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Vandoorne sorpassa Alonso: "Che gusto mettergli pressione"

Con l'ottimo settimo posto di ieri, il pilota della McLaren è arrivato a quota 13 punti contro i 10 di Fernando e crede che mettergli pressione possa essere utile alla squadra. Lo spagnolo invece subisce le lamentele di Vettel...

Stoffel Vandoorne, McLaren e Fernando Alonso, McLaren nella drivers parade

Foto di: Sutton Motorsport Images

Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32 e Sergio Perez, Sahara Force India VJM10 battle
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren, nella drivers parade
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32, Lance Stroll, Williams FW40, Felipe Massa, Williams FW40
Stoffel Vandoorne, McLaren MCL32
Stoffel Vandoorne, McLaren
Fernando Alonso, McLaren MCL32
Fernando Alonso, McLaren
Fernando Alonso, McLaren MCL32 precede Sebastian Vettel, Ferrari SF70H
Fernando Alonso, McLaren MCL32, Jolyon Palmer, Renault Sport F1 Team RS17

Se ieri il Gran Premio di Malesia si fosse corso senza i numeri sulle monoposto e con caschi bianchi per tutti i venti piloti in pista, probabilmente qualcuno avrebbe confuso Stoffel Vandoorne con Fernando Alonso. Il rookie belga ha corso da veterano, confermando la sua notevole crescita nella seconda parte di stagione. Il settimo posto finale è stato un premio meritatissimo per Vandoorne, autore di una partenza impeccabile (che lo ha lanciato in quinta posizione) e di una corsa molto intensa che lo ha visto gestire al meglio ogni fase.

"Posso dire che è stata la mia migliore gara in Formula 1 tra quelle che ho disputato finora – ha commentato il belga – siamo stati veloci tutto il weekend, confermando in corsa quello che avevamo fatto vedere in qualifica. E’ stata una gara fantastica, iniziata subito con una buona partenza. Temevamo molto le Force India e le Williams, ma solo Perez è riuscito a passarmi. Giro dopo giro ho dovuto gestire le gomme ed il consumo di carburante, e sono restato concentrato per non permettere a Stroll di arrivare in zona DRS".

Con il risultato di Sepang, Vandoorne è salito a quota tredici punti, superando Fernando Alonso fermo a quota dieci. "Sto lavorando duramente con la squadra – ha concluso Stoffel – e se questo vuol dire mettere un po’ di pressione su Fernando credo che sia positivo per lo spirito di squadra". Se Vandoorne ha lasciato Sepang con un giustificato sorriso stampato sul volto, Alonso ha salutato la Malesia masticando amaro. Il suo vicino di box sta diventando un avversario più ostico rispetto all’inizio della stagione, e proprio in coincidenza con i progressi della Honda, che ha recuperato terreno sia sul fronte della potenza che su quello dell’affidabilità curiosamente dopo l’annuncio del passaggio della McLaren alla power unit Renault nel Mondiale 2018, scelta fortemente spinta dallo spagnolo.

La corsa di Alonso è stata condizionata in parte dal tempo perso al via a causa del contatto tra Ocon e Massa, che ha coinvolto anche la monoposto di Stroll, ma a far discutere è stata soprattutto il comportamento avuto con Magnussen e Vettel nelle fasi successive di gara. Un approccio che ha comportato molte critiche al termine della corsa. Lo stesso Vettel ha subito commentato via-radio il comportamento di Alonso quando si è visto chiudere la porta in faccia dopo aver dato invece strada a Ricciardo: "Andiamo Alonso, pensavo che tu fossi migliore di quello che hai fatto".

Fernando ha replicato in modo secco su Magnussen ("Se parliamo della sua guida credo che siamo d’accordo diciannove piloti contro uno…"), tornando poi sulla sua gara: "Abbiamo avuto giorni migliori, è stato un peccato il tempo perso al via a causa del contatto avvenuto davanti a me alla curva ‘2’, che mi è costato diverse posizioni. Sono finito nel gruppo fuori dalla top-10, ed il ritmo che ho potuto tenere è stato inferiore al nostro vero potenziale. Spero che vada meglio in Giappone". Lo spagnolo ha invece speso poche parole sul suo comportamento con Vettel: "Bandiere blu, bandiere blu…non so, non ho visto quanto accaduto nelle immagini televisive. Ma era un continuo sentire il messaggio ‘bandiere blu’, sarà stato uno di questi casi".

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