Strategie F1: la più veloce a due soste, ma si andrà a una
Ogni turno che ha caratterizzato il weekend all'Istanbul Park si è svolto in condizioni meteo diverse, per cui i tecnici delle squadre non hanno raccolto dati utili a deliberare una strategia di gara certa. Ci affidiamo, quindi, alle previsioni degli ingegneri Pirelli che indicano una gara con due pit stop, ma ci sarà chi punterà come sempre a una sola sosta.

Vita dura per gli strateghi alla vigilia del Gran Premio di Turchia. Le quattro sessioni di prove disputate tra venerdì e sabato si sono svolte in condizioni di pista mai uguali, non consentendo una raccolta di dati uniforme in grado di fornire indicazioni precise sull’usura degli pneumatici.
In mancanza di riferimenti la gara che scatterà stamane prevede diversi scenari, che saranno aggiornati giro dopo giro sulla base dei riscontri che arriveranno dalla pista.
Le simulazioni svolte dalla Pirelli indicano le due soste come la strategia più veloce, con l’utilizzo di soft al via, un successivo passaggio alle medie (giro 16) e lo stint finale nuovamente con soft per gli ultimi 15 giri. Poco più lenta un’altra strategia a due soste, con la sequenza soft-medium-soft.
Le poche indicazioni raccolte venerdì hanno tuttavia lasciato aperta la possibilità (qualora si confermasse una corsa lineare) di poter coprire i 56 giri in programma con una sola sosta. In questo caso secondo Pirelli il secondo stint di gara andrà coperto con gomme hard, con il giro di pit-stop che varia dal ventesimo (per chi scatta con le soft) al trentesimo per chi prende il via con un set di medie.
Nessuna sorpresa invece sul fronte dei set di gomme a disposizione. Le disputa della sessione di qualifica con gomme full-wet e intermedie, ha lasciato alle squadre la disponibilità completa di set nuovi di slick.
Tutti i venti piloti al via hanno a disposizione un treno di hard, mentre sul fronte medie-soft le squadre hanno differenziato le strategie, con Mercedes, Red Bull e Racing Point che hanno mantenuto due set, mentre Ferrari uno solo.
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