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Schumacher, Mazepin, Tsunoda: 3 rookie dal sangue freddo

In occasione della tre giorni di test in Bahrain i tre debuttanti hanno stupito per non aver commesso errori grossolani ed aver subito mostrato un certa confidenza con le rispettive monoposto di F1.

Yuki Tsunoda, AlphaTauri AT02

Foto di: Red Bull Content Pool

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3.128 Km, 578 giri e zero errori. Sono questi i numeri che possono vantare Mick Schumacher, Nikita Mazepin e Yuki Tsunoda al termine della tre giorni di test pre-stagionali in Bahrain che ha ufficialmente dato il via alla avventura in Formula 1 dei tre rookies.

Tre piloti a sangue freddo, capaci di non commettere alcun errore grave e portare ai box totalmente integre le rispettive vetture. Un risultato che assume ancora più valore se si pensa che le uniche due bandiere rosse esposte dal venerdì alla domenica sono state provocate da Charles Leclerc, ma per un problema tecnico sulla sua SF21, e da Lewis Hamilton, finito in ghiaia in curva 13 a causa del retrotreno instabile della sua Mercedes W12.

Un risultato che fa specie soprattutto se si considerano le difficoltà incontrate nel 2017 da Lance Stroll, fresco campione della F3 Europea, autore di ben due uscite di pista che hanno costretto la Williams a chiudere in anticipo il programma di test della seconda settimana a seguito di un danno alla scocca non riparabile sul posto.

I tre debuttanti di questo 2021 hanno sorpreso per una maturità inaspettata, ma vediamo nel dettaglio come sono andati in questo antipasto di campionato.

Nikita Mazepin

Debuttare in Formula 1 con l’etichetta del pilota pagante non è mai semplice, ma se a questo si aggiungono le feroci critiche piovute sulla schiena di Mazepin negli scorsi mesi a causa delle sue condotte fuori dalla pista, ecco che si può capire quanto sia stato complicato per Nikita affrontare questa tre giorni di prove con gli occhi dei detrattori puntati addosso pronti a crocifiggerlo alla minima sbavatura.

Il russo, invece, è stato impeccabile. Mai una sbavatura, mai una ruota fuori traiettoria, Mazepin ha preso confidenza giorno dopo giorno con una Haas VF-21 che si candida ad essere la Cenerentola del gruppo ed ha percorso un totale di 213 giri ottenendo la sua migliore performance al sabato quando, grazie alla mescola C4, ha fermato il cronometro sul tempo di 1’33’’101.

Nikita Mazepin, Haas VF-21

Nikita Mazepin, Haas VF-21

Photo by: Charles Coates / Motorsport Images

“Le condizioni erano ottime oggi, soprattutto in confronto a quelle della sessione pomeridiana di venerdì quando lo scarso grip non consentiva di ottenere prestazioni dalla macchina. Detto questo, per un rookie è stata una grande esperienza per capire come si comporta la monoposto con meno aderenza”.

In realtà, Mazepin ù un unico momento di panico l’ha vissuto al sabato quando ha capito la differenza tra l’aerodinamica di una Formula 2 e quella di una Formula 1.

Il pilota della Haas si è messo in scia alla Alfa Romeo Sauber di Giovinazzi per poi rischiare di perdere il controllo della sua vettura in uscita di curva 3. Un errore da principiante? Non proprio.

Nikita, infatti, ha spiegato di aver deciso di proposito di seguire da vicino la monoposto del pilota italiano per capire quanto la scia influenzasse il carico aerodinamico.

"È risaputo che le auto di Formula 1 perdano molta deportanza seguendo le altre vetture e così ho voluto sperimentare di persona questa sensazione Ho rischiato di andare a sbattere se devo essere sincero, perché nello stesso momento è arrivata una improvvisa folata di vento. E’ stato un momento preoccupante, ma è stato un bene provare”.

Intelligenza e sangue freddo, due caratteristiche che lo scorso anno sono mancate a Mazepin in Formula 2 e che gli sono costate 11 punti sulla patente ed il rischio di dover saltare un appuntamento se avesse raggiunto quota 12. Il caos invernale avrà fatto maturare Nikita?

Mick Schumacher

Costretto a convivere con la pressione sin da quando ha iniziato a muovere i primi passi in kart, Mick Schumacher può finalmente coronare quest’anno il sogno di debuttare in Formula 1 dopo un percorso che lo ha visto crescere costantemente anno dopo anno ed esprimersi al meglio sempre alla seconda stagione nella stessa categoria.

Anche Mick, così come Mazepin, dovrà far fronte ad un’attenzione mediatica esagerata, anche se per motivi differenti. Quel cognome così importante è un’arma a doppio taglio: può aprire tante porte, ma può lasciare scottati.

La tre giorni di Schumacher è stata tutta improntata all’apprendimento. 181 giri, 980 Km complessivi ed un crono di riferimento di 1’32’’053 ottenuto con mescola C4 la domenica che l’ha proiettato in fondo alla classifica generale, davanti soltanto a Vettel (alle prese con i problemi di affidabilità della Aston Martin) e Roy Nissany.

Mick Schumacher, Haas VF-21

Mick Schumacher, Haas VF-21

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Mick è consapevole che la stagione 2021 sarà un calvario. La Haas VF-21 è la medesima monoposto che ha deluso la passata stagione, spinta però da un motore Ferrari 065/6 decisamente più potente rispetto alla power unit priva di “cavallini” che ha faticato nel 2020.

A meno di sorprese, quindi, quest’anno la lotta sarà tutta interna con il compagno di team e già subito dopo i test sono emersi i primi paragoni tra il tedesco ed il russo per quel che riguarda i tempi sul giro secco.

Ecco, proprio questo può essere al momento il tallone d’Achille di Mick che nei suoi due anni in Formula 2 non è mai riuscito a lasciare il segno in qualifica.

Sarà necessario essere pazienti, lasciarlo crescere e mettere da parte gli scomodi paragoni col padre nel valutare le sue performance in questa stagione di debutto.

Yuki Tsunoda

Il piccolo samurai ha fatto parlare di sé in occasione dell’ultima giornata di test quando, calzate le Pirelli C5, ha iniziato a far illuminare il monitor dei tempi sino a chiudere la sessione con il secondo riferimento assoluto in 1’29’’053.

Che Tsunoda sia un pilota velocissimo non è un mistero, ma sarà in grado di disputare una stagione allo stesso livello del suo compagno di squadra Pierre Gasly?

Le premesse, stando a quanto visto nei test, ci sono tutte. Soltanto in una occasione Yuki ha rischiato grosso, quando ha perso il controllo della propria vettura mentre era in scia a Kimi Raikkonen per poi spiattellare pesantemente le gomme ed essere costretto ad un rientro ai box.

Per il resto il giapponese in formato mignon è stato una macchina da guerra con 185 giri percorsi ed un totale di 1001 Km accumulati.

L’unica cosa che ha fatto storcere il naso è stato l’utilizzo “disinvolto” del DRS in occasione della simulazione di qualifica. Più volte Tsunoda ha attivato l’ala mobile subito dopo l’uscita dall’ultima curva, senza aspettare il cartello che indicava la possibilità di utilizzare il DRS, guadagnando così preziosi Km/h di velocità di punta.

Yuki Tsunoda, AlphaTauri AT02

Yuki Tsunoda, AlphaTauri AT02

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Era proprio necessario usare questo escamotage per brillare? Sicuramente no, ma ciò non toglie quanto di buono fatto vedere da Yuki in Bahrain. Una guida pulita, fluida, segno che la confidenza con la AT02 è già ad un buon livello.

“Chiudere la sessione col secondo tempo è stato fantastico: ovviamente non ci si può gasare, perché sono solamente dei test, ma è stato comunque bello concludere questi tre giorni con un buon risultato”.

“Negli ultimi giorni ho imparato tanto e ho aiutato il team a raccogliere dati importanti che adesso analizzeremo, in vista della prima gara. Penso che per me sia grandioso poter iniziare la stagione sulla stessa pista in cui ho fatto i test, perché sono riuscito a completare tanti giri e ho imparato bene il tracciato”.

Sarà interessante vedere tra due settimane come si comporterà Tsunoda al suo debutto stagionale e non è da escludere che possa brillare già nella prima sessione di libere dato che, come confidato a Motorsport.com negli scorsi mesi, per lui è importante spingere subito al massimo per comprendere immediatamente il limite della vettura.

Mazepin, Schumacher, Tsunoda. Tre rookie dal sangue freddo che non hanno mai commesso errori grossolani nei tre giorni di test nonostante l’inesperienza alla guida di una Formula 1.

La nuova generazione sembra già pronta a lasciare il segno.

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