Seidl: "3 gare consecutive non devono essere la norma in futuro"
Il team principal della McLaren ha parlato della necessità di disputare numerose triplette in questa stagione per garantire la sopravvivenza delle squadre, ma si augura che questa scelta non diventi standard in futuro.
La prossima settimana la Formula 1 inizierà la sua seconda tripletta di gare consecutive con il round di Silverstone che farà seguito alla doppietta austriaca ed alla gara andata in scena all’Hungaroring.
La scelta di effettuare queste triplette all’inizio dell’estate si è resa necessaria quando è stato stilato il nuovo calendario a seguito della cancellazione di numerosi appuntamenti per via della pandemia da COVID-19.
La Formula 1 aveva già disputato tre gare di fila nel 2018, ma i team avevano chiesto di non ripetere questa scelta per non stressare eccessivamente i membri dello staff.
Il team principal della McLaren, Andreas Seidl, ha affermato che la decisione di effettuare tre gare di fila si è resa necessaria nel 2020 per via delle difficoltà sanitarie emerse ad inizio anno, ma non deve diventare lo standard per il futuro.
“Affronteremo la seconda tripletta di gare con due corse nel Regno Unito e questo non è un male per la maggior parte dei team che proprio in Inghilterra hanno la loro sede. Avremo la possibilità di arrivare in circuito all’ultimo ed affrontare un viaggio davvero breve oltre alla possibilità di riposare un po' tra le due corse”.
“Successivamente dovremo affrontare un’altra tripletta di gare consecutive e credo che sarà impegnativa, ma viste le circostanze particolari è un qualcosa che dobbiamo semplicemente affrontare quest’anno”.
“Allo stesso tempo, però, questa scelta non deve diventare lo standard per le stagioni future”.
I team stanno cercando di far riposare i membri dello staff in questo periodo dove sono previste nove gare in 11 settimane cercando di effettuare delle rotazioni del personale ove possibile. Per Seidl, però, l’impegno maggiore è dato dalla grande quantità di tempo che questi devono trascorrere su strada e dalle minori possibilità di tornare a casa tra un evento e l’altro a causa dei rigidi protocolli imposti dalla Formula 1.
“La sfida più grande non è data dal lavoro che viene svolto in pista, ma dall’obbligo di dovere stare lontano dalle proprie famiglie. E questo vale per i membri di ogni team. Dobbiamo essere consapevoli che man mano che proseguirà la stagione queste condizioni saranno sempre più complicate da gestire per le squadre”.
“Quello che cerchiamo di fare come team è provare a far viaggiare il nostro staff e trovare sistemazioni negli hotel nel modo più confortevole possibile così da essere tutti in piena forma”.
“Allo stesso tempo credo che tutti all’interno del team abbiano capito la particolarità della situazione dovuta al coronavirus. Tutti hanno compreso che queste scelte si sono rivelate necessarie per la stessa sopravvivenza del team”.
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