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Intervista

Sirotkin esclusivo: "Kubica è consapevole che ognuno lotta per se stesso"

In una lunga intervista in esclusiva con Motorsport.com, il russo della Williams spiega il rapporto con Robert Kubica dopo la scelta del team di puntare su di lui e rivela dei simpatici retroscena dei primi incontri con i vertici della squadra.

Sergey Sirotkin, Robert Kubica, Williams sul palco durante la presentazione della FW41

Sergey Sirotkin, Robert Kubica, Williams sul palco durante la presentazione della FW41

Glenn Dunbar / Motorsport Images

Sergey Sirotkin sarà al via della stagione 2018 di Formula 1 al volante della Williams, diventando così il secondo debuttante presente in griglia oltre a Charles Leclerc.

In occasione della presentazione della Williams FW41 a Londra, Sirotkin ha rilasciato una intervista esclusiva a Motorsport.com.

Sergey, parliamo di queste ultime settimane. Hai dichiarato di avere trascorso le ultime cinque settimane in fabbrica. Cosa hai fatto nei weekend?
"Nei weekend mi sono fermato per allenarmi. Di solito sono così impegnato durante il giorno che ho tempo per allenarmi soltanto la sera. Ovviamente dopo una giornata così piena non riesci spesso ad allenarti come vorresti, quindi gli allenamenti più duri li riservo per il weekend".

Conoscendoti posso immaginare che tu ti senta al momento come un bambino in una fabbrica di cioccolato....
"Si, ed in un certo senso questa è una mia debolezza. Mi piace moltissimo fare quello che faccio, non importa quanto sia difficile ottenerlo. Se guardo indietro a queste ultime cinque settimane, forse potrei pensare che in alcune occasioni avrei dovuto dire dei "no". Devo ancora riuscire a tornare a casa per recuperare un po', ma capisco perfettamente che quello che stiamo facendo è molto importante. Capisco a cosa servono tutti questi sacrifici, perché tutto quello su cui stiamo lavorando adesso ci tornerà utile in futuro. Capisco perché gli ingegneri abbiano bisogno di questo lavoro ed io non ho ancora imparato a negarmi".

Il team ti ha affittato un appartamento. Sarà solo per questo periodo di test pre stagionali?
"Si, mi sono trasferito non lontano da Grove, in un piccolo villaggio che si chiama Abingdon-on-Thames. Per quanto ne so dovrebbe trovarsi proprio all'inizio del Tamigi".

Sembra essere un posto dove è facile annoiarsi...
"Beh, io sto da solo, ma posso assicurarti che con gli impegni che ho durante il giorno è dura annoiarsi. Dopo che ho completato gli allenamenti vado nel negozio per comprare qualcosa da mangiare, senza curarmi dell'aspetto. La cosa più importante è riposarsi e dormire perché la sveglia il giorno dopo suona alle 6:15, e questo avviene per cinque giorni la settimana".

Sembra essere il posto perfetto dove vivere specie pensando che l'intero mondo, o quantomeno gli appassionati di motori, hanno imparato a conoscere il tuo nome in poche settimane...
"Diciamo che ho sentito un certo livello di attenzione, ma le ultime settimane sono state così piene di messaggi ricevuti al telefono che non sono riuscito nemmeno a leggere le ultime notizie sui giornali".

Hai già incontrato Frank Williams? 
"Si, molte volte. C'è una storia simpatica della prima volta che mi ha vista in fabbrica. Due o tre volte alla settimana facevo regolarmente pratica di pit stop con i meccanici ed avevo la pistola. Una volta che ci stavamo allenando ero senza uniforme e Frank è arrivato alle mie spalle. Mi ha squadrato ed ha detto: "questo meccanico sembra ancora acerbo, gli serve del tempo per allenarsi con la pistola". Più tardi gli fu detto che ero io. L'ho incontrato poi altre volte nel corso dei weekend. Una volta, era domenica, mi stavo allenando e mi chiese cosa ci facessi lì. Gli risposi che mi stavo allenando. Poi è tornato la sera per la fisioterapia e quando mi ha visto ha detto: "Ancora tu?".

Penso che tu abbia già parlato con tutti gli ingegneri. Com'è lavorare con Rob Smedley?
"La prima volta che ci siamo incontrati è stata quando stavo facendo il sedile in vista dei test di Abu Dhabi. La prima cosa che mi ha chiesto è stata: "Tu e Robert avete guidato entrambi la Renault, chi è stato il più veloce?". Fossi stato al suo posto avrei fatto la stessa domanda. Abbiamo un ottimo rapporto. Il suo essere diretto e la sua onestà è un valore aggiunto in questo mondo. Lavoriamo molto bene insieme".

Quando abbiamo parlato prima di Abu Dhabi ti ho detto che poteva essere l'anno più importante della tua carriera....
"E così è stato".

Come ti sei sentito dopo che le tue possibilità di correre sono aumentate? 
"Ho avuto delle buone sensazioni dopo il test, ma non tanto per i risultati quanto per la reazione che ho visto nel team. Ho iniziato davvero a credere che sarei potuto diventare pilota titolare".

Che cosa è cambiato quindi?
"Non è cambiato molto, ma ho visto il modo in cui il team tecnico ha reagito al risultato, come è trascorsa l'intera giornata, come si è svolta la preparazione, ed il modo in cui abbiamo successivamente lavorato al simulatore. Si potrebbe dire che ho svolto il mio lavoro al meglio e che le mie chances era maggiori di quelle che pensavo all'inizio".

Sei consapevole che per tutti sei quello che ha rovinato la favola del ritorno di Kubica?
"Lo so. Ad essere onesti abbiamo parlato molte volte di questo argomento, ma come puoi vedere sia io che Robert siamo qua. E' veramente un gran brava persona. Capisco la sua posizione, lo rispetto, ma... noi non siamo qui per comportarci da bravi ragazzi e cederci il posto. Ognuno lotta per se stesso e lui ha capito quello che è accaduto. Ormai è andata così e credo che avremo un rapporto normale".

Non c'è stata alcuna tensione? Non avete parlato successivamente?
"No, e questo è un segno del grande rispetto che ho per lui. E' un ragazzo di grande esperienza e non c'è stato bisogno di parlare di quanto accaduto".

Questa è la prima Williams disegnta da Paddy Lowe dopo il suo ritorno. Ti ha detto qualcosa circa le sue idee ed i traguardi che vuole raggiungere?
"Credo che la cosa più importante sia stata quella di aver rielaborato un po' il concept. Adesso abbiamo una vettura molto più aggressiva. La sfida per gli ingegneri in molte aree è quella di bilanciare l'affidabilità con la velocità. Fino ad un certo punto l'affidabilità è stata il nostro obiettivo principale, ma poi ci siamo spinti verso un approccio più aggressivo. In alcune aree ci siamo spinti al limite dello sviluppo per poi guardare all'affidabilità. C'è stato un cambiamento di mentalità".

Come ti rivolgi a Paddy in una atmosfera informale? Sua moglie è russa, la conosci?
"Si, ci siamo incontrati a Mosca durante la conferenza di SMP Racing. A dire la verità, sia con lui che con gli altri membri del team, ho un rapporto molto semplice. Credo che sia sorprendente riscontrare come una persona come Paddy, che ha vinto tanto in Formula 1, sia una persona così sincera, aperta ed un vero appassionato di gare. Non è facile incontrare persone simili. Ti faccio un esempio. Un giorno ero alla mensa in fabbrica in fila in una lunga coda, e Paddy era anche lui in fila insieme agli altri meccanici e dipendenti. E' un qualcosa di insolito da vedere".

Come sicuramente saprai, la F.1 non è solo uno sport come i campionati minori, ma c'è molta politica ed è anche un business maggiore...
"Beh, visto dove mi trovo potrei anche dire che è il contrario. E' vero che ancora devo scoprire molte cose, ma il modo in cui ho sviluppato il mio rapporto con la squadra mi ha sopreso positivamente. Sono state cinque settimane davvero dure, ma non vedo l'ora di lavorare con queste persone".

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