Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia
Analisi

Russell: nuovo Hamilton o diamante ancora grezzo?

Il ventiduenne inglese ha stupito tutti a Sakhir al debutto sulla Mercedes lasciata libera da Lewis Hamilton, ma Russell è davvero pronto per prendere il posto del sette volte campione del mondo?

George Russell, Mercedes-AMG F1 nella sua auto

Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images

Strano il mondo della Formula 1. Un giorno commetti un errore banale e tutti ti considerano un somaro, un altro stupisci tutti al debutto sulla monoposto migliore della griglia e sei il nuovo eroe.

Per George Russell l’ultimo mese in pista è stata una altalena di emozioni. Il Gran Premio di Imola aveva forse rappresentato il punto più basso della sua carriera in F1 quando, nelle battute finali, è andato a sbattere contro le barriere alle Acque Minerali mentre cercava di mandare in temperatura le proprie Pirelli mentre seguiva la safety car.

George Russell  impegnato ad Imola in un Gran Premio dove ha gettato al vento la possibilità di conquistare i primi punti iridati

George Russell impegnato ad Imola in un Gran Premio dove ha gettato al vento la possibilità di conquistare i primi punti iridati

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Quell’improvvisa frazione di secondo nel corso della quale ha perso il controllo della sua vettura è costata cara al talentuoso inglese perché ha privato George del suo primo, attesissimo, punto iridato.

Subito dopo aver demolito l’avantreno della sua Williams, Russell ha atteso a lungo prima di tornare ai box e si è concesso un momento di umana e comprensibile fragilità. Con il casco ancora testa, il talento britannico si è seduto sul prato allontanando i commissari di pista ed ha sfogato la sua rabbia sotto l’implacabile occhio delle telecamere.

La scena ha subito riportato alla memoria quanto accaduto 21 anni fa a Monza. In quell’occasione fu Mika Hakkinen a compiere un errore da novellino quando, arrivato alla prima chicane, inserì per errore la prima marcia per poi perdere il controllo del retrotreno e finire nella ghiaia della via di fuga.

Quel giorno del 1999 Hakkinen scese di corsa dalla sua McLaren dopo aver lanciato via il volante e corse nel parco per poi lasciarsi andare ad un pianto liberatorio. L’errore, fortunatamente per il finlandese, non fu determinante per la conquista del suo secondo titolo iridato, ma ancora oggi quelle lacrime sono rimaste impresse nella memoria di tutti gli appassionati.

Mika Hakkinen a Monza. In quella gara il finlandese scoppiò in una crisi di pianto dopo il ritiro

Mika Hakkinen a Monza. In quella gara il finlandese scoppiò in una crisi di pianto dopo il ritiro

Photo by: Motorsport Images

Non sappiamo se Russell abbia pianto o meno il primo novembre 2020, ma di sicuro l’amarezza per un errore da principiante è stata tanta.

“Cosa devo fare per conquistare il mio primo punto? Forse non fare errori stupidi come quello di oggi” è stato il commento a caldo di George subito dopo la gara di Imola.

“In gara ho spinto sempre, sin dal primo giro, ed ho corso sempre in modo aggressivo come mai fatto prima. Volevo continuare ad essere aggressivo anche durante la safety car perché sapevo che i piloti dietro di me, a differenza mia, montavano gomme fresche. Sapevo che dovevo spingere al massimo se volevo guadagnare un punto”.

“Non appena ho perso la vettura mi sono trovato subito a muro. E’ stato tremendo. Mi dispiace per tutto il team”.

Per Russell quell’errore è stato l’apice di una stagione caratterizzata da prestazioni incredibili in qualifica mai finalizzate in gara. L’inglese ha spesso sfiorato la top ten andando oltre i limiti tecnici di una vettura sicuramente non di centro gruppo, ma non è mai riuscito a raccogliere quanto seminato.

Per George uno dei maggiori punti deboli emersi in gara è stata la gestione gomme. Ancora incostante nel preservare le sue Pirelli come i maestri Hamilton e Perez, Russell in più di una occasione non è riuscito a fare la differenza nei confronti del suo compagno di team, il meno esperto e meno quotato Nicholas Latifi, accusando prestazioni incostanti.

Dopo Imola molti addetti ai lavori hanno iniziato a dubitare del talento di Mr. Russell sostenendo che non fosse ancora pronto per il salto in un top team e che il terzo anno in Williams nel 2021 non avrebbe potuto fargli altro che bene.

Il destino, però, ha fornito presto a George l’occasione per riabilitarsi agli occhi di tutto il mondo.

Sakhir, penultimo round della stagione, mercoledì 2 dicembre. Russell viene chiamato al telefono alle 2 di notte da Toto Wolff che gli annuncia il suo passaggio in Mercedes per prendere il posto del 7 volte iridato Lewis Hamilton messo fuori gioco dalla positività al COVID-19.

George ha l’occasione della vita, la possibilità di mostrare al mondo quanto è pesante quel piede destro numero 45 che a stento entra nell’abitacolo della Mercedes W11 e, soprattutto, l’opportunità di dimostrare di essere in grado di compiere una gara costante e senza errori.

Nelle prime due sessioni di prove libere Russell è una furia. Miglior tempo sia nelle FP1 che nelle FP2 e Bottas annichilito, mentre nelle FP3 è soltanto settimo.

In qualifica, poi, l’inglese non fa rimpiangere assolutamente Hamilton e nonostante si trovi al volante di una vettura ancora sconosciuta sfiora la sua prima pole per appena 26 millesimi di ritardo dal compagno di team.

La domenica George è l’assoluto protagonista della gara di Sakhir. Al via brucia il compagno di squadra prendendo il comando sin dalla prima curva e inizia a dettare il passo con una costanza di tempi impressionante mentre il finlandese, giro dopo giro, accusa il colpo e vede la Mercedes #63 scappare via indisturbata.

George Russell precede un annichilito ed irriconoscibile Valtteri Bottas a Sakhir

George Russell precede un annichilito ed irriconoscibile Valtteri Bottas a Sakhir

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

La prima vittoria in carriera sembra ormai cosa fatta per Russell, ma il box Mercedes combina un pasticcio al pit che finirà per privare il gioiellino inglese di un successo ampiamente meritato.

La frittata è fatta, George chiude in nona posizione togliendosi lo sfizio di realizzare anche il giro più veloce della gara e portare così a casa i primi tre punti della carriera, ma la delusione nelle parole dell’inglese, sia nel team radio che nelle interviste, è enorme.

Quanto fatto vedere da Russell, però, scuote l’opinione pubblica. C’è chi chiede a gran voce di mettere George sulla Mercedes al posto di Bottas già dal prossimo anno, chi, addirittura, vede nell’inglese il nuovo Lewis Hamilton, chi, infine, ritiene la W11 una monoposto talmente superiore da consentire anche ad un pilota al secondo anno in F1 di esprimersi al top.

Quell’errore di Imola sembra improvvisamente essere stato dimenticato nella notte di Sakhir e nei giorni successivi alla gara, ma il passato non può essere cancellato.

E’ bastato un weekend a George per passare da “somaro” a nuovo fenomeno dell’automobilismo, ma prima di proclamare Russell l’erede di Lewis è giusto che il diamante nelle mani di Toto Wolff si sgrezzi e, soprattutto, che venga messo alla prova in condizioni differenti da quelle viste a Sakhir.

Non può passare inosservato, infatti, come in gara ci siano stati diversi fattori che hanno consentito a Russell di brillare.

In primo luogo, George si è trovato come unico avversario quel Valtteri Bottas apparso in stato confusionale domenica, mentre Max Verstappen, l’unico pilota in grado davvero di dare fastidio alle frecce nere in gara, era stato messo fuori gioco nei primi metri. Se l’olandese fosse stato della partita avremmo visto un Russell altrettanto impeccabile e costante?

Analogamente, George ha avuto la fortuna di debuttare al volante della Mercedes su un tracciato che si è rivelato poco esigente con il degrado delle gomme. Il principale punto debole di Russell, quindi, non è emerso in gara, ma in altre condizioni cosa sarebbe successo?

Infine, come è giusto e normale che sia, all’inglese manca ancora quella esperienza e quella furbizia propria di Lewis Hamilton che probabilmente avrebbe consentito all’inglese di evitare la sosta rivelatasi poi fatale per le speranze di vittoria di Russell.

Sicuramente Russell è un talento cristallino che sta maturando stagione dopo stagione ed ha confermare questa teoria è stato il responsabile delle prestazioni del veicolo della Williams, Dave Robson, che proprio nel weekend di Imola, prima che Russell compiesse quel fatidico errore, aveva elogiato l’inglese per la grande crescita vista nel corso degli ultimi due anni.

“Penso che sia un pilota eccezionale. E’ riuscito a fare numerosi progressi. Ovviamente la macchina di quest’anno lo sta aiutando rispetto a quella della passata stagione, ma è stato in grado di sfruttare al massimo la lezione del 2019 e di apprendere molto”.

“Credo che abbia imparato dai momenti difficili. Spero che tra cinque o dieci anni possa guardarsi indietro e capire che il 2019, nonostante sia stata una stagione deludente, si sia rivelata anche preziosa per lui”.

“Adesso ha la fiducia e l’esperienza per guidarci. Ovviamente ha ancora da imparare, ma è cresciuto molto. E’ un vero talento ed una grande risorsa per la squadra”.

Ovviamente ha ancora da imparare. Sono queste le parole che dovrebbero essere impresse a fuoco nella memoria di tutti.

Che Russell sia un fenomeno è sotto gli occhi di tutti e non lo si scopre adesso. Se aver vinto la GP3 e la Formula 2 al debutto non è sufficiente basta andare a guardare il video della sua straordinaria pole a Macao nel 2016 per comprendere appieno il talento di George.

George Russell festeggia ad Abu Dhabi dopo aver conquistato nel 2019 il titolo di campione F2

George Russell festeggia ad Abu Dhabi dopo aver conquistato nel 2019 il titolo di campione F2

Photo by: FIA Formula 2

Crescerà, sbaglierà ancora ed imparerà dai propri errori così come visto negli scorsi anni con Max Verstappen, focoso e falloso nei primi anni in Formula 1 per poi diventare maturo e concreto, e come visto proprio a Sakhir con Charles Leclerc, autore dell’ennesimo incidente stagionale poco dopo il via che ha messo fine in anticipo alla sua gara.

Arriverà il momento per Russell di prendere il posto di Lewis Hamilton in Mercedes, ma al momento è giusto che George si faccia le ossa in Williams per essere pronto ad ereditare uno dei sedili più scomodi in F1.

 

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente La F1 potrebbe usare la biosfera anche per il GP d'Australia
Prossimo Articolo Video Mazepin: F1 e FIA supportano la reazione della Haas

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia