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Test Barcellona, Day 1: Ferrari davanti, Mercedes e Red Bull a due decimi

Vettel con la SF71H coglie il miglior tempo con le gomme Medium e percorre 168 giri pari a 796 km senza alcun problema. La Mercedes ha estremizzato gli assetti della W09 fino ad arrivare al blister, mentre la Red Bull si è avvicinata...

I fan guardano Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Foto di: Sutton Motorsport Images

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W09
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Pierre Gasly, Scuderia Toro Rosso STR13
Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-18
Kevin Magnussen, Haas F1 Team VF-18
Nico Hulkenberg, Renault Sport F1 Team RS18
Carlos Sainz Jr., Renault Sport F1 Team R.S. 18
Carlos Sainz Jr., Renault Sport F1 Team
Sergey Sirotkin, Williams FW41
Sergio Perez, Force India, is wheeled into his pit garage by mechanics
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
Marcus Ericsson, Alfa Romeo Sauber C37
La monoposto di Stoffel Vandoorne, McLaren MCL33 viene spinta in pit lane
Stoffel Vandoorne, McLaren ritorna ai box
Lance Stroll, Williams FW41

La Ferrari mostra gli artigli con Sebastian Vettel: il tedesco porta la SF71H a essere la più veloce nella prima giornata di test della seconda sessione collettiva a Barcellona. E il quattro volte campione del mondo ha centrato l'1'20"396 con un treno di gomme Medium, vale a dire la mescola più dura che aveva esaltato Lewis Hamilton la scorsa settimana, mentre Valtteri Bottas con la Mercedes si è fermato in mattinata a due decimi dalla Rossa con gli pneumatici Soft, più morbidi.

E in scia alla freccia d'argento si è infilata la Red Bull RB14 di Max Verstappen, lanciando quella che si preannuncia un'interessante sfida a tre nella stagione 2018 che, almeno sulla carta, dovrebbe accendere molto interesse su una F.1 che si è ripiegata più sulle polemiche che sui fatti.

Mentre Marchionne ha sparato a zero contro Liberty Media dal Salone di Ginevra, Toto Wolff ha iniziato la guerra psicologica contro la Ferrari indicando a Sky che sarà la Reb Bull da tenere d'occhio in Australia, mettendosi nella scia di Lewis Hamilton che aveva espresso lo stesso concetto la scorsa settimana, dimenticandosi di Sebastian Vettel.

L'inglese ha chiuso al quarto posto girando solo nel pomeriggio: il campione del mondo, però, non ha cercato i tempi ma ha lavorato in modo particolare sull'usura delle gomme. Sulle sue Soft, infatti, al centro del battistrata è apparso un evidente blister con profondi crateri.

Nel team di Brackley hanno esasperato gli assetti per vedere il comportamento della W09 con il pneumatico che l'anno scorso mandava in crisi le frecce d'argento (le Soft di quest'anno sono le Supersoft del 2017). Perché prevenire è meglio che... curare.

Dunque la Ferrari spazza via i dubbi sul passo lungo della SF71H e colleziona una sequenza di 168 giri (pari a 796 km, vale a dire due GP e mezzo!) a dimostrazione di un'affidabilità già raggiunta. La Rossa si è rivelata molto consistente dopo un lavoro di raccolta dati svolto nella prima mattinata che ha richiesto addirittura un'ora per smontare tutte le apparecchiature montate nel retrotreno.

Il tedesco da solo è arrivato ad appena 6 tornate dalla coppia Mercedes, visto che i due piloti si sono divisi il lavoro metà giornata per ciascuno.

Il giro ideale della giornata poteva essere di 1'18"230, segno che tutti non hanno cercato il limite: la pole dello scorso anno di Hamilton nel GP di Spagna era di 1'19"149, ma le nuove gomme dovrebbero regalare un secondo, proprio come il nuovo manto della pista che è stato riasfaltato (in alcuni punti emerge dell'olio e in altri si staccano dei grumi di ciottolato...).

Il confronto diretto in pista ha delineato la volontà dei top team di mettere in cascina quanti più chilometri è possibile, lasciando ai prossim giorni la possibilità di tentare una qualifica.

La SF71H supera l'esame del primo giorno con il bel tempo, mostrando che il potenziale che era rimasto nascosto la scorsa settimana sta venendo alla luce, ma occhio alla Red Bull perché anche Verstappen la sua prestazione l'ha ottenuta con le gomme Medium: l'olandese ha infilato 129 giri senza grossi problemi fino a quando non ha dovuto accostare la sua RB14 in fondo al rettilineo principale con la macchina ammutolita per un black out della batteria.

C'è voluto il carro attrezzi per riportare la Red Bull al box, ma dopo poco Max è tornato a fare il suo dovere, segno che non era niente di grave. Continua a impressionare la Toro Rosso: Pierre Gasly è quinto con la STR13 e il motore Honda ha mostrato che ha fatto un importante salto di qualità, portando la monoposto di Faenza ad appena sei decimi dalla vetta, anche se il francese il grosso del lavoro lo ha svolto in mattinata macinando oltre 50 giri, mentre nel pomeriggio ha dovuto fare i conti con un guaio al brake by wire o all'MGU-K.

Anche la Haas si toglie qualche soddisfazione mantenendo Kevin Magnussen a centro gruppo con la VF-18 capace di un 1'21"298 con le Soft. Il danese ha messo insieme 96 giri, confermando che la "Ferrarina" è solida e sembra nata bene, pronta per andare a punti preziosi subito.

Ci si aspettava di più dalla Renault che ha fatto lavorare Nico Hulkenberg con le Medium e Carlos Sainz con le Soft: il tedesco ha preceduto lo spagnolo di 23 millesimi di secondo, segno che la vettura, nonostante un sottosterzo endemico, riesce a crescere per gradi portando i due conduttori alle stesse conclusioni, con 139 tornate all'attivo senza guai.

In questi test sono apparsi in crisi i due team clienti della Mercedes: la Williams con Sergey Sirotkin è nona con le gomme Soft. Il russo ha centrato un 1'21"588 che è certamente migliore dell'1'22"937 espresso da Lance Stroll con le Hyprsoft: il canadese che girava sul passo di 1'25" con le Soft, con la mescola da qualifica è sceso a 1'22"937, ma per chiudere ultimo degli ultimi. La FW41 pare in difficoltà e il puzzle di soluzioni Mercedes e Ferrari non sembra dare i suoi frutti...

In difficoltà anche la Force India decima con Sergio Perez: la mancanza di budget si fa sentire e l'incertezza su chi rileverà la squadra crea un clima poco adatto per stupire come l'anno scorso.Il messicano ha fatto un dritto sporcando la pista (per pulirla è stata sventolata la bandiera rossa) rovinando il fondo che è stato sostituito.

Non entusiasma la Sauber C37 con Marcus Ericsson terzultimo nonostante abbia fatto uso delle gomme Supersoft e lascia sconcertati la McLaren che ha totalizzato solo 38 giri con Stoffel Vandoorne.

Il belga ha patito tre arresti di motore causando due bandiere rosse. Il surriscaldamento degli scarichi brucia tutto quello che c'è sotto al cofano motore e così si sono cotte diverse parti della power unit Renault. Altro che problema elettrico...

La MCL33 è la grande delusione: la squadra di Woking contava di risalire subito nelle posizioni che contano liberandosi del motore Honda, ma Zak Brown sta scoprendo che i guai non erano solo colpa dei giapponesi. E il nervosismo di Fernando Alonso che era nel paddock comincia a montare...

Test di Barcellona II: la tabella dei tempi completa

1 Vettel Ferrari   1m20.396s
2 Bottas Mercedes   1m20.596s
3 Verstappen Red Bull   1m20.649s
4 Hamilton Mercedes   1m20.808s
5 Gasly Toro Rosso   1m20.973s
6 Magnussen Haas   1m21.298s
7 Hulkenberg Renault   1m21.432s
8 Sainz Renault   1m21.455s
9 Sirotkin Williams   1m21.588s
10 Perez Force India   1m21.643s
11 Ericsson Sauber   1m21.706s
12 Vandoorne McLaren   1m21.946s
13 Stroll Williams   1m22.937s

 

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