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Shovlin spiega i guai Mercedes: "Assetto e strategie conservativi"

Andrew Shovlin, trackside engineering director di Mercedes F1, ha spiegato cosa sia andato storto al Gran Premio degli Stati Uniti per il team di Brackley, in una pista sulla carta favorevole alle W12.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, lotta con Lewis Hamilton, Mercedes W12, alla partenza

Max Verstappen, Red Bull Racing RB16B, lotta con Lewis Hamilton, Mercedes W12, alla partenza

Steve Etherington / Motorsport Images

Stati Uniti d'America, la terra delle opportunità, delle scelte coraggiose che possono pagare o meno. E, quando lo fanno, spesso rendono dividendi eccelsi, inimmaginabili, e probabilmente irripetibili in gran parte del resto del globo. Mercedes, giunta ad Austin - sede del Gran Premio degli Stati Uniti di Formula 1, ha invece pensato conservativo. E questo non ha pagato. Anzi, ha prodotto l'effetto contrario.

Giunte con i favori del pronostico, con i favori dell'ormai celebre "sulla carta", i quali in questa stagione si sono rivelati niente più che un esercizio di stile fine a se stesso, più utile a chi voleva e vuole fare pronostici più che a dare una vera e propria lettura di ciò che accade, le W12 hanno rispettato tutto ciò solo nel primo turno di libere, ovvero quando non conta.

Poi, per diversi motivi, il weekend che avrebbe dovuto rappresentare un'occasione ghiotta per Lewis Hamilton di riavvicinarsi - se non superare di nuovo - Max Verstappen nel Mondiale Piloti ha assunto un volto completamente differente, contrario a quanto sperato a Brackley e dintorni.

I motivi ha provato a spiegarli Andrew Shovlin, trackside engineering director di Mercedes, il quale ha aperto il suo intervento non nascondendo una delusione comprensibile. Ora Hamilton dovrà davvero sfoderare tutto il suo talento, sperando in passi falsi di Verstappen (la situazione motori dei due potrebbe regalare ancora sorprese) così come Mercedes ora sente il fiato sul collo di Red Bull Racing nella classifica Costruttori.

"C'è delusione perché ad Austin non volevamo concedere a Red Bull di prendere punti su di noi in entrambi i Mondiali. Non possiamo essere contenti. La frustrazione viene se non abbiamo fatto un lavoro abbastanza buono e ora dobbiamo vedere cosa avremmo potuto fare meglio, ad esempio adattare meglio la macchina alla pista, sfruttare altre opzioni nelle strategie e capire perché siamo stati così deboli. Capire perché siamo stati così deboli nel primo stint nel confronti di Max. Ci sono tante cose che dobbiamo capire".

 

Dopo le promettenti Libere 1, la situazione è mutata al pomeriggio di venerdì. Pista più calda, ambiente più ventoso e i dossi che presentavano alcune porzioni d'asfalto hanno portato fuori strada gli ingegneri della Mercedes e, di conseguenza, anche gli assetti delle monoposto di Lewis Hamilton e di un evanescente Valtteri Bottas.

"Onestamente abbiamo pensato di aver iniziato bene il weekend. Nelle Libere 1 siamo andati forte, sebbene Max non sia riuscito a mettere assieme un buon giro e, dunque, a mostrare il suo potenziale reale. Eravamo ottimisti. Nelle Libere 2, invece abbiamo avuto un quadro più chiaro riguardo le nostre prestazioni. Abbiamo preso decisioni sbagliate sull'assetto, poi era più caldo e il vento era maggiore. Ciò che abbiamo visto nelle Libere 2, in quanto a condizioni, le abbiamo poi ritrovate nel resto nel weekend".

I dossi sembrano essere stati il problema più grande. Mercedes ha pensato più a salvaguardare le monoposto, temendo problemi d'affidabilità, ma snaturando così un assetto che aveva subito dato ottime indicazioni. Una scelta conservativa che, invece, Red Bull non ha fatto. Anzi, ha azzardato. E questa è stata una delle carte vincenti del team diretto da Christian Horner.

"Abbiamo faticato sui dossi. Non so dire se sia stato un problema più grande per noi o per la Red Bull. Penso che la RB16B abbia avuto un retrotreno più efficace del nostro qui, soprattutto sui dossi. Il grip posteriore è un loro vantaggio e ad Austin ha funzionato molto bene. Noi eravamo preparati per problemi più grandi di quelli che abbiamo trovato. Sembrava che ci fossimo preparati bene per i bump, ma dovremo capire cosa sia successo e capire cosa fare meglio in termini di adattamento in pista".

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Per concludere, Shovlin ha parlato anche delle strategie, anch'esse conservative. Con Hamilton che ha preso il comando dopo la prima curva, i tattici del team tedesco hanno preferito adottare una strategia che - secondo loro - potesse consentire a Lewis di mantenere la prima posizione. Invece, a posteriori, la scelta giusta sarebbe stata quella di cambiare rapidamente le Medium - mescola su cui le W12 hanno faticato - per passare alle più congeniali Hard e continuare a spingere pur perdendo - probabilmente in modo temporaneo - la prima posizione del gran premio.

"Abbiamo capito che le gomme dure erano la miglior opzione per noi. Abbiamo di fatto perso tante possibilità di vincere rientrando ai box troppo tardi per il primo pit stop, con Lewis in testa alla corsa. Avremmo dovuto fare uno stint breve con le Medium, forse fermandoci già dopo 8 giri. Ma rientrare in quel momento ci sembrava come se potessimo compromettere la gara" Alla fine abbiamo deciso di allungare lo stint centrale per poi provare a dare tutto con l'ultimo set di Hard e recuperare su Verstappen, ma la gara non è stata abbastanza lunga da permettere alla strategia di pagare dividendi", ha concluso Shovlin.

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