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Tsunoda: "Voglio essere il primo giapponese a vincere in F1"

Yuki Tsunoda, nuovo pilota del team AlphaTauri, si presenta nel giorno della AT02, la monoposto con cui farà il suo esordio in Formula 1.

Yuki Tsunoda, Alpha Tauri

Yuki Tsunoda, Alpha Tauri

Scuderia Alpha Tauri

Dodici mesi fa davvero in pochissimi avrebbero scommesso che a distanza di un anno Yuki Tsunoda sarebbe stato alla vigilia dell’esordio in Formula 1. La stessa Red Bull aveva programmato due stagioni in Formula 2 per il giovane giapponese, ma Tsunoda ha sorpreso tutti, confermandosi subito al vertice di una categoria mai tenera con gli esordienti. Terzo in campionato e miglior rookie, ma il trofeo più prezioso conquistato da Tsunoda nel 2020 è stata la chiamata dell’AlphaTauri arrivata dopo l’okay di Helmut Marko.

Il primo ‘millennial’ ad esordire in Formula 1 è un ragazzo che ama bruciare le tappe, senza forzature, e non deve sorprendere se nei primi test disputati con l’AlphaTauri abbia già conquistato la stima dei tecnici. Il contesto per Tsunoda è perfetto, potendo contare su un compagno di squadra più esperto come Pierre Gasly ed una minima pressione mediatica, che in tema ‘rookie’ sarà tutta su Mick Schumacher. Ma attenzione, non siamo davanti ad un comprimario, tutt’altro, l’evoluzione di Tsunoda sarà uno dei tantissimi temi destinati a dare pepe al Mondiale 2021. Le idee sono chiarissime: Yuki vuole essere il primo pilota giapponese a vincere un Gran Premio di Formula 1.

Ti aspettavi di passare in Formula 1 dopo una sola stagione in Formula 2?
“Proprio no!! Ho sempre pensato che per arrivare in Formula 1, il mio obiettivo sin da quando ho iniziato a correre, servono risultati importanti ma anche un pizzico di fortuna, e quest’ultimo aspetto è qualcosa che non si può controllare. Da parte mia sapevo di dover dare sempre dare il massimo, in ogni momento, perché i risultati erano nelle mie mani, stava a me distinguermi e impressionare i responsabili che prendono le decisioni. In ogni categoria, anche se si è esordienti, non c’è tanto tempo a disposizione, bisogna arrivare ad essere competitivi il prima possibile, ed ho sempre provato a fare così. È stato molto gratificante quando ho capito che in Formula 2 avrei potuto dire la mia già nella stagione d’esordio, e ovviamente il premio che mi ha reso più felice è stata la chiamata in Formula 1”.

Pensi che la F2 ti abbia formato abbastanza per affrontare il passaggio in Formula 1?
“Sotto diversi aspetti credo di si, ho corso su molte piste che ritroverò quest’anno e ho imparato molto sulla gestione delle gomme. La Formula 2 ti dà una buona opportunità per capire come si lavora con una squadra di alto livello, e sono entusiasta di poter proseguire questa crescita con l’AlphaTauri. C'è sempre molto da imparare, ma la Formula 2 è stata un'esperienza molto utile e un buon ‘riscaldamento’ prima di iniziare la mia prossima avventura in Formula 1”.

Quali saranno le maggiori differenze rispetto alla Formula 2?
“La velocità della monoposto, ovviamente, è la prima grande enorme differenza, ma anche il fatto che la stagione è molto più lunga rispetto a quella che ho affrontato lo scorso anno. Da un punto di vista tecnico ci sono molte differenze, ed è un bel passo avanti, ci sono molte procedure complesse che dovrò apprendere il più rapidamente possibile, e ci sono molti più ingegneri a cui devo riferire rispetto alla Formula 2. Poi c’è anche l’aspetto fisico, è necessario essere ben allenato e in forma, sia fisicamente che mentalmente, visto che dovremo affrontare 23 gare con una durata maggiore rispetto a quelle che ho disputato fino allo scorso anno”.

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Hai già avuto modo di approcciare il lavoro in pista con l’AlphaTauri. Hai guidato la STR13 del 2018, la STR14 del 2019, così come l'AT01 2020 nei Young Driver Test di Abu Dhabi. Come pensi che sarà lavorare con la squadra per un'intera ed intensa stagione?
“È una squadra che mi ha messo molto a mio agio, sono fiducioso di poter lavorare bene con tutti i componenti del team e mi è subito piaciuta la loro passione e il modo in cui si preparano per gli eventi. È stato un buon rapporto dal primo momento, mi aspetto che non possa che migliorare man mano che la conoscenza diventerà sempre più approfondita, gara dopo gara. Ho avuto la fortuna di trascorrere un po' di tempo con la squadra nella fase di preparazione della stagione, quindi sto già imparando molto e continuo a conoscere tutti sempre meglio”.

Quanto sei entusiasta considerando che la tua prima stagione in Formula si sta avvicinando?
“Sono davvero entusiasta di iniziare e non vedo l'ora di correre a Suzuka, davanti ai fan giapponesi. L'ultima volta che ho corso a Suzuka è stato in Formula 4, quindi mi aspetto che sarà molto diverso farlo al volante di una monoposto di Formula 1, e sono davvero entusiasta all’idea di rappresentare il mio paese in un contesto così prestigioso. Non vedo l'ora di visitare molti nuovi paesi e di correre su piste diverse, e a parte il Gran Premio del Giappone, la tappa che più mi incuriosisce è quella di Monaco, l’ho sempre vista come una pista con una grande tradizione storica e molto impegnativa. La cosa più incredibile sarà però quella di ritrovarmi sulla griglia di partenza affiancato da così tante superstar di questo sport: sarà un onore assoluto per me competere con alcuni dei più grandi piloti del mondo”.

Perché hai scelto il "22" come numero di gara?
“Il mio numero quando correvo in kart era l’11, ma in F1 è già stato preso da Sergio Perez. Quindi ho raddoppiato ed ecco il 22, numero che mi è piaciuto anche perché era quello di Jenson Button, un pilota che rispetto molto, ed era anche il numero usato anche da Takuma Sato”.

Cosa ti motiva di più in questo momento della tua carriera?
“Voglio essere il primo pilota giapponese a vincere un Gran Premio di Formula 1”.

Sei supportato da Honda da molto tempo. Quanto è importante questo rapporto e cosa ti aspetti da loro in questa stagione?
“La Honda mi ha supportato sin dai tempi della Formula 4 e ha avuto un ruolo incredibilmente importante nella mia carriera. Non smetterò mai di ringraziarli e cercherò di mostrare loro il mio apprezzamento cercando di ottenere i migliori risultati possibili. Per loro sarà l’ultimo anno in Formula 1, ed è un vero peccato, ma penso che sarà una stagione in cui possono dimostrare ancora molto. Il mio obiettivo principale sarà fare bene, per la squadra, per me e sicuramente anche per la Honda”.

Cosa pensi di poter imparare dal tuo compagno di squadra Pierre Gasly?
“Pierre è davvero veloce e ha già una vittoria in Formula 1 nel suo curriculum. Il primo obiettivo per ogni pilota è battere il proprio compagno di squadra, e sono consapevole che per me la strada è molto in salita. Ricordo di aver visto Pierre in Giappone quando correva in Super Formula, a quei tempi io ero in Formula 4, e ha quasi vinto il titolo nel suo primo anno in Giappone, il che è davvero difficile, soprattutto per un pilota europeo. È un talento incredibile e sono entusiasta dell’opportunità di avere un riferimento di questa qualità”.

Sarai il pilota più giovane della griglia nel 2021. Ti fa piacere?
“Non do molta importanza all'età, Max Verstappen aveva 17 anni quando ha esordito in Formula 1, ma mi fa piacere essere il primo pilota di Formula 1 nato nel 2000”.

Chi è Yuki Tsunoda lontano dalla pista?
“Sono un normale ragazzo di 20 anni. Mi piace giocare con i videogames: quando non corro, gioco con i miei amici in Giappone. Mi piacciono i giochi sparatutto, come Apex Legends e Call of Duty, e a volte quando gioco, mi accorgo di immaginare di avere a che fare con qualcuno che odio…diciamo che mi stimola! Ma a parte questo mi piace stare all'aperto facendo cose come il wakeboard e lo snowboard: c'è un posto a Milton Keynes dove puoi fare snowboard al coperto, non è la stessa cosa ma va benissimo, in generale mi piace fare attività fisiche. Trovo che lo sport e il gioco mi aiutino a resettare la mente, dopo aver trascorso nel tempo impegnato in queste attività mi sento ‘rinfrescato’. Ma…non mi piacciono molto i giochi di motorsport, perché non li trovo realistici”.

Quali obiettivi ti sei posto nella tua prima stagione in F1?
“Imparare rapidamente e mettere a segno dei risultati il ​​prima possibile. Devo sempre fare il meglio che posso, poi vedremo come andrà a finire. Il bilancio si farà dopo l’ultima gara”.

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