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Intervista

Todt: "E' giusto non nascondere un gioco di squadra: meglio dire la verità"

Il presidente della FIA, ospite dello stand Ferrari al Salone di Parigi, ha commentato l'ordine di squadra Mercedes in Russia: "Fa parte delle strategie dei team. E Bottas si è comportato in modo più corretto di quanto non abbia fatto Barrichello!".

Jean Todt, Presidente FIA, allo stand Ferrari

Jean Todt, Presidente FIA, allo stand Ferrari

Franco Nugnes

Jean Todt, Presidente FIA, allo stand Ferrari
Jean Todt, Presidente FIA, parla con Toto Wolff, Direttore Esecutivo (Business), Mercedes AMG
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 e Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, nella conferenza stampa
Podio: il vincitore della gara Michael Schumacher, Ferrari, secondo Rubens Barrichello, Ferrari
Podium: race winner Michael Schumacher, Ferrari, second place Rubens Barrichello, Ferrari
Michael Schumacher, Ferrari, Rubens Barrichello, Ferrari
#204 Peugeot: Ari Vatanen, Bruno Berglund
Peugeot team manager Jean Todt, Ari Vatanen
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari, sul podio
Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H
Kimi Raikkonen, Ferrari, durante la drivers parade
Charles Leclerc, Sauber C37
Charles Leclerc, Sauber

Jean Todt, presidente della FIA, non si tira indietro a esprimere un parere sui giochi di squadra. Il numero uno della Federazione lo abbiamo incontrato al Salone di Parigi nello stand della Ferrari in occasione del lancio di Monza SP1 e SP2. Ed è stato inevitabile tornare al GP della Russia quando Valtteri Bottas, in testa alla gara, ha fatto passare il leader del mondiale Lewis Hamilton su ordine del muretto della Mercedes.

Un gesto legittimo che però ha scatenato feroci polemiche, riportando alla memoria proprio l’ordine che nel 2002 era stato impartito da Jean Todt durante il GP d’Austria, mentre in testa alla gara c’era Rubens Barrichello e il brasiliano cedette la posizione a Michael Schumacher solo dopo diversi ordini impartiti via radio, prima da Ross Brawn, dt della Ferrari, e poi da Jean Todt in persona.

La squadra del Cavallino fu sanzionata con una multa di un milione di dollari per non aver rispettato la cerimonia del podio (Schumacher fece salire sul gradino del vincitore il brasiliano), mentre l'ordine di scuderia in sé, pur criticato nel modo in cui era stato messo in atto, non era stato considerato punibile dalla FIA.

Qual è la sua posizione sul gioco di squadra attuato dalla Mercedes nel GP della Russia? Sono scoppiate violente polemiche sulla modalità con cui Valtteri Bottas ha lasciato passare Lewis Hamilton…
“Voi siete negativi e io sono positivo. Questa è la differenza fra noi. Quando ci sono grandi squadre che battagliano per un titolo mondiale, diventa molto difficile vincere, per cui quando ci sono le condizioni che si possa adottare una strategia di gara è giusto che questa venga praticata, anche perché c’è un regolamento che la consente per cui non c’è proprio niente da ridire. È una decisione che rientra nella scelta di ogni squadra”.

Dunque si è montata una polemica inutile contro la Mercedes?
“Mi sembra proprio di sì, posso capire che un pilota fosse contento e l’altro no, ma il gioco di squadra fa parte degli accordi in un team”.

Magari il muretto Mercedes poteva renderlo meno plateale…
“Ma se uno prende una decisione è giusto che la faccia sapere all’esterno, perché nella vita bisogna dire le cose come stanno. Io ho sempre voluto dire la verità e non solo nella questione di Barrichello”.

Si riferisce alla Dakar decisa con una monetina?
“Bravissimo, è proprio quello l’episodio”.

Era il 1989 quando la Peugeot, capitanata da Jean Todt si era presentata al via della Parigi-Dakar con due 405 Grand Raid per Ari Vatanen e Jacky Ickx. Le vetture del Leone, coperte anche da due vecchie 205 Grand Raid, avevano dominato 13 delle 16 tappe, per cui avrebbero conquistato una doppietta, senonché fra i due piloti era scoppiata una rivalità fortissima che non risparmiava uomini e mezzi.

Giunto a Timbuktu, prima dell’insidiosa fase finale, Todt decise di bloccare la rivalità, tirando in aria una monetina: testa per Ickx e croce per Vatanen. Il risultato della gara sarebbe stato deciso dalla sorte. E, così il finlandese si aggiudicò la gara per la sorte:

“Ho sofferto per quella decisione, ma l’importante è dire la verità. La verità premia sempre nella vita. Per tornare a domenica posso dire che Bottas si è comportato in modo più corretto di quanto non abbia fatta all’epoca Barrichello”.

È soddisfatto delle nuove regole aerodinamiche che dovrebbero aumentare i sorpassi e, quindi, lo spettacolo?
“Stiamo lavorando, la soddisfazione la vedremo sulle piste. Ho lottato come un pazzo per cambiare le regole affinché una monoposto in scia non debba perdere troppo carico e mi auguro che nel 2019 si vedano i risultati. Conosciamo quali sono i problemi che impediscono a una monoposto di stare vicina a quella che precede. Solo in Formula 1 è impossibile superare le macchine stando dietro, la FIA ha fatto un grosso lavoro per attenuare questo fenomeno”.

Ha pensato che la Ferrari potesse vincere il mondiale quest'anno?
“Nella mia posizione devo essere neutro. Posso solo dire che la Mercedes sta facendo un lavoro eccellente da anni e da due o tre stagioni la Ferrari ha recuperato in un modo straordinario. Poi ci sono gli episodi che fanno pendere il piatto da una parte o dall’altra. Sono ammirato per quello che la Ferrari è riuscita a fare nella crescita della sua monoposto”.

“E poi non dimentichiamoci che c’è anche la Red Bull. Quello che mi dispiace è che ci sia un grande divario tra la prima macchina e l’ultima, perché in F1 ci sono tre gruppi distinti: c’è una prima classe, una business class e la… easyJet. Devo ammettere che è una differenza che c’è sempre stata, tant’è che all’epoca ci eravamo inventati la regola del 107% per comprimere la griglia, ma quella norma non esiste più, anche perché tutte le macchine di oggi rientrerebbero nel 107% perché sono molto competitive. Malgrado questo c’è una differenza troppo grande che rende il risultato troppo prevedibile fra il primo gruppo e il secondo e quando sento che il settimo è il primo degli altri non va bene”.

Ha portato Raikkonen in Ferrari, ora che effetto da vederlo andare via?
“Ho letto tante cazzate al proposito: si era detto che ero in dissenso con Montezemolo perché non volevo riprendere Raikkonen a Maranello. Erano stupidaggini… Quello che mi dispiace è che siano venuto fuori tante cose che non erano vere. Detto questo, Raikkonen è un gran pilota e un personaggio straordinario perché dice sempre quello che pensa”.

La Ferrari, però, ha deciso di puntare su un giovane come Leclerc…
“Trovo fantastico che la Ferrari abbia avuto il coraggio di credere in un talento che mi sembra unico…”.

I motori di F1 non potranno trovare uno sfogo nel WEC?
“L’avrei voluto, ma sembra difficile”.

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