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Vettel: "La Ferrari può puntare a qualcosa di importante!"

Sebastian Vettel è deluso che non sia stato cambiato il format di qualifica, critica gli attuali motori auspicando il ritorno agli aspirati e spera che il parere dei piloti e dei tifosi sia più ascoltato da chi decide nel Circus

Sebastian Vettel, Ferrari, ispeziona il circuito

Sebastian Vettel, Ferrari, ispeziona il circuito

XPB Images

Sebastian Vettel, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari, ispeziona il circuito con il team
Sebastian Vettel, Ferrari SF16-H
Maurizio Arrivabene, Ferrari Team Principal
Sebastian Vettel, Ferrari
Marc Gene, Ferrari Test Driver with Sebastian Vettel, Ferrari
Ferrari SF16-H, dettaglio del muso
Il casco di Sebastian Vettel, Ferrari
Scuderia Ferrari

Per arrivare a parlare delle aspettative del weekend di Al Sakhir c’è voluto più di un quarto d’ora. Sebastian Vettel non si è sottratto quando gli è stata chiesta un’opinione sui temi caldi della Formula 1 di questo inizio 2016. Dal format di qualifica, alla risorta GPDA fino all’importanza dell’opinione degli appassionati che seguono questo sport.

Poi è arrivato il momento delle opinioni sugli eventi di Melbourne proiettati sull’attesa di una pista amica come quella del Bahrain. “Seb” non lo dice proprio in modo esplicito, ma crede nella possibilità di chiudere il weekend con un sorriso più smagliante di quello di Melbourne.

Cosa ne pensi della decisione di mantenere il format di qualifica?
“Sono deluso, come tutti quelli che conosco”.

Sorpreso?
“Sì. Se un gelataio che vende gelato alla vaniglia vede che tutti i clienti chiedono il gusto al cioccolato, il giorno dopo si attrezza per soddisfare la domanda. Di certo non riapre il suo negozio proponendo ancora il gelato alla vaniglia. Di solito si fa quello che i clienti chiedono, e non il contrario. Quello che è stato deciso non è qualcosa di cui essere fieri”.

La GPDA è sembrata voler prendere una posizione chiara in merito. Cosa ne pensi?
“Quello che abbiamo cercato di fare è molto chiaro, quindi non credo che ci sia molto da aggiungere. Non conoscevamo la data in cui sarebbe stata votata la decisione sulle qualifiche, ma sapendo che tutti volevano tornare indietro non possiamo che essere delusi da quanto deciso".

"Quando si tenta di andare avanti proponendo qualcosa di nuovo può andare bene o male, ma quando tutti sono contro una proposta e nonostante tutto si va avanti, allora credo che qualcosa non sia andata nel modo giusto. Non penso sia importante individuare un colpevole in particolare, ma lo è andare avanti ed ascoltare tutti i punti di vista. E noi piloti vogliamo dire la nostra, auspicandoci che qualche opinione possa essere ascoltata ed anche essere utile”.

Credi che sia arrivato il momento in cui i piloti debbano essere coinvolti nelle decisioni che regolamentano la Formula 1?
“I piloti non sono qui per scrivere i regolamenti. In nessun sport ci sono i praticanti che scrivono le regole, e questo aspetto deve essere chiaro. Noi siamo qui per guidare la nostra monoposto, ed è questo che amiamo fare. Stiamo solo chiedendo di poter dare dei suggerimenti alle persone che si occupano dei regolamenti. E abbiamo pensato che fosse il momento giusto per farsi sentire. L'intenzione di inviare una lettera come GPDA c'era già prima della gara in Australia, e dopo quanto accaduto in qualifica abbiamo colto l’occasione per farci sentire”.

A tuo parere serve un pilota nella F1 Commission?
“Per certe decisioni penso che sarebbe utile ascoltare di più sia i piloti che l’opinione dei tifosi. Non si può certo avere il consenso di tutti, ma di sicuro credo che aiuterebbe a capire cosa è meglio fare per il nostro sport”.

Se potessi cambiare una regola, da dove inizieresti?
“Personalmente ritengo che l'attuale regolamento in tema di motori sia troppo costoso. Penso che sarebbe utile per le squadre e tutto il nostro sport in generale tornare a dei normali propulsori aspirati”.

Che Ferrari ti aspetti su questa pista?
“L’anno scorso abbiamo visto che quella di Melbourne non era la nostra pista ideale, ma quest’anno in Australia siamo stati più competitivi, confermando un bel passo avanti. Nel 2015 in Bahrain siamo comunque andati bene, quindi si potrebbe ipotizzare che qui ad Al Sakhir possiamo puntare a qualcosa di importante".

"Ma bisogna tener conto che rispetto a dodici mesi da abbiamo gomme e vetture diverse, così come probabilmente lo saranno le condizioni del tracciato. È difficile ora fare una previsione, ma credo che dovremmo essere più competitivi. I favoriti purtroppo non siamo noi, ma la Mercedes”.

Cosa è emerso sull’analisi della strategia fatta all’indomani del Gran Premio d’Australia?
“È sempre facile con il senno di poi dire quale strategie erano corrette, perché si sa cosa hanno fatto gli avversari e si conoscono tutti i riscontri. Con il senno di poi avremmo potuto provare qualcosa di diverso, ma abbiamo fatto quello che nel momento della scelta credevamo fosse l’opzione migliore, decidendo di attaccare pur essendo davanti".

"Ovviamente se da essere al comando ci si ritrova a concludere la corsa in terza posizione, non possiamo parlare di una strategia riuscita, abbiamo preso un rischio e non ha funzionato”.

Qui in Bahrain abbiamo visto una strategia molto differente tra Mercedes e Ferrari per quanto riguarda la scelta degli pneumatici. Come la vedi?
“Sulla carta sembra una differenza più marcata di quanto poi probabilmente sarà nell’economia del weekend. Quando si arriva al via della gara c’è sempre la possibilità che tutti ci si ritrovi più o meno con gli stessi set. Dal nostro punto di vista siamo sicuri della scelta che abbiamo fatto. Non ho idea della strategia che hanno pensato i nostri avversari, ma non ci resta che attendere lo svolgimento del weekend”.

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