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Intervista

Vasseur esclusivo: "Sto vivendo il mio sogno in F1 con l'Alfa"

Il team principal di Hinwil spiega la metamorfosi della squadra: "Abbiamo puntato su un pilota, Bottas, per aprire un ciclo. Non possiamo offrigli le risorse della Mercedes, ma l'essere per la prima volta al centro di un progetto". "Abbiamo deciso di realizzare il nostro cambio per risparmiare ed è stata una scelta giusta". "Contiamo di entrare sempre in Q3 con Valtteri". "Con l'Alfa Romeo c'è un'ottima collaborazione non solo in F1".

Frederic Vasseur, Team Principal, Alfa Romeo Racing, nella conferenza stampa dei capi squadra

Frederic Vasseur, Team Principal, Alfa Romeo Racing, nella conferenza stampa dei capi squadra

FIA Pool

Lo scorso anno dopo quattro Gran Premi l’Alfa Romeo non aveva ancora raggiunto la top-ten. Al termine delle 22 gare disputate la squadra aveva chiuso al nono posto nella classifica Costruttori, con tredici punti complessivi.

Dodici mesi dopo, al termine della quarta gara stagionale i punti in classifica sono 25, un bilancio inferiore solo a Ferrari, Red Bull, Mercedes e McLaren. Sono cambiate molte cose in Alfa Romeo in vista del mondiale 2022, una sorta di reset che è andato ben oltre il cambiamento regolamentare, ed i riscontri sono stati subito positivi.

Frederic Vasseur, ingegnere, classe 1968 e dal 12 luglio 2017 al timone della Sauber, ha tirato un sospiro di sollievo.

Era la sua sfida, marchiata a fuoco da sue scelte, ed in Formula 1 quando ci si espone, c’è sempre un notevole margine di rischio. Ma è anche l’unico modo per dare una scossa quando le cose non vanno bene, e dopo le prime quattro gare del mondiale l’Alfa Romeo ha preso una direzione molto diversa rispetto a dodici mesi fa.

Valtteri Bottas, Alfa Romeo C42

Valtteri Bottas, Alfa Romeo C42

Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images

Fred ne ha parlato con Motorsport.com, facendo il punto sul momento della squadra ma anche sui temi più attuali della Formula 1.

Il 2022 ha portato un taglio importante con il passato. Nuovi piloti, la prima monoposto progettata dallo staff guidato da Jan Monchaux, nonché una maggiore indipendenza tecnica con la realizzazione della vostra scatola del cambio. Il bilancio è positivo?
“Finora i riscontri sono stati ottimi. Se analizziamo la performance il bilancio è indubbiamente positivo, siamo sempre stati in lotta per buone posizioni soprattutto grazie ad un ritmo di gara competitivo".

"Direi che l'unico problema che abbiamo avuto finora è stato dovuto ad una mancanza di affidabilità nei test pre campionato, un imprevisto che ci ha tolto la possibilità di percorrere più chilometri. Aggiungo i punti nella gara di Jeddah, visto che avremmo concluso la corsa in sesta o settima posizione, ma alla fine siamo lì, lottiamo per la Q3 con Valtteri e la Q2 con Zhou, e stiamo portando a casa punti molto importanti".

"In cima a questo bilancio, indubbiamente positivo, ci metto l’atmosfera che si respira nella squadra, vedo tanta motivazione e ovviamente i primi risultati stagionali hanno contribuito ad accrescere la fiducia. Per ora siamo più che felici”.

Valtteri Bottas, Alfa Romeo C42

Valtteri Bottas, Alfa Romeo C42

Photo by: Alfa Romeo

Sei soddisfatto dell’approccio con cui Bottas ha iniziato questa nuova avventura?
“Sì. Lo scorso anno quando abbiamo iniziato a parlare della possibilità di unirci per il 2022 ci siamo confrontati molto, lunghissime conversazioni, è un ragazzo che conosco abbastanza bene e mi è stato chiaro da subito che per averlo in squadra avremmo dovuto offrirgli un ruolo diverso rispetto a quello che ha avuto in passato".

"È difficile essere il compagno di squadra di Lewis o Max, se diamo un'occhiata a quello che è successo negli ultimi dieci anni vediamo che non è mai stato facile per nessuno essere al fianco di questi piloti, ma credo che Valtteri sia riuscito a sopravvivere in condizioni non semplici".

"Non siamo ovviamente stati in grado di offrirgli le stesse potenzialità della Mercedes, ma gli abbiamo dato il ruolo di leader della squadra e sono stato convinto di questa scelta perché credo che Valtteri sia un professionista molto solido e pronto a questo passo".

"Lo scorso anno eravamo alla vigilia di un grande cambiamento regolamentare, al via di un nuovo progetto e abbiamo messo un pilota al centro del nostro. Credo sia un passaggio molto importante, se si fa riferimento alla storia della Formula 1 è sempre stato così: Micheal con la Ferrari, Alonso con la Renault, Vettel con la Red Bull e Lewis con la Mercedes. Devi avere un pilota e capitalizzare intorno a lui, e Valtteri è stato più che entusiasta di interpretare questo tipo di ruolo unendosi a noi”.

Valtteri Bottas, Alfa Romeo C42

Valtteri Bottas, Alfa Romeo C42

Photo by: Alfa Romeo

Hai sottolineato di non poter offrire a Bottas lo stesso potenziale della Mercedes. In questo inizio di stagione non vi siete però confermati molto lontani, anzi, in alcuni weekend la vostra performance è stata è stata anche migliore…
“Sì, certo, ma non è il nostro obiettivo. Dobbiamo rimanere concentrati sul nostro lavoro, non importa chi è davanti e chi è dietro, abbiamo buoni margini di miglioramento, e non voglio che un mio pilota o che la squadra si concentrino su uno dei nostri avversari, sarebbe un errore nell'approccio”.

Quali sono gli obiettivi che vi siete posti alla vigilia della stagione? Frequentare assiduamente la top-10?
“Sì, il nostro obiettivo è essere in Q3. Partire nelle prime cinque file permette di poter lottare nella zona punti, vogliamo sempre essere in questa posizione perché sappiamo che alcune gare saranno più caotiche di altre, e bisogna essere pronti a cogliere l’occasione. Lo scorso anno la Williams ci è stata davanti poche volte, ma proprio in quelle occasioni ha guadagnato punti importanti, questo vuol dire saper cogliere il momento”.

Alfa Romeo C42: è l'unica monoposto a effetto suolo che è nata sotto il peso minimo

Alfa Romeo C42: è l'unica monoposto a effetto suolo che è nata sotto il peso minimo

Photo by: Giorgio Piola

Nel paddock si dice che la vostra monoposto sia l'unica ad essere sotto il limite di peso. Come siete arrivati a questo risultato? È stata una delle linee guida del progetto?
“Onestamente non capisco l’attenzione che si è sollevata su questo fronte, credo che quando si progetta un’auto da corsa quello del peso minimo sia il primo obiettivo, e faccio fatica a credere che per qualcuno dei nostri avversari il problema sia apparso in extremis".

"C’è stato chi ha provato a giocare una partita con la FIA cercando all’ultimo minuto di ottenere un aumento del peso minimo, ma sarebbe stato del tutto ingiusto, perché durante il nostro progetto abbiamo preso delle decisioni in termini di complessità legate anche al fattore peso, abbiamo fatto la nostra scelta".

"Ma il mondo della F1 è così, tutti cercano di portare acqua al proprio mulino, voglio dire… è stato subito chiarissimo che con questo regolamento sarebbe stato possibile realizzare una monoposto sotto il limite del peso, se diverse squadre hanno superato quel limite è perché hanno scelto altre opzioni, magari con vantaggi su altri fronti”.

Alfa Romeo C42, dettaglio tecnico della scatola della trasmissione realizzata a Hinwil

Alfa Romeo C42, dettaglio tecnico della scatola della trasmissione realizzata a Hinwil

Photo by: Giorgio Piola

Perché avete deciso di investire tempo e risorse per realizzare una vostra scatola del cambio? È un passo per diventare sempre più indipendenti sul fronte tecnico?
“No, la prima motivazione è stata legata al budget cap. Molte componenti hanno un prezzo fissato dal regolamento finanziario, ed il costo della scatola del cambio è molto alto. Personalmente non ritengo che questo particolare sia in grado di fare la differenza sul fronte prestazionale, così abbiamo deciso di progettarlo e produrlo da soli, e alla fine credo sia stato fatto un buon lavoro".

"Finora non abbiamo avuto problemi in termini di peso, penso che ci siamo, ed è stato un grande risparmio sul fronte del cost cap. Ci piace anche in ottica futura avere più autonomia e non dipendere esclusivamente dalle scelte della Ferrari, ma la prima valutazione è stata di carattere finanziario”.

Quindi l'obiettivo è cercare di costruire il maggior numero di componenti possibili all'interno dell’azienda per non farsi condizionare troppo dalle regole del budget cap?
“Sì, è corretto”.

 

Nel paddock c’è chi in modo ‘soft’ ma mirato ha chiesto alla FIA di essere molto attenta sul fronte dei controlli in materia di budget cap. Credi che ci siano delle aree grigie?
“Non è la mia principale preoccupazione oggi, perché siamo ancora molto al di sotto del limite di costi in termini di budget”.

Ma il regolamento è piuttosto complicato…
“Sì, è abbastanza complicato. Penso che la FIA abbia il potere e le risorse per sorvegliare nel modo corretto, ma sappiamo che in Formula 1 tutti, come al solito, proveranno a trovare delle scappatoie".

"L'obiettivo non è sapere se qualcuno sta barando o meno, quanto identificare, se ci sono, le scappatoie, e credo che la FIA sia attiva su questo punto. Sicuramente il sistema migliorerà negli anni, ma dobbiamo anche tenere a mente che le grandi squadre hanno fatto uno sforzo enorme, perché sono state costrette a dimezzare il budget con cui erano abituate ad operare".

"Credo che sia stato un passaggio molto importante per il futuro della Formula 1, il sistema migliorerà ma intanto per le piccole squadre sono già arrivati dei benefici concreti”.

Toto Wolff e Fred Vasseur in una conferenza stampa FIA

Toto Wolff e Fred Vasseur in una conferenza stampa FIA

Photo by: FIA Pool

Viene in mente la Mercedes, che oggi attraversa un periodo difficile. Nel 2018 hanno rifatto il retrotreno della loro monoposto per risolvere i problemi che avevano, credi che oggi un approccio del genere sia impossibile?
“Non sono convinto del tutto. Le grandi squadre fanno tutto in casa, hanno tutti i dipendenti a libro paga, e per produrre un nuovo sidepod o un nuovo fondo i costi non sono folli, lo diventano quando ti devi rivolgere ad aziende esterne".

"Non sono sicuro che la capacità di sviluppo sia molto inferiore a prima, è indubbiamente calata, ma alla fine della giornata tutti continuano a lavorare e a portare parti nuove. E tra l’altro, visto che ora dobbiamo dichiarare alla FIA ogni aggiornamento che portiamo in pista nei weekend di gara, si vedrà chiaramente chi ha lavorato di più e chi meno”.

Nel paddock non tutti sono entusiasti di avere un calendario di ben 23 gare, senza considerare la prospettiva di aggiungerne ancora una o due. Qual è la tua opinione su questo fronte? Hai paura di perdere personale a causa di stagioni così intense?
“Sì, abbiamo sempre paura di perdere persone, ma penso che sia più dovuto ad un cambio di mentalità legato ad un passaggio generazionale. Oggi si lamentano tutti per le 23 gare, ma recentemente ho pranzato con il capo produzione Sauber che è in F1 da molti anni, e mi diceva che nel 1993 c’erano sì 17 gare in calendario, ma ogni settimana era programmata una sessione di test!".

"Personalmente avere 23 Gran Premi credo sia una notizia positiva, vuol dire che la Formula 1 sta crescendo e sta aumentando l’interesse, se oggi volessero potrebbero fare un calendario con 30 o più gare considerando il numero di promotori che si sono fatti avanti per avere una gara".

"Grazie alla FIA, grazie a Liberty Media, e probabilmente grazie anche a Netflix, credo che nel complesso il trend sia molto positivo, e personalmente sognavo la Formula 1 da quando avevo dieci anni, e oggi non mi lamento di certo se il numero di gare è aumentato, sto vivendo il mio sogno”.

Carlos Tavares, Stellantis CEO e Jean Philippe Imparato, CEO di Alfa Romeo a Imola

Carlos Tavares, Stellantis CEO e Jean Philippe Imparato, CEO di Alfa Romeo a Imola

Photo by: Alfa Romeo

La F1 è in un buon momento, e lo testimonia anche l’interesse di grandi gruppi come Audi e Porsche, Case pronte ad entrare nel 2026. Come Sauber, avete considerato la possibilità di una partnership alternativa o la collaborazione con Ferrari e Alfa Romeo è già stata programmata anche nel lungo periodo?
“Abbiamo principalmente una forte partnership con Alfa Romeo, ed è una collaborazione in crescita. Stiamo cercando di sviluppare progetti che vanno oltre la Formula 1, e questo è un aspetto molto positivo".

"Poi per noi è molto importante sentire che abbiamo il pieno supporto da parte di Jean-Philippe Imparato (amministratore delegato Alfa Romeo) e Carlos Tavares (amministratore delegato gruppo Stellantis), un supporto che è motivo di soddisfazione, e che ci permette di crescere".

"Indubbiamente si dà sempre uno sguardo a cosa accade intorno, si parla anche con altre squadre, ma se chiedo informazioni su Lewis Hamilton non è perché voglio prenderlo in squadra il prossimo anno, semplicemente c’è sempre il desiderio di avere un quadro completo di cosa accade. Per concludere ci tengo a sottolineare che con Alfa Romeo siamo in un buon momento e apprezzo molto questa collaborazione”.

Frederic Vasseur team principal Alfa Romeo con Mattia Binotto, Team Principal Ferrari

Frederic Vasseur team principal Alfa Romeo con Mattia Binotto, Team Principal Ferrari

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Ci sono state delle critiche sulla decisione della F1 di correre in Arabia Saudita. Credi che sia un azzardo andare in contesti non del tutto in linea con i valori occidentali o lo sport può anche essere un apripista come lo è stato il GP d’Ungheria negli anni ’80?
“Penso che quello di Budapest sia un ottimo esempio. Non ho vissuto negativamente il weekend di Jeddah perché ho visto in tribuna molte persone che si sono divertite, tanti giovani che oltre ad assistere a prove e gara, ascoltavano musica a ballavano".

"E un messaggio che arriva anche grazie alla F1, lo sport può aiutare a cambiare ma non si può avere tutto e subito, e personalmente resto dell’idea che il nostro ruolo nel sistema non sia quello di fare politica".

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"A Jeddah, onestamente, mi sono sempre sentito al sicuro, e sono rimasto colpito positivamente dall'atmosfera, c’era una ragazza che faceva il dj, e dobbiamo pensare che solo un paio di anni fa le ragazze in Arabia Saudita non potevano guidare. In questo scenario credo che quanto stiamo vedendo sia un grande passo in avanti. Non dico che sia merito della F1, ovviamente, ma anche il nostro sport si incastra in un processo di cambiamento, e si sposa con l’esempio di Budapest di quasi 40 anni fa”.

Guanyu Zhou, Alfa Romeo, dopo aver sbattuto a Imola

Guanyu Zhou, Alfa Romeo, dopo aver sbattuto a Imola

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Negli ultimi anni è cresciuta la sensazione che la 1 detesti fare test in pista. Ad Imola, a causa del format che include solo 60 minuti di prove libere, non è stato semplice lavorare per piloti ed ingegneri. È troppo? O questa è la strada giusta per la F1?
“Le capacità per poter emergere, nel tempo sono cambiate, perché è cambiato l’approccio al weekend di gara. Non potendo fare test, e con sempre meno prove libere a disposizione, possiamo provare in pista solo poche configurazioni e gli stessi piloti hanno molto meno tempo per stare in macchina".

"Ma è così, fa parte del gioco, anche in passato quando il venerdì pioveva e il sabato era asciutto si ricominciava da zero, ma alla fine il pilota che è in pole position è sempre quello che ha fatto meglio degli altri. Per me va bene, forse è anche questo il prezzo che dobbiamo pagare se vogliamo aumentare il numero delle gare”.

La simulazione continua a migliorare anno dopo anno, i team e i piloti ci fanno sempre più affidamento anche per lo sviluppo delle monoposto. Poi, però, tutti si sono trovati impreparati davanti al fenomeno del porpoising, che nel mondo virtuale non appariva. È la rivincita della pista?
“Sicuro! E penso che sia un ottimo esempio, tutti siamo rimasti sorpresi nel constatare che le simulazioni e il CFD non abbiano consentito di prevedere questo problema. In passato era già accaduto con l'LMP1 e il DTM, ed è effettivamente un problema molto difficile da prevedere, quanto difficile da gestire".

"La reazione dei team di F1 è stata però incredibile, perché se ricordiamo quanto saltavano le monoposto nelle prove di Barcellona e confrontiamo il tutto con i successivi test in Bahrain, vediamo subito i passi avanti fatti. Oggi tra gli obiettivi generali dei tecnici di Formula 1 c’è quello di portare il più possibile la realtà sui simulatori, è un mega-esercizio che da ingegnere mi piace, ma non dobbiamo dimenticare che non è la pista, e a volte vedo che gli ingegneri più anziani lo ricordano ai giovani”.

Recentemente si è parlato anche della possibilità di aprire le porte della F1 ad uno o due nuovi team. Qualora ci fosse realmente una squadra nuova interessata ad entrare, credi che sarebbe una novità positiva o si rischia di disturbare gli equilibri attuali?
“Come ho detto la F1 sta vivendo un periodo positivo, uno slancio che ha portato nuovi sponsor, nuovi circuiti e anche un nuovo pubblico in costante crescita, ma dobbiamo anche ricordare che è sempre un ciclo".

"Se si valuta l’ingresso di una nuova squadra dobbiamo per prima cosa pensare che avverrà come minimo tra due o tre anni, un arco di tempo nel quale gli scenari possono cambiare, non dobbiamo correre il rischio di sopravvalutare la capacità del sistema nel suo complesso. Non sono sicuro che un nuovo team sia per forza un valore aggiunto per la Formula 1, abbiamo già 10 squadre che ora hanno raggiunto una stabilità finanziaria, ma non era così due o tre anni fa, quindi va sempre valutato il contesto che ci potrà essere nel futuro”.

Zhou Guanyu, Alfa Romeo C42

Zhou Guanyu, Alfa Romeo C42

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Zhou ha iniziato bene la sua carriera in F1. Sembrava un ‘oggetto’ misterioso, invece sembra che si sia calato bene nel suo ruolo. Scommessa vinta?
“Non era una scommessa. Siamo stati criticati, alcuni dei tuoi colleghi sono arrivati ad essere anche offensivi nei suoi confronti, ma alla fine l’unico aspetto che andava valutato era ciò che aveva fatto in Formula 2. Ha conquistato pole position, ha vinto gare su circuiti impegnativi, e se fai la differenza a Silverstone o in Bahrain non è cosa da poco".

"È un ragazzo che ha un approccio molto positivo ed è un gran lavoratore, quando non siamo in trasferta per i weekend di gara trascorre molto tempo in sede, ed avere questa attitudine in Formula 1 è una valore aggiunto sempre più importante".

Zhou Guanyu, Alfa Romeo F1 Team

Zhou Guanyu, Alfa Romeo F1 Team

Photo by: Carl Bingham / Motorsport Images

"Zhou si sta confermando anche una bella persona ed un team player, e lo ha dimostrato subito. Valtteri ha perso una giornata di prove nei test di Barcellona per problemi di affidabilità alla monoposto, e nei successivi test in Bahrain Zhou è andato da lui spontaneamente cedendogli l’ultima sua giornata".

"Era la domenica, il giorno in cui c’era anche la copertura televisiva. Sono momenti che aiutano ad avere un’ottima atmosfera all’interno della squadra, da parte nostra vogliamo che Zhou cresca, abbiamo bisogno di lui ed anche Valtteri ne è cosciente, sa che avere un compagno competitivo è un vantaggio per tutta la squadra, e si è posto in modo molto trasparente nei suoi confronti. Stiamo remando tutti insieme nella stessa direzione”.

Robert Kubica, Alfa Romeo C42, nei test Pirelli con le gomme prototipo 2023 sperimentate a Imola

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Photo by: Davide Cavazza

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