Suzuka da brivido: la curva 130R sarà affrontata a una velocità di 326 km/h!
I dati della simulazione Magneti Marelli segnalano che la velocissima curva di Suzuka metterà a dura prova la resistenza del collo dei piloti sottoposti a forze laterali di 3,5G. Conterà l'efficienza aerodinamica delle monoposto più del carico.
Foto di: Sutton Motorsport Images
Suzuka è una pista per veri uomini. Il tracciato giapponese è uno dei più amati e più temuti da parte dei piloti per le sue grandi insidie, con tratti di alta velocità nei quali le monoposto transitano vicino alle barriere di protezione. La curva più temuta è la 130R, la sinistra che è preceduta da un lungo rettilineo in discesa dopo l’impegnativa Spoon Curve e che porta alla staccata dell’ultima Esse, quella del Casio Triangle.
Il nome 130R è rimasto a ricordo della curva che in origine era di 130 m di raggio, ma che dal 2002 è stata modificata per ragioni di sicurezza per diventare una curva a doppia corda, la prima per un raggio di 85 m e la seconda che si apre, con un raggio di 340 m: volendo trovargli un somiglianza il secondo tratto potrebbe essere paragonabile a quello di Blanchimont di Spa Francorchamps.
La 130R anche nel disegno più recente resta una delle pieghe che i piloti affrontano sempre con il cuore in gola. Stando alla simulazione Wintax di Magneti Marelli le monoposto 2017 dotate delle gomme larghe e dell’accresciuto carico aerodinamico dovrebbero percorrere questa piega ad una velocità stimata di 326 km/h in ottava marcia!
In questo passaggio si metterà a dura prova la resistenza fisica dei piloti: il collo sarà particolarmente sollecitato perché agiranno delle accelerazioni laterali di 3,5G.
Sulla macchina sarà la gomma anteriore destra a sopportare il maggiore carico in appoggio per l’elevatissima velocità e il notevole carico aerodinamico esercitato su un asfalto che risulta molto abrasivo. La 130R è critica anche per il motore che è utilizzato a piena potenza per il 73% del giro: il 6 cilindri resta con il gas tutto aperto per 16 secondi, il tempo necessario a percorrere i 1.230 m del backstraight che comprende la temibile piega nella quale la centrifugazione dell’olio durante la qualifica e alla conclusione della gara potrebbe creare dei problemi di pescaggio del lubrificante.
Suzuka è un tracciato che richiede un carico aerodinamico medio, utile a generare alte velocità da sfruttare nei tratti rettilinei e allo stesso tempo che fornisca la necessaria downforce per affrontare senza troppi patemi la temibile 130R che evidenzia, quindi, le qualità delle monoposto più efficienti.
Sulla carta quella giapponese dovrebbe essere una pista ancora favorevole alle Mercedes, anche se la Ferrari porterà a Suzuka uno specifico pacchetto aerodinamico con l’obiettivo di lanciare la sfida alle frecce d’argento.
Nel Sol Levante si avrà modo di valutare con cura qual è la power unit che meglio riesce a sfruttare il sistema ibrido: secondo la simulazione Wintax di Magneti Marelli la massima potenza elettrica si può avere per il 55% del tempo in cui l’acceleratore è a tavoletta. Il contributo prestazionale dell’ERS è particolarmente elevato e vale 3”20 al giro e 23 km/h nella speed trap.
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