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Vettel-Hamilton e i precedenti che decidevano un mondiale

Quella fra Sebastian e Lewis a Baku è stata solo una "scaramuccia" se confrontata con gli incidenti "cercati" che hanno determinato l'assegnazione del titolo iridato. Schumacher, Prost e Senna, ecco tre campioni che non si sono risparmiati.

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08, Sebastian Vettel, Ferrari SF70H

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W08, Sebastian Vettel, Ferrari SF70H

Charles Coates / Motorsport Images

Michael Schumacher, Ferrari F310B, colpisce Jacques Villeneuve, Williams FW19 Renault, alla Curva Dr
The infamous crash of Ayrton Senna and Alain Prost on lap 46
The infamous crash of Ayrton Senna and Alain Prost on lap 46
The infamous crash of Ayrton Senna and Alain Prost on lap 46
Alain Prost, Ferrari e Ayrton Senna, McLaren, la collisione alla prima curva

Quando c’è un confronto per un titolo Mondiale i copioni sono sempre gli stessi. Sono cambiate le monoposto, i caschi, le piste, le tute, l’ecosistema Formula 1, ma non l’emotività di chi stringe un volante mentre si confronta per il massimo traguardo con un avversario che a sua volta stringe un volante. Anche i commenti sono sempre gli stessi.

Ai tempi Senna-Prost si discuteva nel Bar, oggi sui canali social, ma i due schieramenti sono sempre “colpevolisti vs innocentisti”. Quanto abbiamo visto lo scorso fine settimana a Baku non fa eccezione, visto che a rompere il protocollo sono stati… casualmente i due piloti che sono in prima e seconda posizione nella classifica provvisoria nel Mondiale, ma l’episodio Vettel-Hamilton non è confrontabile con altre “ruotate” che sono entrare nella storia della Formula 1.

Il fallo di reazione di Vettel

Quanto accaduto tra Vettel e Hamilton non ha molti riferimenti con altre “ruotate” storiche. Ad esser differenti sono la motivazione e la pericolosità del gesto. Seb a Baku si è innervosito, ed ha voluto dare uno “scappellotto” ad un avversario che (a suo modo di vedere) gli aveva teso un tranello che a Vettel è costato anche il danneggiamento dell’ala anteriore.

Il tutto a 40 km/h e senza la volontà di mettere fine alla corsa di Hamilton. Il gesto è stato inopportuno, ed è stata punita una condotta antisportiva. Il momento non era però quello clou di un Mondiale, di un’ultima gara in cui ci si appresta a scrivere un verdetto, ma un episodio che ha visto coinvolti i due contendenti al titolo Mondiale con davanti ancora dodici GP da disputare. Un confronto di tappa, nel bene e nel male non decisivo, ed avvenuto… in prima marcia. Non per questo meno importante per gli effetti che potrà avere.

L’istinto di Schumy

Tutt’altra storia c’è dietro la ruotata per eccellenza, quella che rifilò Michael Schumacher a Jacques Villeneuve in occasione dell’ultima gara del Mondiale 1997 a Jerez. I due erano in lotta per il titolo, e il canadese con un sorpasso che colse di sorpresa l’avversario, mise alla corda Schumy.

In quel caso l’intento di Schumacher fu quello di fermare Villeneuve, il tentativo estremo di chi non voleva rassegnarsi alla sconfitta nel Mondiale, andando anche oltre il lecito, ovvero: “se non posso vincere, provo a far perdere l’avversario”.

E d’altronde c’era già riuscito tre anni prima, con successo, ai danni di Damon Hill, dopo essere uscito di pista e aver danneggiato la sua Benetton. Un’infrazione ben più grave di quella commessa da Vettel, e da qui la decisione della FIA di estromettere Schumacher dalla classifica del Mondiale 1997.

Partita, e rivincita, Senna-Prost

Nel 1989, alla chicane di Suzuka, Alain Prost rifilò una ruotata (anche se il francese non colpì con la ruota anteriore l’avversario) alla chicane prima del rettilineo d’arrivo. In ballo c’era il titolo Mondiale, anche se la tappa giapponese era in realtà la penultima del campionato.

Prost, in testa, giocò d’astuzia, e la collisione fu di fatto volontaria. Ad inasprire la situazione fu la squalifica del brasiliano per il taglio della chicane (vincitore sotto la bandiera a scacchi) e questo contribuì alla “vendetta” di Senna dodici mesi dopo, con un gesto premeditato e di grande pericolosità, che vide il brasiliano speronare l’avversario alla prima curva, ad oltre duecento chilometri orari…

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