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Vasseur: “Leclerc dovrà portare subito a casa risultati”

Il team principal Sauber ha messo sull’avviso il pilota monegasco, che non avrà quindi il beneficio dello status di rookie, ma dovrà immediatamente dimostrarsi all’altezza del sedile ereditato da Pascal Wehrlein. E non solo...

Frédéric Vasseur
Sauber, galleria del vento
Sauber, galleria del vento
Sauber, galleria del vento
Sauber, galleria del vento
Sauber, volanti delle monoposto
Sauber C34-Ferrari
Sauber C34-Ferrari
Sauber C34-Ferrari
Sauber C34-Ferrari
Sauber, sede della factory
Sauber C31-Ferrari
Frédéric Vasseur
Frédéric Vasseur
Pascal Picci
Marcus Ericsson e Charles Leclerc, Sauber
Marcus Ericsson e Charles Leclerc, Sauber, Jean Todt, Presidente FIA, Chase Carey, CEO e Chairman del Formula One Group, Sergio Marchionne, CEO FIAT, Frederic Vasseur, Team Principal Sauber
Marcus Ericsson e Charles Leclerc, Sauber, Jean Todt, Presidente FIA, Chase Carey, CEO e Chairman del Formula One Group, Sergio Marchionne, CEO FIAT, Frederic Vasseur, Team Principal Sauber
Fréderic Vasseur, CEO e team principal del Sauber F1 Team, con Lorenzo Senna, country leader di Motorsport.com Svizzera
Frederic Vasseur, Sauber Team Principal, nella conferenza stampa FIA

Quest’estate Frédéric Vasseur ha avuto il difficile compito di prendere in mano le redini della Sauber dopo lo strappo definitivo tra la ex boss Monisha Kaltenborn e i neo proprietari della finanziaria Longbow Finance, poi Sauber Holding AG. 

In un’intervista esclusiva concessa nella sede di Hinwil a Motorsport.com Svizzera, il manager francese ha rivelato le criticità incontrate, i motivi degli ultimi importanti accordi firmati e le prossime sfide in programma. 

 

Come mai avete deciso di sacrificare Pascal Wehrlein malgrado le due top 10 ottenute in una stagione per voi critica come quella 2017?
“Essenzialmente perché Pascal è un pilota Mercedes. Alla luce del nostro accordo di collaborazione con la Ferrari, sarebbe stato impensabile schierare un uomo della concorrenza come lui”.

E invece qual è la stata la motivazione della bocciatura di Antonio Giovinazzi, relegato al mero ruolo di riserva?
“Avevamo a disposizione soltanto due sedili!”. 

Quest’anno avete chiuso il campionato all’ultimo posto con appena cinque punti. Ritiene che l’affidabilità vi abbia danneggiato?
“No, direi che da quel punto di vista non siamo andati male, anche se si può sempre fare meglio. A mio avviso, i due problemi principali sono stati il ritardo nell’inizio dei lavori e la mancanza di performance”.

Quanto ha inciso nell’esito finale l’handicap del motore Ferrari 2016?
“Certo non è stato l’ideale avere a disposizione un propulsore vecchio, tuttavia, come detto, aver cominciato tardi la progettazione della C36 e il deficit aerodinamico sono stati gli aspetti che più ci hanno penalizzato. Fortunatamente per il 2018 sia la Power Unit, sia il cambio, saranno aggiornati, ma il pacchetto ‘aero’ dovrà restare al centro dell’attenzione”.

Ha trovato difficoltà nell’entrare nel team svizzero a Campionato Mondiale già avviato?
“Sicuramente non è mai facile subentrare a metà stagione, dato che ci vuole tempo per conoscere una squadra e i suoi sistemi. Comunque, era una mossa che andava fatta. Anche qualora avessi atteso la fine, mi sarei trovato nel mezzo della lavorazione del progetto successivo cominciando, questo, tra aprile e giugno, e non già a novembre. In ogni caso ad oggi le cose stanno procedendo a dovere. Sappiamo dove siamo e su che cosa concentrarci”. 

Che cosa è cambiato dal suo ingresso?
“A causa della mancanza di performance non eravamo in una buona posizione, ma la forte motivazione e l’impegno di tutti ci hanno consentito, dal Belgio in avanti, di fare progressi a livello globale, quindi in termini di motore, telaio, risposta dei piloti, gestione gomme e operazioni di pista. Per questo possiamo essere fiduciosi per il domani”. 

Che cosa dobbiamo quindi aspettarci dalla Sauber del 2018?
“Non vi sarà alcuna continuità con l’auto precedente, di conseguenza la filosofia di produzione sarà totalmente diversa”.

Tra le recenti proposte in ottica 2021 la FIA ha inserito anche il tetto di spesa e la standardizzazione di alcune componenti della Power Unit, scatenando l’ira dei vertici Ferrari che hanno addirittura ipotizzato l’abbandono del Circus. Lei che idea si è fatto?
“Ovviamente, in qualità di clienti la vediamo diversamente rispetto a Maranello o alla Mercedes. Per noi, il budget cap o la convergenza di parti del motore sarebbero due aspetti chiave per avvicinare le performance. Comprendo, tuttavia, le loro perplessità considerato che si troverebbero a pagare le unità del presente e i concept del futuro. In ogni caso dovremo discutere ogni dettaglio della questione. Al momento il gap si sta assottigliando e le gare sono più vive che mai, ma le novità potrebbero riportare in vita situazioni di supremazia, come quella che ha consentito alle Frecce d’Argento di dominare tra il 2014 e il 2016”. 

Ci sono diversità tra il suo attuale ruolo ad Hinwil e quello svolto in passato alla Renault?
“Sebbene ogni progetto presenti delle peculiarità, l’approccio è simile, essendo anche in questo caso una scuderia da fondo gruppo. La parte interessante è il processo di crescita messo in atto nei vari reparti. Uno sviluppo di cui possiamo definirci contenti”.

L’anno prossimo avrete tra le vostre fila Charles Leclerc, un giovane al debutto, ma già con una discreta esperienza in Formula 1. Come sarà il vostro atteggiamento nei suoi confronti? Sarà trattato come Marcus Ericsson?
“Sì, esattamente uguale. Non è nostra intenzione dargli tre o quattro corse di tempo per imparare. Dovrà dimostrarsi subito in grado di portare a casa risultati. Al suo attivo ha un paio di campionati vinti e con noi ha disputato diverse prime sessioni di prove libere. È in ottimi rapporti con la Ferrari, conosce alla perfezione i ragazzi della squadra e la macchina ed è coinvolto nel processo di creazione, dunque per quanto mi riguarda lo considererò immediatamente un pilota e non un rookie”. 

 

Lei è anche patron della Spark Racing Technology. Ha mai considerato una collaborazione tra la sua azienda e la Sauber o magari un coinvolgimento del team in Formula E?
“No, assolutamente. Almeno per i prossimi due anni il focus sarà solamente sulla Formula 1”. 

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