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Vettel è deluso: "Il mondiale perso? A Singapore più che a Hockenheim"

A Sebastian pesa il quinto titolo di Hamilton: prima si è complimentato con Lewis e poi è andato a congratularsi con il team Mercedes. Il tedesco analizza la sconfitta e non considera decisivi gli errori di Monza e Hockenheim, quanto la Rossa poco competitiva a Singapore.

Sebastian Vettel, Ferrari, in conferenza stampa

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari, 2° classificato, alza il suo trofeo sul podio
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, precede Charles Leclerc, Sauber C37
Sebastian Vettel, Ferrari, in conferenza stampa
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, nel parco chiuso
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 e Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, nel parco chiuso
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 e Sebastian Vettel, Ferrari, festeggiano nel parco chiuso
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari, si congratula con il Campione del Mondo Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, nel parco chiuso
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari e Maurizio Arrivabene, Team Principal, Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari, 2° classificato, Max Verstappen, Red Bull Racing, 1° classificato, e Kimi Raikkonen, Ferrari, 3° classificato, sul podio
Sebastian Vettel, Ferrari, 2° classificato, e Kimi Raikkonen, Ferrari, 3° classificato, festeggiano sul podio

Al termine dei settantuno giri del Gran Premio di Città del Messico, la Ferrari e Sebastian Vettel hanno ricevuto notizie contrastanti.

I festeggiamenti di Lewis Hamilton non sono stati il film preferito di Sebastian Vettel, anche se il tedesco ha voluto congratularsi pubblicamente con il suo avversario numero uno prima della cerimonia del podio, entrando poi nell’hospitality della Mercedes per estendere i complementi a tutto il gruppo di lavoro della squadra avversaria numero uno.

La buona notizia è stata invece la conferma del ritrovato stato di forma della SF71H, che sulla pista a quasi 2.300 metri sopra il livello del mare intitolata ai fratelli Rodriguez è stata inferiore solo alla Red Bull di Max Verstappen.

Nel caso di Vettel tra gli aspetti positivi del Gran Premio del Messico c’è stata anche (se non, soprattutto) una gara senza errori che lo ha visto ritrovare la giusta dose di grinta che gli ha permesso due sorpassi di forza su Hamilton e Ricciardo. Dopo gli errori commessi a Monza, Suzuka e Austin, è una buona notizia che va oltre il secondo posto messicano.

Nel secondo stint di gara hai avuto un ottimo ritmo, mentre nel primo e nel terzo dai tempi sul giro si deduce che il ritmo non sia stato lo stesso. Questione di gomme?
“Il ritmo nei giri iniziali di chi mi precedeva, per me è stato proibitivo. Ho perso contatto e a quel punto ho cercato di non forzare troppo per allungare il mio primo stint, e sono rimasto sorpreso quando ho visto altre vetture rientrare ai box dopo pochi giri".

"Dopo la sosta l’obiettivo era riuscire a passare Ricciardo e Hamilton, per recuperare la seconda posizione, ma quando ci sono riuscito Max era ormai lontano. In quel frangente non avevamo molto da perdere, così abbiamo deciso di cambiare strategia e fare un secondo pit-stop".

"Credo che sia stato giusto provarci, anche se devo dire che è stata dura con Daniel lottare per la seconda posizione fino al momento del suo stop. Una volta che mi sono ritrovato alle spalle di Max ho cercato di gestire la posizione, ma non è stata comunque una passeggiata far durare le ultrasoft per gli ultimi 25 giri, pensavo che sarebbe stato lo stint più semplice, ma alla fine il migliore è stato il secondo”.

Impossibile attaccare alla prima curva?
“Sì, impossibile. Non avevo spazio, davanti a me c’erano Max e Lewis, e poi è sbucato Valtteri alla mia sinistra, quindi non potevo far nulla. Allora ho anticipato un po' la frenata per vedere cosa sarebbe accaduto alla curva 1, ma tutto è filato liscio”.

Cosa hai detto a Lewis dopo la gara?
“Non sono una persona a cui piace condividere discorsi privati, ma mi sono congratulato con lui, penso che abbia guidato in modo magnifico nell’arco di tutta la stagione. È stato un lungo testa a testa tra noi due, e gli ho detto che il suo è stato un titolo meritato che si deve godere, il mondiale numero 5 deve essere qualcosa di incredibile. Ed infine gli ho chiesto di continuare a spingere il prossimo anno, perché lo voglio in gran forma per iniziare una nuova sfida”.

Sembri molto deluso, ma in realtà la corsa per il titolo era già praticamente finita da un po'...
È un momento orribile. Sai, abbiamo lavorato tanto, anche se capisco cosa vuoi dire, nel senso che avremmo dovuto sentire che la fine stava arrivando. Ma davvero non presto molta attenzione alla matematica, non penso ai numeri e credo che sia un modo per dare comunque tutto fino a quando i giochi non sono aritmeticamente fatti".

"È la terza volta che mi accade nell’arco della mia carriera, ma provo ancora molta delusione quando arriva il giorno in cui sai che non puoi più vincere il campionato. Non sono ovviamente momenti felici, perché non rifletti solo sul momento che stai vivendo, quanto sull’intero anno di lavoro, di grandi sforzi che sono stati fatti dalla fine dello scorso anno fino ad oggi".

"Abbiamo avuto le nostre possibilità, ne abbiamo preso la maggior parte ma non tutte. E alla fine non è stato abbastanza. Penso sia normale anche avere un momento di delusione, ma quando arriverò in Brasile tra due settimane sarò al massimo della forma, e farò tutto il possibile per dare alla squadra ciò che merita, dai ragazzi di Maranello a tutte le persone che mi hanno supportato. Ora non sono felice, ma tra due settimane entrerò nella monoposto che ho sempre sognato di guidare e avrò comunque molto di che essere contento”.

Credi che la stagione 2018 sia stata la più difficile da quando sei in Formula 1?
Lunga pausa: “Può essere, sotto alcuni aspetti si. È stata una stagione diversa rispetto alle precedenti, abbiamo avuto un pacchetto molto forte e siamo stati in grado di vincere diverse gare. Non siamo più in lizza per il campionato piloti, ma possiamo ancora lottare per quello Costruttori, quindi anche se è stato un anno con delle difficoltà, per noi come squadra si è confermata una buona stagione, e stiamo ancora facendo passi avanti. Restano alcuni aspetti da migliorare per completare l’ultimo cruciale passo”.

Nell’economia del campionato il momento decisivo è stato nel Gran Premio di Germania o a Monza?
“Nessuno dei due, ad essere onesto, penso invece che sia stato Singapore. Nelle due gare successive non abbiamo più avuto il passo per insidiare la Mercedes, alcune cose non sono andate come previsto e non abbiamo avuto la possibilità di conquistare i punti di cui avevamo bisogno a causa di errori che abbiamo commesso e che ho commesso".

"Non posso essere troppo duro con me stesso per quanto accaduto in Germania, penso di aver fatto errori più gravi rispetto a Hockenheim, ma quello è stato il più penalizzante in termini di punti. Sono episodi che fanno parre del mondo delle corse, quando spingi può capitare di farlo… troppo, e in Germania ho scelto la curva sbagliata per farlo. Ma in ogni caso ormai questo è passato, sono episodi che accadono a tutti i piloti. Credo anche che mettendo tutto sul piatto sia stato molto penalizzante non avere la velocità che speravamo nelle ultime gare, anche questo è stato decisivo”.

 

 

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