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Intervista

Todt: "Troppe 25 gare? Chi lavora in F1 è un privilegiato!"

Il presidente della FIA è intervenuto per esprimere il proprio punto di vista sulle critiche per l'aumento delle gare in calendario ed ha affermato che lavorare in F1 debba essere considerato sempre un privilegio.

Jean Todt, President, FIA

Jerry Andre / Motorsport Images

Nel 2020 la Formula 1 raggiungerà il numero record di 22 gare stagionali con l’ingresso in calendario degli appuntamenti del Vietnam e dell’Olanda e con l’uscita del Gran Premio di Germania. Nei prossimi anni, inoltre, il numero potrebbe crescere fino a 25 stando alle modifiche regolamentari.

Questo incremento ha creato delle preoccupazioni per la mole di lavoro di tutte le persone impegnate in tutte le gare stagionali. I team hanno già predisposto una rotazione del personale per cercare di porre rimedio al problema.

Chase Carey, CEO della F1, ha ammesso come il problema di sottoporre ad uno stress eccessivo il personale impegnato nella serie esista e per questo motivo è stato deliberato di ridurre il weekend di gara dal 2021 con l’eliminazione delle attività media al giovedì.

Nonostante queste critiche, il presidente della FIA, Jean Todt, ha cercato di minimizzare: “Penso che ci vorrà ancora del tempo prima di avere 25 gare in calendario. Forse si è posta molta enfasi e si è speculato molto su questo aumento, ma al momento dovremmo concentrarci sulle 22 gare presenti”.

“Credo di poter esprimere un punto di vista diverso. Siamo fortunati a trovarci in un mondo che amiamo. Abbiamo la passione per la F1, siamo dei privilegiati. Chiunque lavori in Formula 1 è un privilegiato”.

“Ovviamente abbiamo dei doveri e delle responsabilità. Quando mi trovavo in altre posizioni lavoravo 18 ore al giorno, sei o sette giorni la settimana, perché ero spinto dalla passione e perché volevo raggiungere un risultato”.

“Ovviamente devi anche cercare di dedicare del tempo alla famiglia, ma se loro ti amano capiranno”.

Todt ha poi affermato di aver visitato i paesi in via di sviluppo per la campagna di sicurezza stradale delle Nazioni Unite e questi viaggi gli hanno aperto gli occhi.

“Credetemi, mi spendo molto nelle mie altre attività che svolgo ed incontro persone che, se sono fortunate, guadagnano 30 dollari al mese. Non ci dovremmo dimenticare di simili realtà. Abbiamo una popolazione di 8 miliardi di persone e 800 milioni hanno difficoltà a trovare cibo, acqua e vaccini”.

“Ci troviamo qui per parlare di Formula 1, ma non dobbiamo dimenticare cosa succede in altre realtà. Lo ripeto nuovamente. Tutti quelli che lavorano in Formula 1, che guadagnano cifre elevate rispetto ad altre professioni, dovrebbero essere davvero felici. Questo non significa che non sia un lavoro duro, ma è opportuno valutare la propria posizione”.

 

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