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Verstappen rincara: "Non ci sarà solo la F1 nella mia vita"

L'olandese non ha una disaffezione solo per le gare Sprint: il due volte campione del mondo vede la serie maggiore che insegue troppo gli aspetti commerciali, tralasciando quelli sportivi. Max resterà in F1 fino alla fine del suo contratto nel 2028, ma poi vorrebbe correre anche in altre categorie. Gli piacciono le gare endurance, magari con un team proprio e con il padre Jos, se non sarà invecchiato troppo.

Max Verstappen, Red Bull Racing

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Max Verstappen è in una fase di riflessione. Non è più il ragazzino terribile che si voleva arrampicare ai vertici della Formula 1. È il campione del mondo che guarda alla serie che lo ha consacrato con una certa preoccupazione per il futuro: in Australia l’olandese aveva mostrato la sua avversione per le gare Sprint. Qui a Baku Max è tornato sul tema argomentando meglio qual è il suo pensiero.

Non ha alcuna intenzione di smettere di correre e sa di avere un contratto valido con la Red Bull fino alla fine del 2028, ma è palese che certi cambiamenti nel Circus cominciano a stargli stretti come un abito di una taglia inferiore e non nasconde il suo fastidio.

Il problema non sono solo le gare Sprint, il discorso di Verstappen è molto più articolato…
"Penso che il problema non siano le gare sprint, se si continuerà ad espandere il calendario o a riempire il weekend di gara. Ad un certo punto sarà normale chiedersi: ma tutto questo ne vale la pena?”

“Ci tengo a dire che le corse mi piacciono. Mi piace vincere. So che, ovviamente, c'è un lauto stipendio e tutto il resto e so di avere una vita privilegiata. Ma è davvero una bella vita? Penso che a volte si arrivi a un punto della carriera in cui forse vorresti altre cose”.

Max Verstappen, Red Bull Racing, guarda al futuro non pensando solo ai successi in F1

Max Verstappen, Red Bull Racing, guarda al futuro non pensando solo ai successi in F1

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

“Ho un contratto valido fino alla fine del 2028 e poi ne riparleremo, ma se a un certo punto avrà la sensazione che stia diventando troppo, allora sarà tempo di cambiare. Posso capire che il mio discorso possa sembrare strano per le persone all'esterno, perché pensano che ho la fortuna di vincere in Formula 1. E probabilmente avrei pensato lo stesso quando ero nella loro posizione”.

“Ma una volta che ci sei dentro, la realtà non è sempre come sembra o come la gente possa pensare che sia la tua vita. Non voglio negare che sia fantastico. E mi sento molto indipendente, ma c'è sempre un limite a certe cose”.

Max a questo punto inizia un distinguo sull’orientamento della F1 troppo puntato sull’aspetto commerciale e non è detto che la ricerca dello spettacolo in ogni momento del weekend sia sempre positivo…
"Probabilmente la F1 lo guarda al futuro da un punto di vista commerciale. Capisco le gare sprint, probabilmente possono aggiungere un po' più di entusiasmo, ma poi le guardo dalla parte degli appassionati di corse. Il primo giro sarà emozionante, con qualche toccata qua e là, ci saranno dei danni e allora ecco i bla, bla prima della safety car. È ovvio che si crea più di eccitazione”.

"Ma poi il quadro della gara si delinea abbastanza chiaro ed emerge il più veloce: insomma si ha una visione abbastanza chiara di cosa accadrà il giorno dopo. E tutto questo credo che possa togliere un po' di brillantezza all'evento principale: credo che la gara domenicale debba essere sempre l'evento speciale".

Endurance ma non IndyCar

Verstappen, quindi, non ripudia la Formula che gli stando tutte le soddisfazioni di cui ha bisogno in questo momento, ma non nasconde l’idea di competere in futuro anche in altre serie, magari nelle gare di durata.
"Ci sono persone che adorano correre e questa è l'unica cosa che sanno e che vogliono fare - ha aggiunto Max – io probabilmente mi trovo un po' più nel mezzo. Adoro correre, ma vorrei farlo anche in altre categorie. Ma oggi non si possono combinare le due cose”.

Resta un’idea di fondo: correre le gare di durata con papà Jos, magari andando a Le Mans insieme…
“Continuo a dirgli che il tempo stringe e che sta invecchiando. Ma potrà essere anche senza mio padre, vedremo. Non mi dispiacerebbe creare la mia squadra. Ci sono molte cose che vorrei fare oltre a guidare da solo”.

Se c’è una cosa che esclude è il passaggio alle gare americane come l?indycar…
"Mi piace guardare la IndyCar. Penso che ci siano molti piloti bravi e alcuni con cui ho corso che conosco e che mi piace vederli fare bene, ma non ho alcuna intenzione di guidare alla Indy500. Potrei andare a vedere la gara, ma assolutamente non per gareggiare”.

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