Verstappen fermato da un sensore: "Avrei preferito l'esplosione del V6!"
L'olandese ha spiegato il motivo del ritiro in Belgio: "Il motore è andato in protezione a causa di un sensore. Poi, ai box, funzionava di nuovo correttamente".
Foto di: Sutton Motorsport Images
Nelle ore post Gran Premio del Belgio si è parlato molto del sesto ritiro su 12 gare disputate nel 2017 di Max Verstappen. L'olandese è stato lasciato a piedi dalla power unit Renault che equipaggiava la sua RB13 mentre si trovava in quinta posizione davanti al suo compagno di squadra Daniel Ricciardo, il quale ha poi terminato la gara sul terzo gradino del podio.
A far ammutolire il V6 francese di Verstappen è stato un sensore, che pochi istanti prima del ritiro di Max aveva avvertito un anomalo aumento di pressione all'interno del quarto cilindro.
Poche ore dopo il ritiro, Verstappen ha ammesso la sua frustrazione riguardo la situazione verificatasi dopo il Gran Premio, con la sua RB13 che è stata riavviata senza problemi all'interno del garage.
Parlando a Peptalk, show che va in onda in Olanda, Verstappen ha affermato di essere irritato dai continui problemi verificatisi sulle misure di sicurezza introdotte per evitare problemi d'affidabilità sulla monoposto.
"Dopo aver fatto esplodere un po' di motori a inizio stagione, il team ha inserito una sorta di sistema di sicurezza per fare in modo di non far accadere più cose del genere", ha affermato Verstappen.
"In quel momento quando il sensore ha avvertito qualcosa ha fatto spegnere il motore e non potevo più andare avanti. Poi quando la monoposto è rientrata ai box i meccanici hanno rimosso il sensore e la monoposto si è riaccesa. Il motore funzionava correttamente".
"Il team vuole correre senza problemi, senza rompere il motore, ma avrei preferito rompere il motore rispetto a quello che è successo nel corso della gara di domenica. Non avrei voluto sentirlo ammutolire per poi funzionare ai box dopo la gara".
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