Rosberg: "Un onore essere al centro delle speculazioni, ma non torno"
In un'intervista concessa al Corriere della Sera, il campione del mondo in carica ha smentito le voci di un possibile ritorno con la Ferrari ed ha commentato i fatti di Baku: "Lewis non ha rallentato volontariamente, stupito dal fallo di reazione".
Foto di: Andrew Hone / Motorsport Images
Da qualche settimana nel Circus della Formula 1 aveva preso piede un rumors secondo cui Nico Rosberg sarebbe già stanco della vita lontana dalle corse e qualcuno lo accostava ad un clamoroso ritorno al volante della Ferrari.
Il campione del mondo in carica però ha smentito la cosa in un'intervista concessa al Corriere della Sera: "No, non accadrà. È un onore per me che il mio nome sia al centro di speculazioni. Ma io sono totalmente appagato della carriera che ho avuto: ventitré vittorie, tre delle quali a Montecarlo, un titolo mondiale. Pazzesco: a volte non riesco nemmeno a credere che c’è tutto questo alle mie spalle. Mi rende felice".
Ed ha aggiunto di non avere alcun rimpianto per la sua scelta, almeno per il momento: "Potrei dire che mi manca il gusto di misurarmi con le nuove macchine: sono dei mostri affascinanti, deve essere bello guidarle. Ma in realtà non mi manca nulla. Ho chiuso il libro della mia F1 con un finale grandioso. È stata una parentesi formidabile della vita e rimarrà nel mio cuore. Forse solo un giorno, riguardando le foto con i nipotini, mi verranno le lacrime agli occhi. Ma per ora non ho rimpianti".
Il tedesco ha commentato anche l'episodio più discusso delle ultime settimane, ovvero il contatto in regime di safety car avvenuto a Baku tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, dicendosi certo che l'ex compagno non abbia fatto un brake test davanti ferrarista, ma anche sopreso dalla reazione di quest'ultimo.
"Nessuno conosce Lewis meglio di me: vi assicuro che non ha rallentato volontariamente Vettel. Poi Sebastian non ha saputo controllare il cattivo umore e i pensieri negativi. Ma non mi aspettavo un “fallo di reazione” come quello che ha fatto: ha procurato un danno a stesso. E quello che è successo dopo è stato qualcosa di non necessario, che ha ulteriormente caricato la vicenda".
Riguardo alla corsa al titolo, più che un pronostico ha preferito dare una preferenza: "La lotta sarà incerta, per ora non vedo un fattore che può fare la differenza. Esprimo però un desiderio: mi auguro che vinca la mia “vecchia famiglia”, cioè la Mercedes. Sono rimasto vicino ai ragazzi di Brackley. Però non mi sbilancio tra Hamilton e Bottas: nessuna preferenza tra i due".
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