Stroll prova a scrollarsi l'etichetta di "pilota pagante"
Il canadese segna il miglior tempo del venerdì a Silverstone e prova a togliersi l'etichetta di "pilota pagante" su una Racing Point che gli sembra cucita addosso.

Se si arriva in Formula 1 da pilota pagante, si resterà sempre dei piloti paganti. È una grande verità, che nessuno conosce meglio degli stessi piloti, spietati ma lucidi nelle analisi che riguardano il loro ‘mestiere’.
Un miglior tempo al termine di un venerdì di prove libere non è certo un titolo Mondiale, chiariamo, ma non si può liquidare la notizia di un Lance Stroll che chiude al comando il venerdì di Silverstone commentando esclusivamente la bontà tecnica della Racing Point. La monoposto va molto bene, ormai è cosa nota, ma non ha una guida autonoma, e per portarla in prima posizione, anche solo in un venerdì, qualcuno deve pur guidarla.
Stroll non è un ‘next big thing’, la definizione che Helmut Marko utilizza spesso per indicare quei potenziali talenti che la Red Bull cerca di scovare, ma non è neanche un pilota che non sa guidare una vettura di Formula 1. E se la monoposto ha del potenziale, Lance lo sa sfruttare, come ha fatto vedere oggi a Silverstone.
“È stata una giornata positiva - ha commentato Stroll - ed ammetto che fa piacere ritrovarsi in cima alla classifica dei tempi. Oggi la monoposto si è confermata molto performante, sia nei long-run che nella simulazione di qualifica, diciamo che è stato un inizio promettente in vista del proseguimento del weekend. Eravamo convinti che la macchina si sarebbe adattata bene con il layout di Silverstone, ma ciò che conta sono le qualifiche e la gara, quindi aspettiamo domani per un giudizio più attendibile”.
Cresce Stroll, e di pari passo anche la Racing Point. Al di là dei fatti già noti riguardanti la genesi della RP20, la squadra sta lavorando con una sua filosofia sulla monoposto, come confermato oggi a Silverstone. A differenza della Mercedes, la Racing Point ha scelto un assetto molto ‘rake’ e con un carico aerodinamico molto elevato, come facilmente intuibile osservando la regolazione dell’ala posteriore. Il risultato è stato una vettura che è risultata molto guidabile, e con un buon equilibrio di performance nei tre settori del circuito.
Non dovrebbe poi sorprendere più di tanto, considerando che la ex-Force India era stata in grado di piazzarsi al quarto posto nel Mondiale Costruttori nel 2016 e 2017 con uno dei budget più bassi del paddock, ed il gruppo di lavoro diretto da Andrew Green sta probabilmente pensando con la propria testa come mettere a frutto il materiale tecnico a disposizione.
Un po' come Stroll, che per più di un anno ha studiato i dati di Sergio Perez per capire come e dove poter fare dei passi avanti, arrivando a migliorare progressivamente la sua guida. E paradossalmente ha colto la sua prima ‘P1’ in una classifica di Formula 1 proprio nel giorno in cui il compagno di squadra messicano è stato costretto a disertare la pista.
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