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Sticchi Damiani: "Monza non è ancora morta". Entra in azione l'ACI?

Si parla di costituire una società di scopo con la finalità unica di organizzare il Gp d'Italia e garantire il budget richiesto da Ecclestone. L'ACI Italia non vuole perdere la Formula 1: se Monza non accetterà le condizioni allora sarà pronta Imola.

Simbolo Circuito di Monza

Foto di: XPB Images

Monza non si piega. E Angelo Sticchi Damiani non ci sta a perdere. La dichiarazione di ieri al Fatto Quotidiano del presidente dell’ACI Italia è stata quanto mai indicativa: "E' stato tutto inutile, non ci sono più margini per trattare". Il Gp d’Italia lascia Monza e approda a Imola o al Mugello? "Tra il poco o il niente, è meglio il poco. E Imola sembra il circuito più adatto".

Più che una decisione presa ci è parsa una minaccia. L’ultimo messaggio indirizzato ad Andrea Dell’Orto, presidente SIAS, la società che gestisce l’autodromo di Monza, e Francesco Ferri, direttore dell’impianto brianzolo perché si facciano da parte.

Il “gatto e la volpe” sono stati messi dietro alla lavagna da Bernie Ecclestone: Mister E teme che i due manager non abbiano le risorse per onorare l’eventuale firma del contratto di rinnovo del Gp d’Italia di Formula 1. La SIAS ha chiuso un bilancio in perdita e tocca all’Ac Milano, che controlla la società, ripianare i debiti, altrimenti si dovranno portare i libri in tribunale.

È una brutta storia in cerca di un lieto fine, se ci sarà. Abbiamo cercato al telefono Angelo Sticchi Damiani per cercare di capire qual è effettivamente lo stato dell’arte.

Presidente, Monza è morta per la Formula 1?
“No, assolutamente non è morta. Ma il tempo stringe e la situazione è molto difficile perché ci sono tante criticità”.

Agirà su Ivan Capelli, il presidente dell’Ac Milano, per sfiduciare il CDA della SIAS? L’ex ferrarista avrebbe il potere di mandare a casa Dell’Orto e Ferri?
“Non c’è solo una questione di uomini. E, comunque, con Ivan ci parliamo. C’è una condivisione dei problemi. Ognuno deve andare per la sua strada”.

Il presidente, evidentemente, non vuole costringere la seconda voce dei Gp della RAI a sparare contro gli amici che lo hanno fatto eleggere al vertice dell’Ac Milano, pur sapendo che Ivan sarà chiamato presto a prendere dei provvedimenti a prescindere dalla Formula 1.

E allora? Torna d’attualità l’idea di costituire una società di scopo, che dovrebbe nascere solo e soltanto per organizzare il Gp d’Italia…
“Se dovremo metterci tutti i soldi – prosegue Sticchi Damiani – dovremo dimostrare di saper utilizzare i soldi pubblici nel migliore dei modi. Ogni centesimo dovrà essere speso solo e soltanto per la disputa del Gp d’Italia e non per risolvere i guai di altri”.

Ecclestone vuole 19 milioni all'anno

Bernie Ecclestone chiede 19 milioni di euro all’anno per firmare il rinnovo dell’accordo del Gp d’Italia: fino a ieri l’ACI Italia era disposta a stanziare 12,5 milioni di euro. Soldi che venivano presi dal PRA, il Pubblico Registro Automobilistico, perché i restanti 6,5 milioni sarebbero stati garantiti dalla SIAS. Ma la società monzese non ha il becco di un quattrino e per quello toccherà a Ivan Capelli dirimere le questioni di bilancio locali.

E allora cosa potrebbe succedere? Angelo Sticchi Damiani andrà a firmare con Ecclestone facendo da garante perché i soldi richiesti siano regolarmente pagati, ma a quel punto la SIAS non avrà più alcun potere decisionale sul Gp d’Italia. Se la società esisterà ancora potrebbe diventare solo una fornitrice di servizi per l’organizzazione della gara italiana di Formula 1. Ai prezzi che deciderà il nuovo gestore e che non saranno certo i 5,5 milioni di euro che gli sono sempre stati conferiti per ogni edizione del Gp.

Non è un segreto per nessuno il fatto che l’attività della SIAS si finanzi con i soldi che si generano dal Gp, a cominciare dagli stipendi dei dipendenti e di tutto lo staff che è andato gonfiandosi negli ultimi tempi.

Sticchi Damiani, se abbiamo capito bene, non vuole rinunciare alla storia di Monza, pur sapendo che il Gp d’Italia sarà un’attività in rimessa economica (anche se l’indotto sarà enormemente maggiore al costo). E se la SIAS, o chi per lei, non sarà in grado di fornire i servizi necessari allora prenderà forma l’idea di andare a Imola.

Imola resta solo l'ultima alternativa

In Emilia Romagna sarebbero pronti a rimettere in moto. L’Enzo e Dino Ferrari al momento non è certo un impianto in grado di accogliere il pubblico di un Gp, ma è già pronto un piano di ristrutturazione dell’impianto che verrebbe finanziato dalla Regione se ci fosse l’opportunità di attuare l’alternanza della Formula 1 con Monza a partire dal 2017.

Tanto più che sulla sponda del Santerno potrebbero spuntare fuori i soldi per contribuire al completamento del budget che è dovuto a Mister E. Sempreché Ecclestone non si sia stufato: a Motorsport.com risulta che i legali della FOM starebbero cercando i cavilli per rompere l’accordo in essere anche per l’edizione 2016.

La situazione è compromessa? Ancora no, se ciascuno farà la sua parte. L’Italia dei Guelfi e dei Ghibellini deve smetterla di spaccarsi. Ma le beghe amministrative e burocratiche da superare saranno infinite. Specie in un momento in cui la campagna elettorale consentirà di far tornare la Formula 1 nell’agone politico.

Capiranno Dell’Orto e Ferri che non ha più senso attaccarsi alla poltrona? Il futuro di Monza non passerà per il rifacimento della pista secondo il progetto dell’architetto Jarno Zaffelli e con il ritorno sullo Stradale della Superbike: perché senza soldi non si va lontano.

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