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Ricciardo: un triennale con McLaren che sa di scelta obbligata

Il 2021 rappresenterà la stagione dell'ennesimo cambiamento per Daniel Ricciardo dopo aver concluso una sterile avventura in Renault, ma la scelta della McLaren è stata obbligata per mancanza reale di alternative al vertice?

Daniel Ricciardo, McLaren

Daniel Ricciardo, McLaren

McLaren

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L’avventura di Daniel Ricciardo in McLaren è finalmente iniziata. Il colpo di mercato della squadra di Woking, lesta a mettere sotto contratto il talento australiano sfruttando l’effetto domino provocato dall’ingaggio di Sainz in Ferrari, si è presentato con i nuovi colori ed il solito smagliante sorriso in occasione della presentazione della MCL35M avvenuta il 15 febbraio a Woking ed ha affrontato le domande dei media senza nascondersi, ma rispondendo con grande naturalezza.

Un argomento, però, ha lasciato tutti sbalorditi. La durata del contratto con la McLaren. Ricciardo ha affermato di aver messo il proprio autografo su un contratto triennale nella convinzione di essere arrivato nel posto giusto al momento giusto.

Sarà davvero così o si è trattato di una scelta obbligata per mancanza di alternative?

Un triennale obbligato?

“Ho firmato per tre anni, e credo che sia un lasso di tempo sufficiente per raccogliere i frutti di quello che faremo. Ho l’impressione di essere arrivato al momento giusto, sento uno slancio positivo all’interno della squadra e non credo sia dovuto solo ai risultati che hanno ottenuto nel 2020, ma anche alla solidità del team”. Ha esordito così Daniel Ricciardo quando la stampa ha voluto saperne di più su un accordo che ha riguardato uno dei top driver presenti in griglia.

L’australiano ha mostrato una fiducia davvero solida nei confronti di una squadra che non vince un titolo iridato dal 2008, una gara dal 2012 e che dal 2015 al 2017 è caduta in disgrazia dopo un matrimonio complicato e pieno di incomprensioni con la Honda.

Per un 31enne decidere di affrontare la seconda fase della sua carriera con un team simile può sembrare un rischio. Daniel ci ha visto lungo o la mancanza di alternative concrete l’ha spinto verso una soluzione di ripiego?

Di sicuro Ricciardo ha apprezzato dall’esterno la crescita di una squadra che sotto la direzione di una punta di peso come Seidl è riuscita a risalire rapidamente la china dopo anni bui.

“Avevo parlato per la prima volta con la McLaren nel 2018, ma a quel tempo non credo che Andreas fosse già arrivato nel team, e neanche James Key, quindi era ancora una squadra in fase di assestamento, stavano lavorando per darle la forma che ha oggi”.

“Non ho una sfera di cristallo, non posso dire con certezza cosa raccoglieremo nei prossimi anni, ma la sensazione che avverto è quella di essere in una squadra che sta facendo passi importanti nella giusta direzione”.

Daniel Ricciardo, McLaren

Daniel Ricciardo, McLaren

Photo by: McLaren

Il terzo posto conquistato nel Costruttori al termine della passata stagione è indice del grande lavoro compiuto dal team di Woking che ha deciso di puntare su rinforzi efficaci per tornare a splendere nel panorama della Formula 1.

La mossa strategia di Seidl di abbandonare i propulsori Renault ed adottare le power unit Mercedes a partire dal 2021 è stata forse determinante nel convincere Daniel della bontà del progetto, ma oltre ad un buon propulsore è fondamentale avere un team tecnico capace e la squadra diretta da James Key sembra essere una delle migliori in F1.

“Negli ultimi anni il team è cresciuto e tutti stanno lavorando per farsi trovare pronti al cambiamento dei regolamenti che ci sarà nel 2022. Sarà un’opportunità molto importante, perché ridisegnerà i valori in campo, e questo aspetto mi fa essere fiducioso perché credo in queste persone e nelle loro capacità”.

“Mi piace Zak e credo che Andreas sia una risorsa enorme per la squadra. Zak probabilmente mi picchierà e mi dirà che ora gli tocca pagarlo di più, ma penso che Andreas stia davvero dando la direzione giusta a questa nave. Ho anche molta stima di James: ho avuto modo di lavorare con lui nel 2013 alla Toro Rosso, ed anche se è stata un’esperienza breve non vedo l'ora di tornare a lavorare con lui. Infine, aspetto importante, c’è anche qualche risorsa in più rispetto allo scorso anno”.

Se ci discostiamo dalle dichiarazioni istituzionali e guardiamo le alternative di mercato, sembra che quella della McLaren sia stata una scelta obbligata per Ricciardo.

Hamilton ha rinnovato per il 2021 e se dovesse decidere di appendere il casco al chiodo al termine di questa stagione la scuderia diretta da Wolff punterebbe senza esitazione su Russell o proverebbe il colpo Verstappen.

Un ritorno in Red Bull è da escludere sia alla luce di come si è interrotto il rapporto con il suo ex team, sia alla luce dei vari talenti che stanno emergendo dal vivaio come Tsunoda.

La prospettiva di arrivare in Ferrari è ormai tramontata dopo anni di presunti flirt. A Maranello si è deciso di puntare tutto sul talento di Charles Leclerc e di affiancare al monegasco Carlos Sainz così da avere una coppia di piloti equilibrata. Inoltre non è da escludere che i ragazzi cresciuti sotto l’ala protettiva della FDA possano un giorno seguire le stesse orme di Leclerc.

Con le porte di tutti i tre top team chiuse, Ricciardo sembra non aver avuto altra scelta che dirigersi a Woking nella speranza di aver fatto la mossa giusta.

La voglia di riscatto

Che gli ultimi anni siano stati difficili per Daniel Ricciardo è chiaro a tutti. Quel ragazzo sempre sorridente ed in grado di far impallidire un quattro volte campione del mondo come Sebastian Vettel nella sua stagione di debutto in Red Bull nel 2014, ha visto il proprio sorriso diventare sempre meno smagliante quando sulla sua strada ha incontrato Max Verstappen.

Da quando l’olandese è stato promosso in Red Bull nel 2016, il team diretto da Christian Horner ha deciso di puntare tutto sul figlio d’arte mettendo in secondo piano un pilota altrettanto talentuoso e vincente come Ricciardo.

L’apice della rivalità tra i due si è toccato a Sochi nel 2018, quando la Red Bull #3 è andata a scontrarsi contro la vettura gemella #33 impegnata in una difesa fin troppo dura sul rettilineo principale.

L'incidente tra Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 e Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14

L'incidente tra Max Verstappen, Red Bull Racing RB14 e Daniel Ricciardo, Red Bull Racing RB14

Photo by: Sutton Images

Una possibile doppietta gettata al vento, il muretto box attonito davanti ai monitor e le due vetture a pezzi nelle vie di fuga sono state le immagini che hanno accompagnato i titoli di coda dell’avventura di Ricciardo in Red Bull.

Il passaggio in Renault per l’anno successivo è sembrato una scommessa sensata. Puntare su un costruttore disposto a sborsare un ingaggio faraonico pur di tornare a vincere come nei primi anni 2000 appariva come la scelta più logica.

La realtà, però, si è rivelata ben diversa dalle aspettative. Daniel si è trovato alla guida di una monoposto competitiva soltanto nel gruppo di mezzo, mai in grado di puntare almeno ad un successo di tappa o ad una pole.

I due podi conquistati nel 2020 sono un bottino eccessivamente magro per uno dei migliori interpreti della Formula 1 moderna.

L’occasione di cambiare aria è arrivata ad inizio dell’anno scorso quando la Ferrari ha scatenato un vero e proprio effetto domino sul mercato preferendo ingaggiare Carlos Sainz e decidendo di salutare Sebastian Vettel.

Ricciardo ha così colto la palla al balzo per abbandonare una Renault che sotto la direzione di Cyril Abiteboul ha spesso lasciato a desiderare sotto il profilo strategico ed organizzativo per unirsi ad un progetto ambizioso come quello programmato da Andreas Seidl.

Daniel merita di tornare al vertice e vincere questa scommessa rischiosa, ma anche la Formula 1, dopo un’assenza troppo lunga, merita di vedere daccapo quel pilota australiano far impazzire le folle dal gradino più alto del podio.

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