Verstappen: tanto rumore per nulla nel briefing dei piloti
Nessun pilota ha avuto niente da ridire con Verstappen dopo le polemiche scaturite a Spa: Charlie Whiting aveva già affrontato l'argomento in separata sede con i due ferraristi e il giovane della Red Bull, per cui il caso si è sgonfiato da solo.
Foto di: XPB Images
Tanto rumore… per nulla. O poco più. Nel briefing dei piloti tenutosi nel tardo pomeriggio a Monza, era attesa un’accesa discussione sulla condotta di gara di Max Verstappen nel Gran Premio del Belgio dello scorso fine settimana.
Diversi “colleghi” del pilota olandese avevano preannunciato chiarimenti a voce alta, a scanso di equivoci. Invece tutto si è concluso nel silenzio. Nessun pilota ha preso la parola in merito, e il direttore di gara Charlie Whiting non ha affrontato l’argomento.
Ma c’è la spiegazione. Lo stesso Whiting ha anticipato i tempi incontrando Kimi Raikkonen e Sebastian Vettel giovedì sera, mentre con Verstappen si è visto stamattina, prima delle prove libere.
Come è stato rivelato dal team principal della Red Bull, Christian Horner, nel meeting il direttore di gara ha commentato i momenti incriminati di Spa grazie a un video che è stato mostrato a Verstappen. Whiting ha spiegato a Max che ha rischiato una squalifica, mettendolo in guardia sui rischi che corre se non cambierà la sua condotta. Inomma sarebbe partito solo un avvertimento... gentile.
Una volta che l'argomento “Verstappen” è stato trattao in diverse sedi, Whiting ha preferito svolgere il tradizionale briefing dei piloti senza toccare nuovamente l’argomento, essendo la questione già stata chiarita in privato.
“Penso che sia stato un briefing molto calmo – ha commentato Sainz - il problema è che a diversi giornalisti ed appassionati piace pensare che molti piloti abbiano un problema con Max. Io non ho niente contro Max, nei miei confronti non ha mai fatto nulla di sbagliato. Al massimo il problema ce l’ho con la FIA, visto che una presunta infrazione che in una gara viene punita con dieci secondi, nel GP successivo passa inosservata. Ogni volta che abbiamo un nuovo collegio di commissari, le decisioni cambiano”.
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