamente alla squadra. Se consideriamo che lo scorso anno abbiamo concluso la stagione al secondo posto (nella classifica riservata ai team), è naturale voler puntare a qualcosa in più".

"Anche se non abbiamo iniziato il campionato come avremmo voluto sono convinto che siamo in una posizione migliore rispetto al 2015, e come ho detto più volte, siamo contenti della macchina. Dobbiamo cercare di mettere tutto insieme per confermare la bontà del lavoro fatto, ma non siamo alla ricerca di una gara fortunata quanto di un successo meritato sul campo”.

Ti aspettavi di vedere Nico Rosberg in testa alla classifica a punteggio pieno?
“Nico ha avuto un buon inizio di stagione con tre ottime gare. Ci aspettavamo una Mercedes molto competitiva, ma abbiamo visto anche degli alti e bassi di Lewis”.

Rosberg è a quota sei successi consecutivi, ma tu nel 2013 hai vinto nove gare di fila. Cosa ricordi di quei momenti?
“Non so come stia Nico ora, ma ricordo che è stato un periodo molto bello. E’ una posizione ideale per un pilota, arrivi in pista e sai che hai tutto per vincere. Ma nel mio caso quello di vincere nove gare consecutive non è stato certo un obiettivo. Arrivavo in pista gara dopo gara e lavoravo per quella singola corsa, non pensando ad eventuali record. Non sono situazioni che accadono di frequente, ma di sicuro aumentano la fiducia nei tuoi mezzi”.

Dopo il Gran Premio di Cina il presidente Marchionne ha detto: “Spero che i piloti siano più imbarazzati di noi”. Cosa vi ha detto prima di lasciare la pista?
“Eh…ci ha detto che ha rischiato un infarto alla prima curva ma che poi ha apprezzato la rimonta. Ovviamente quando vedi un contatto tra due monoposto con gli stessi colori non è mai una bella notizia. Non credo sia un problema sfidarsi in pista con il proprio compagno di squadra, ma lo diventa se si finisce con il toccarsi. Purtroppo è stata un’altra gara in cui non abbiamo potuto capire dove avremmo potuto essere”.

Dopo tanti anni la Formula 1 tornerà a correre il 1 maggio, come nel 1994. Che ricordi hai della tragedia di Ayrton Senna?
“Avevo sette anni e ricordo solo che ero confuso perché vedevo mio padre molto triste. Era un fan di Ayrton. A quell’età non potevo realizzare cosa fosse accaduto, lo posso immaginare ora. Era una leggenda, e lo è ancora”.

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